Ultime scansioni e trascrizioni OCR dei flyer e delle schede critiche di Officine Cinematografiche:
schede critiche:
Il ferroviere – P. Germi
La freccia azzurra – E. D’alo
link:
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OCR:
trascrizione delle ultime schede:
Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, presentano:
22/12/08, "II ferroviere".
Scheda critica.
…udendo le sirene sie più forte,
pon giù il seme del piangere ed ascolta…
(Purgatorio, XXXI, 45-46)
Perch’io…
…perch’io, che nella notte abito solo,
anch’io, di notte, strusciando un cerino
sul muro, accendo cauto una candela
Manca nella mia mente – apro una vela
timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch’io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo’ il pianto’
che mi bagna la mente…
E poi risuonò un’esplosione. E io che ancora un momento prima aspettavo
quello spettacolo, continuavo a star steso accanto al soldato tedesco,
allungai una mano e aprii il suo palmo che si irrigidiva e ci misi dentro
quel quadrifoglio verde che porta fortuna, mentre dalla campagna, cresceva
verso il cielo una nuvola a fungo che senza sosta cresceva di più alti
strati e di più alte nubi di fumo, udii come la pressione dell’aria, at-
traversò la campagna e soffiava e fischiava contro i rami nudi degli al-
beri e dei cespugli, come scosse nel semaforo le catene di trasmissione
e spinse il braccio e lo scosse, ma io tossicavo e da me rantolava san-
gue. Fino all’ultimo momento, prima che cominciassi a perdere di vista
me stesso, mi tenni per mano con quel morto, e per le sue orecchie che
non udivano ripetevo le parole del capotreno di quello smistamento che
aveva portato quei tedeschi straziati da Dresda:
– Dovevate starvene seduti a casa, sul culo…
liberamente tratto da G. Gaproni, "Poesie" I932-I986, Garzanti
Gli Elefanti-Poesia 1989; B. Hrabal, "Treni strettamente sorvegliati",
edizioni e/o, 1982.
Buona visione!
Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, presentano:
5/01/2009, "La Freccia Azzurra", dal racconto di Gianni Rodari.
Scheda critica.
… Davvero la Befana non sembrava mai statica. Vecchia, com’era, saltel-
lava su per i gradini a tempo di ballo, come se avesse una molla sotto i
tacchi, e intanto non cessava di fare i conti.
– Questi pellerossa mi frutteranno duecento lire l’uno, anzi forse tre-
cento. I pellerossa vanno tanto di moda, adesso. Questo treno è una mera-
viglia. Lo battezzerò la Freccia Azzurra, e voglio ritirarmi dal commer-
cio se fin da domani non verranno i bambini a mangiarselo con gli occhi.
La Freccia Azzurra era veramente uno splendido treno, con un fascio di
rotaie che a stenderle tutte avrebbero fatto il giro della piazza, con
due passaggi a livello, la cabina per i manovratori, una, stazione col ca-
postazione principale, un macchinista e un capotreno con gli occhiali. A
starsene tanti mesi sepolto in magazzino, il treno elettrico si era rico-
perto di polvere, ma la Befana, con uno straccio, lo ripulì a nuovo, fa-
cendo splendere la sua vernice, azzurra come l’acqua di un laghetto alpi-
no. Tutto il treno era verniciato di azzurro, compresi il Capostazione,
il Capotreno e il Macchinista.
Quando la Befana gli ebbe tolto la polvere che gli copriva gli occhi,
il Macchinista si guardò attorno ed esclamò:
– Finalmente ci si vede. Ho l’impressione di essere rimasto per dei
mesi sepolto in una galleria.. Bene, quando si riparte? Io sono pronto…
(I)
Correva veloce come una freccia: agl’Assi Giglio Rosso era l’Alabretta,
che insegnava a correre in pista a me che, fino ad allora, avevo corso e
mi piaceva correre solo nelle campestri, d’estate in mezzo alla polvere
ed al sudore, d’inverno nel fango o con i guanti alle mani.
La pista. La corsia era il tuo binario obbligato e senza fermate: una par-
tenza dai blocchi difficile da imparare in allenamento e doverosamente
puntuale in gara dopo lo sparo del "via!"; un arrivo che, anche se ultimo,
era una liberazione, un nuovo respiro.
E poi rallentavi, frenavi, sbuffavi, a volte ti accasciavi per terra, su
quella, terra rossa che macchiava i pantaloncini bianchi, le gambe magre,
le mani tremanti, la fronte sudata.
Ora, vi prego, un po’ d’acqua alla caldaia!
– (I) Gianni Rodari, "La Freccia Azzurra", Editori Riuniti 1990.
Buona visione!
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Cinema da mangiare:
scansione del menu de "La grande abbuffata" di Marco Ferreri e della ricetta della bavarese di tette
OCR:
la grande abbuffata _ menu.txt
Cinema da mangiare
Ricordando la lavorazione del film LA GRANDE ABBUFFATA, Ugo Tognazzi scrive: –
"Successe quindi che al mattino, se la nostra convocazione era per le otto, lo chef mandato
apposta da Fochon per cucinare il menù della giornata doveva essere pronto per le sei: non
impiegava mai meno di due ore per preparare il copione gastronomico che avremmo recitato
davanti alla macchina da presa. E noi, arrivando sul set, anziché vedere con gli occhi le scene
che avremmo girato, le vedevamo col naso. Annusavamo gli odori che si sprigionavano dalle
cucine e sapevamo cosa ci aspettava. "Oggi ragazzi, recitiamo il rognoncino bourguignonne…"
diceva Mastroianni. Oppure: "Oggi interpretiamo il lesso misto…" E Noiret aggiungeva:
"Peccato, avrei dato il meglio di me con un soufflé al formaggio!"
Nel loro tour de torce gastronomico, i quattro amici cucinano e si mangiano i seguenti piatti:
Paté di cinghiale
Ostriche crude spruzzate con succo di limone
Lasagne Andrea
Cocktail di gamberetti
Maialino allo spiedo
Maialino al forno con ripieno di castagne
Pure di patate
Faraona arrosto con profumo di dragoncello
Caviar d’aubergine (pasticcio di melanzane)
Insalata nicoise
Pissaladière provengale (pizza alla provenzale)
Bortsch russo (zuppa di carne e verdure)
Testina di vitello vinaigrette
Crépes al Grand marnier
Cassoulet de Casteinaudary (a base di maiale, oca e fagioli)
Rognone alla bourguignonne
Torta Andrea (crostata alla frutta)
Coscia d’agnello allo spiedo alla solognotte
Ossobuchi giganti lessati
Paté de canard (paté d’anatra)
Tacchinelle arrosto ripiene
Budino alla fragola in forma di tette
Le ricette di tutti questi piatti sono amabilmente raccontate dallo stesso Tognazzi in "L’abbuffone" (BUR Rizzoli)
Cinema da mangiare
BAVARESE DI TETTE
Ingredienti:
latte, un quarto di litro
vaniglina
150 grammi di purè di fragole
200 grammi di zucchero
5 tuorli d’uovo
20 grammi di colla di pesce
Far bollire dolcemente il latte, con un pizzico di vaniglina, in una casseruola. In un altro
recipiente mettere lo zucchero e aggiungere, uno per volta, i rossi d’uovo mescolando con un
cucchiaio di legno. Versare poi il latte bollente amalgamando. Mettere sul fuoco il composto,
ma attenzione a non farlo bollire. Quando la crema si attacca al cucchiaio, e cioè quando lo
«vela», togliere la casseruola dal fuoco e aggiungere la colla di pesce che avrete
precedentemente sciolto in acqua fresca per un quarto d’ora e strizzato con le mani. Mescolare
per amalgamare bene. aggiungere il purè di fragole, mescolare ancora, versare in due vaschette
rotonde e porre in frigo. Togliere dal frigo, rivoltare le vaschette l’una accanto all’altra.
Mancano i capeteli. Provvedete con due ciliegine candite o, se li preferite più «liquorosi», con
due boeri.
da "La grande abbuffata" di Marco Ferreri
Ugo Tognazzi "L’abbuffone" (Bur Rizzoli)
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scansioni del flyer per la rassegna "In treno… al cinema" – dal 5 gennaio 2009 al 27 aprile 2009
clicca sulle immagini per vederle in dimensioni reali
Il vostro amichevole vicino….. THX 1138