Archive for category vari altrove
“The notorious Bettie Page” di M. Harron @ Ginger Zone Scandicci (FI)
Posted by thx1138 in flyer, vari altrove, video on May 23, 2008
Underpass
industrial music & cinema
presenta:
la proiezione integrale del film inedito in Italia
"The notorious Bettie Page" di Mary Harron (info)
a seguire "Electro-spicy" dj set
by Ex-pornostar dj / Naotodate dj
23-05-08 @ Ginger Zone
piazza Togliatti – Scandicci
ore 22.30 ingresso libero
video:
Betty Page – Teaser Girl (ca 1950).mpg
foto:
info:
http://en.wikipedia.org/wiki/Bettie_Page
http://it.wikipedia.org/wiki/Bettie_Page
Your friendly neighborhood… THX 1138
I.D.A.HO. – IV giornata mondiale contro l’omofobia – 17 maggio 2008
Posted by thx1138 in vari altrove on May 17, 2008
da http://www.omofobia.it/
IV Giornata mondiale contro l’omofobia
17 maggio 2008
Nata su iniziativa di Louis-Georges Tin curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003), si celebra il 17 maggio di quest’anno la IV Giornata mondiale contro l’omofobia.
Sono più di 40 le nazioni che aderiscono con varie iniziative alla giornata contro l’omofobia, e lo scorso anno il supporto è arrivato anche dal Parlamento europeo con una Risoluzione sull’omofobia in Europa.
Anche quest’anno prosegue la campagna di sensibilizzazione delle istituzioni (Comuni, Province e Regioni) affinché approvino un ordine del giorno contro l’omofobia.
La manifestazione nazionale prevista a Treviso è stata annullata per far confluire i partecipanti alla manifestazione di Verona
Nicola è ognuno di Noi
Saremo, quindi, a Verona con le nostre bandiere organizzando uno spezzone lgbt dentro il corteo, che si ritroverà alle ore 14 davanti al Tempio Votivo di piazza XV Aprile (Comunicato stampa).
iniziative a Firenze:
17 maggio 2008
ore 9.30-13.00
L’Assessorato alle Pari Opportunità e alla Cultura delle Differenze del Comune di Firenze, vi invita al convegno:
CONTRO L’OMOFOBIA
Politiche e Pratiche per una cultura delle diversità
presso Biblioteca delle Oblate – Via dell’Oriuolo, 26 – Firenze
Parteciperanno
Daniela Lastri, assessora alle Pari Opportunità e Cultura delle Differenze Comune di Firenze
Alessio De Giorgi, consigliere contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere Regione Toscana
Barbara Santoni, psicologa Associazione Ireos centro servizi autogestito comunità queer
interverrà Vladimir Luxuria
Sono previsti interventi delle Associazioni
(volantino)
ore 21.15
proiezione in anteprima mondiale del cortometraggio
“Makwan. Lettera dal Paradiso”
a cura del Gruppo EveryOne
presso l’Altana (ex convento delle Leopoldine), Piazza Tasso 1
zona Porta Romana
Entrata libera – buffet di benvenuto
Una serata per stare insieme, riflettere, interrogarsi e dire no all’omofobia e alla transfobia, sì al rispetto e ai diritti umani!
Presenti esponenti delle autorità locali, della comunità omosessuale e transgender e una testimone lesbica iraniana
(http://www.arcigayfirenze.it/nuovo/)
xxx
“L’abolizione del lavoro” di B. Black -estratto-
Posted by thx1138 in vari altrove on May 8, 2008
Estratto da "L’abolizione del lavoro" di Bob Black (Ed. Nautilus 1992 Torino):
Nessuno dovrebbe mai lavorare.
Il lavoro è la fonte di quasi tutte le miserie del mondo.
quasi
tutti i mali che si possono enumerare traggono origine dal lavoro o dal
fatto che si vive in un mondo finalizzato al lavoro. Per eliminare
questa tortura, dobbiamo abolire il lavoro.
Questo non significa che si debba porre fine ad ogni attività produttiva.
Ciò vuol dire invece creare un nuovo stile di vita fondato sul gioco; in altre parole, compiere una rivoluzione ludica. Nel termine "gioco" includo anche i concetti di festa, creatività, socialità, convivialità, e forse anche arte.
Per
quanto i giochi a carattere infantile siano già di per sè apprezzabili,
i giochi possibili sono molti di più. Propongo un’avventura collettiva
nella felicità generalizzata, in un’esuberanza libera ed
interdipendente. Il gioco non è un’atività passiva. Indubbiamentenoi
tutti necessitiamodi dedicare tempo alla pigrizia e all’inattività
assolute molto più di quanto facciamo ora, e ciò senza doversi
preoccupare del reddito e dell’occupazione; ma è anche vero che una
volta superato lo stato di prostrazione determinato dal lavoro,
pressochè ognuno desidererebbe svolgere una vita attiva. Loblomovismo e
lo stakanovismo sono due facce di una stessa moneta falsa.
La
vita ludica è totalmente incompatibile con la realtà attuale. E allora
tanto peggio per la "realtà", questo buco nero che succhiala residua
vitalità da quel poco che ancora distingue la nostra vita dalla
semplice sopravvivenza. E’ strano – o forse non tanto – che tutte le
vecchie ideologie appaiono conservatrici, e ciò proprio in quanto tutte
danno credito al lavoro. Per alcune di esse, come i marxismo, e la
maggior parte delle varianti dell’anarchismo, la loro fede nel lavoro
appare tanto più salda in quanto non vi è molto d’altro cui esse
prestino fede.
I progressisti dicono che dovremmo abolire le
discriminazioni sul lavoro. Io dico che dovremmo abolire il lavoro. I
conservatori appoggiano le leggi sul diritto al lavoro. Allo stesso
modo dell’ostinato genero di karl Marx, Paul Lafargue, io sostengo il
diritto ala pigrizia. La sinistra è a favore di una piena occupazione.
Come i surrealisti – a parte il fatto che sto parlando seriamente – io
sono afavore della piena disoccupazione. I trotskisti
diffondono l’idea di una rivoluzione permanente.Io quella di una
baldoria permanente. Ma se tutti gli ideologi, così come, sono a favore
del lavoro – e non solo perchè hanno in mente di far fare ad altri la
parte di esso che loro compete – tutavia sono stranamente riluttanti
ad ammetterlo. Continuano a disquisire all’infinito su salari, orari,
condizioni di lavoro, sfruttamento, produttività e profitto. Parleranno
volentieri di qualsiasi argomento tranne che del lavoro stesso. Questi
esperti, che sempre si offrono di pensare per noi, raramente ci
renderanno partecipi delle loro conclusioni riguardo al lavoro, e ciò
malgrado il rilievo che esso assume nella vita di tutti noi. Fra di
loro arzigogolano sui dettagli. Sindacati ed imprenditori concordano
sul fatto che sia necessario vendere tempo dela nostra vita in cambio
della sopravvivenza, benchè poi contrattino sul prezzo. I marxisti
pensano che dovremmo essere diretti dai burocrati. I "libertari" da
uomini d’affari. Le femministe non si pongono il problemadi quale
formadebba assumere la subordinazione, purchè i dirigenti siano donne.
Chiaramente questi mercanti di ideologie mostrano un notevole
disaccordo su come dividersi le spoglie del potere. Ma è ancora più
chiaro che nessuno di loro ha nulla da obiettare sul potere in quanto
tale, e che tutti costoro vogliono che noi si continui a lavorare. […]
trascrizione: THX 1138
Life can be magic when we start to break free
commenti riabilitati con il plugin reCAPTCHA
Posted by thx1138 in vari altrove on May 6, 2008
Non so perchè ma c’era un errore nelle impostazioni dei blog e i commenti non funzionavano più; adesso funzionano normalmente sia su questo che su gli altri due blog (streptos music e writers connection).
Evidentemente il plugin reCAPTCHA era in conflitto con gli altri plugin antispam.
Il suddetto plugin è stato abilitato per far fronte alla enorme mole di spam che intasava i messaggi di questo e gli altri due blog in questione.
reCAPTCHA è molto semplice da usare basta scrivere le due parole che compaiono nella finestra rossa bordeaux di reCAPTCHA e cliccare su invia per inviare il messaggio. magari può se3mbrare una menata ma vi assicuro che è semplicissimo e soprattutto non potevo continuare a cancellare migliaia di messaggi spam tutti i giorni!
FUCK YOU SPAMMERS!!!
I commenti e le critiche (di qualsiasi tipo) sono sempre bene accetti/e
il vostro amichevole vicino…
THX 1138
XXIII GLBT Torino Film Festival – 17/25 aprile 2008
Posted by thx1138 in vari altrove on April 6, 2008
XXIII GLBT Torino Film Festival – Da Sodoma ad Hollywood – 17/25 aprile 2008
Da sodoma a hollywood 2008
Anche quest’anno saro’ presente in quel del GLBT Torino Film Festival di Torino (arrivato alla sua XXIII edizione) che si svolgera’ dal 17 al 25 aprile. Quest’anno ho intenzione di fare una full immersion nel festival e di aggiornarvi quanto piu’ possibile (e quanto mi permetteranno di fare le mie forze) su queste pagine.
Se qualcun* dovesse essere in quel di Torino in quei giorni mi faccia sapere che ci si organizza.
A seguire il comunicato stampa ufficiale del festival (scaricabile anche in pdf), appena avro’ piu’ chiari orari e dettagli postero’ maggiori informazioni
Disclaimer: il GLBT Torino Film Festival e’ un’evento istituzionale, finanziato e patrocinato da regione, provincia e comune nonche’ da altre realta’ locali. Nonostante questo "limite" penso che sia sempre riuscito a presentare realta’, personaggi, film ed immaginari estremamente interessanti, variegati e sicuramente degni di nota in un panorama culturale come quello italiano attuale.
23° “Da Sodoma a Hollywood”
“Da Sodoma a Hollywood” Torino International GLBT Film Festival si avvia verso la XXIII edizione, la terza sotto il tetto della Mole, con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione: 23 anni di ricerca di un cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer. Grazie a uno sguardo acuto e sensibile, anno dopo anno il Festival è cresciuto diventando una delle principali finestre e occasioni di dialogo per la comunità glbt e il grande pubblico. Il Festival ha inoltre il merito di aver fatto conoscere in Italia le prime opere di registi come François Ozon, Gus Van Sant, Derek Jarman, Todd Haynes e, recentemente, Eytan Fox, Apichatpong Weerasethakul, Alain Guiraudie, Auraeus Solito e Brillante Mendoza.
Concorso Internazionale
Tre sezioni competitive: lungometraggi, corti e documentari. Tre giurie internazionali (una per sezione) assegnano il Premio Ottavio Mai al miglior lungometraggio e un premio alla miglior opera delle altre sezioni. Per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.
Panorama
Tre sezioni non competitive (lunghi, corti e doc) con la più recente e interessante produzione in pellicola e in video.
La Retrospettiva: “ j-ender: big bang love in Japan”
Una immersione inedita, nell’impero dei segni e dei sensi. Da Sodoma a Hollywood e NEO(N)EIGA presentano per la prima volta in Europa una retrospettiva che percorre, lungo le trame del genere e dei generi, la storia del cinema giapponese dagli anni 60 a oggi e di riflesso la cultura del Sol Levante.
Dalla libertà artistica e di costumi della cosiddetta nuberu bagu (la nouvelle vague giapponese) passando attraverso il teatro tradizionale ed il soft core politico e spiazzante dei pinku eiga, il travestitismo e schegge deliranti di cultura pop, fino ad arrivare ad Anime dove attraverso i cartoon viene aperto un mondo di desideri e passioni che difficilmente potrete trovare altrove.
Il cinema si fa lente capace di avvicinare il nostro sguardo di “osservatori distanti” a un Paese e a una cultura la cui complessità si svela negli infiniti paradigmi della sua auto-rappresentazione.
Gli Omaggi
Sébastien Lifshitz: L’eterno road movie
Uno dei personaggi più interessanti del cinema contemporaneo francese, Sébastien Lifshitz, sarà a Torino per raccontare le storie dei suoi film: quelle di giovani dal passato inquieto e alla continua ricerca dell’equilibrio; quelle di giovani in fuga, protagonisti di road movie esistenziali pieni di spiritualità, ma anche di fisicità, a volte unico mezzo d’espressione per il contatto umano. La gioventù, sradicata e ridotta a piccoli frammenti di vita, diventa l’unico tempo possibile della manifestazione dell’Io e delle illusioni non consolabili. Dai primi cortometraggi, tra cui Il faut que je l’aime (1996) e Les Corps ouverts (1998), vincitore del premio Jean Vigo, fino a Presque rien (Quasi niente, 2000), uno dei film più amati dalla comunità gay, e Wild Side (2004), titolo-omaggio ai drop-out di Lou Reed, una delle massime rappresentazioni del cinema queer non rivendicato come genere ma come cinema d’appartenenza alla totalità dei sentimenti.
Stanley Kwan: identità e desiderio
Documentario o fiction, la produzione di Stanley Kwan traccia un percorso unico e fondamentale nella cinematografia di Hong Kong nei due decenni a cavallo dell’annessione alla Cina Popolare. I protagonisti dei suoi film raccontano la Storia in chiave intima, ne vivono in prima persona le lacerazioni, ce la restituiscono attraverso intarsi di storie personali. I corpi attraversano il passaggio del tempo e il mutamento delle città (Hong Kong, Pechino, Shanghai), forti dell’antico sogno di preservare la bellezza e, per amore, infondono alle immagini la struggente magia del desiderio. La passione che alimenta il cinema di Stanley Kwan si insinua come una brezza leggera da una finestra socchiusa che silenziosa cresce, crea assuefazione e all’improvviso scardina gli equilibri precari dell’esistenza. Tra i film dell’omaggio, presentati a Torino dal regista stesso, Hold You Tight (1997), Lan yu (2001) e Everlasting Regret (2006).
Joe Oppedisano
Uno dei personaggi più interessanti del fashion world statunitense. Inizia la sua carriera come assistente di Robert Bryan e si fa conoscere nell’ambiente lavorando per riviste come Vanity Fair, L’Uomo Vogue e W. Ha vestito star come Ricky Martin e Carol King. Diventa famoso come fotografo sia nel campo della moda, come collaboratore del New York Times Magazine e di Vibe, che dell’editoria gay, firmando servizi regolarmente per BUTT, Gay Times, Pref e Männer Aktuell. I suoi lavori fotografici sono pubblicati anche su prestigiosi volumi d’arte come Self Exposure (2005, Rizzoli) e History of Photography 1840-2005. La sua ultima monografia, Testosterone (2006, Bruno Gmünder) è un best-seller negli USA, dove è andata esaurita nel giro di poche settimane. Al Festival, Joe Oppedisano presenta i suoi due ultimi lavori video: il videoclip That’s Me (2008), singolo dell’ultimo album di Colton Ford, ex attore hard ora cantante dance di successo, anch’egli presente al Festival, e Knockout (2008), making of di uno dei calendari più desiderati dalla comunità gay di tutto il mondo.
Parker Williams
Amato e desiderato da tutti i numerosi estimatori dei suoi film, prima solo attore ora anche regista, Parker Williams, star dell’industria XXX americana e volto di case come Raging Stallions Studios, Falcon e Titan sarà a Torino a presentare il suo lavoro d’esordio alla regia, Lube Job (2005), e la sua performance d’attore nella commedia teatrale Cell Block Q. Dopo otto anni dall’inizio della sua carriera, e dopo gli studi in campo cinematografico, insieme a Matthew Rush, sta creando una sua casa di produzione chiamata Savage Monkey, dedicata all’intrattenimento e al cinema gay a 360 gradi.
Music & Movie Icons: Alaska, la Reina del Glam
Nel film Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, 1980) Olvido Gara interpreta la parte di una giovane artista che scarica una lluvia dorada, una pioggia di pipì, sulla moglie masochista di un poliziotto.
Una scena rimasta per sempre nella memoria del cinema spagnolo e non.
Olvido Gara, meglio conosciuta come Alaska, è l’enfant prodige della Movida madrileña. Più tardi sarà considerata la musa del movimento. Nata in Messico, nel 1963 e trasferitasi a Madrid nel 1973, a soli 15 anni fa parte del gruppo musicale Kaka de Luxe, dalle cui ceneri all’inizio degli anni ‘80 nasce il gruppo Alaska y los Pegamoides. In quel periodo i bambini spagnoli ricorderanno Alaska nella presentazione di gusto tutto gotico dell’innovativo programma pomeridiano per ragazzi La Bola de Cristal (La sfera di cristallo), trasmesso dalla Televisión Española. Oggi insieme al compositore Nacho Canut è la cantante del gruppo electro-pop Fangoria, figlio del gruppo Alaska y Dinarama. Il loro ultimo disco, El extraño viaje, del 2006, ha scalato le classifiche spagnole. Il Festival vuole ripercorrere la carriera di questa artista completa che, insieme ad Almodóvar, è una dei protagonisti dell’epoca che meglio si è saputa adattare e reinventare nel post-Movida, come cantante, attrice, presentatrice, imprenditrice e influente intellettuale.
Europa Mon Amour: “Fantasmas do amor”
Un viaggio in Portogallo, terra di confine d’Europa, territorio d’amore e di desiderio imprigionato. La scoperta di un cinema-garage, pre-almodovariano e fuori legge nei lavori di Óscar Alves, realizzati tra la metà e la fine degli anni settanta; il cinema degli anni ottanta, con i film di Joaquim Pinto, tra cui Onde Bate o Sol (1989) con Laura Morante, uno dei titoli più significativi della cinematografia portoghese queer, e Na pedra no bolso (1988), uno dei più belli; i fiammeggianti ritratti notturni di Paulo Rocha nel suo A Raíz do Coração (2000); fino a João Pedro Rodrigues, a Torino con O Fantasma (2000), uno dei più amati-odiati dalla comunità gay, e Odete (2005). In collaborazione con Queer Lisboa.
Classici & Moderni: scelti da Giovanni Minerba
Poco o quasi mai visti; o forse troppo, ma mai abbastanza. Una selezione di 9 film, scelti tra i più belli, o semplicemente per ricordi personali. Immagini sparse: a volte casuali, altre necessarie. Come quelle dei film scelti per ricordare Philippe Noiret (Gli occhiali d’oro, 1987, di Giuliano Montaldo) o Michel Serrault (La cage aux folles-Il vizietto, 1978, di Edouard Molinaro) entrambi scomparsi durante l’anno scorso. O ancora Malanoche in versione restaurata (1986), il film d’esordio di Gus Van Sant e primo vincitore del Festival, la poesia della Trilogia di Terence Davies (The Terence Davies Trilogy) fino al folgorante Madame Satã (2002) di Karim Ainouz, davvero troppo poco visto.
Voice Over
La sezione, nata tre anni fa per promuovere il cinema più sperimentale, anti-narrativo e la video-arte, dà spazio a una serie di artisti e registi di fama internazionale, del passato e del presente, il cui lavoro analizza i vari aspetti e caratteri dell’identità queer.
Terence Koh: Uno dei giovani artisti più rappresentativi del panorama contemporaneo statunitense. Nella sua breve carriera ha già raccolto numerose mostre personali nei più prestigiosi spazi museali del mondo tra cui The Whitney Museum of American Art, The Royal Academy of Arts e Kunsthalle Zürich. Le sue opere sono già presenti nelle più rappresentative collezioni di arte contemporanea, pubbliche e private, come ad esempio quella di Charles Saatchi. Il Festival rende omaggio a Terence Koh, con il supporto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, presentando God (2007), che si può considerare un vero e proprio film-manifesto di tutta la poetica dell’artista, sempre in bilico tra una forte sensibilità decadente e l’estetica della contro-cultura giovanile.
Guy Maddin: Con il suo progetto intitolato Workbooks, il regista canadese offre piccole perle di bellezza cinematografica attraverso una serie di cortometraggi ricchi di spunti estetici e melodramma.
Vincent Dieutre: L’ultimo film di Vincent Dieutre, Después de la revolución (2007), sarà presentato a Torino dal regista stesso: video-diario di un viaggio in Argentina tra ricordo e desiderio.
Patrick Carpentier: Uno dei registi più promettenti di oggi, torna al Festival a presentare due video d’esordio e i primi due capitoli della trilogia L’Irrégularité de la déchirure, dopo averne presentato il terzo, Combat, in concorso, nel 2006.
Peter de Rome: Un particolare omaggio viene reso a Peter De Rome, con la presentazione dei suoi The Erotic Films (1969-1972). Immagini in Super 8 dove convivono arte ed erotismo, i piccoli film di Peter De Rome, acclamati dalla critica e apprezzati da importanti personaggi come Andy Warhol e William Burroughs, sono ancora oggi considerati una vera e propria rarità.
Due i programmi speciali della sezione:
Die Young Stay Pretty
Programma video che indaga le inquietudini e l’estetica del mondo giovanile. Gli spunti arrivano dalla musica con tra gli altri il videoclip Elvis (2007) dei These New Puritans, pupilli del fashion designer della maison Dior, Hedi Slimane; dall’arte con Bruce LaBruce e Slava Mogutin; dal cinema con Pascale Robitaille, giovane cineasta canadese che si è fatto conoscere in numerosi festival internazionali con il suo Dogme 41: Lonely Child, primo film canadese realizzato secondo le regole del manifesto Dogma 95 di Lars von Trier, che al Festival presenterà in anteprima il suo ultimo lavoro Le Gout de néant (2007) e una piccola selezione di cortometraggi.
Lovett/Codagnone: A Personal Shout
John Lovett e Alessandro Codagnone, il duo italo-americano già omaggiato al Festival nella passata edizione, sono quest’anno invitati come curatori a presentare una selezione di video. Il programma, dal titolo A Personal Shout, include tra gli altri lavori di artisti come Shahryar Nashat, Glen Fogel, Monica Bonvicini e Assume Vivid Astro Focus.
Tra gli altri lavori spiccano Brüder, laßt uns lustig sein (2006) del regista austriaco Ulrich Seidl, autore dei bellissimi Canicola e Import-Export, La Camera (2006) di Rä di Martino, con Filippo Timi, Entracte (2007) di Yann Gonzalez, Induction (2006) di Nicolas Provost, Patterns Trilogy (2005-2006) di Jamie Travis, menzione speciale al Festival lo scorso anno con The Saddest Boy in the World, e New York Story (2007) di Nicolas Jenkins, documentario poetico sulla vita di Genesis P-Orridge.
Compagne di scuola
Un excursus da Mädchen in Uniform (1931) di Leontine Sagan a Naissance des pieuvres (2007) di Céline Sciamma sul visitatissimo tema letterario e cinematografico dell’amore che sboccia tra le mura di scuola. Al suo interno, e introdotto dal documentario It’s Still Elementary di Debra Chasnoff e Johnny Simons, sarà organizzato un workshop per educatori e insegnanti impegnati ad affrontare le tematiche LGBTQ nelle scuole. Alcuni titoli: Olivia (Jaqueline Audry, 1951), The Children’s Hour (William Wyler, 1961), Loving Annabelle (Katherine Brooks, 2006).
Jodie: un’icona
Una serata dedicata al talento di Jodie Foster, attrice capace da sempre di incarnare un’icona lesbica pur non avendo mai interpratato film a esplicita tematica. Il documentario di Pratibha Parmar Jodie: An Icon racconta come questo sia avvenuto nel corso di più di trent’anni di carriera. Hotel New Hampshire di Toni Richardson, maestro del Free Cinema inglese, è a torto uno dei titoli meno noti in Italia e mostra una giovane Jodie ben disposta a giocare con l’identità queer.
Premio Speciale a Andrea Sperling
Dopo Andrea Occhipinti, Paul Vecchiali e Lino Banfi, il Premio Speciale del Festival va all’americana Andrea Sperling, produttrice di circa trenta tra lungo e cortometraggi, molti dei quali a tematica glbt, che ha iniziato la sua carriera con i primi due film di Gregg Araki, The Living End (1992), e Totally F***ed Up (1993). Recentemente ha prodotto, tra gli altri, D.E.B.S (2004) di Angela Robinson e l’anno scorso, Itty Bitty Titty Committee, firmato da Jamie Babbit, sua compagna di vita. In occasione della consegna del premio, il Festival ripropone But I’m a Cheerleader (1999), il primo successo di pubblico diretto da Jamie Babbit. Entrambe saranno presenti a Torino.
The Angelic Conversation: A Live Performance in Memory of John Balance
In collaborazione con Musica 90, un omaggio dedicato al connubio artistico Derek Jarman/Coil e alla figura di John Balance, uno dei membri fondatori del gruppo, scomparso nel 2004. L’appuntamento è incentrato sulla proiezione di The Angelic Conversation, capolavoro di Derek Jarman, per il quale i Coil composero le musiche originali nel 1985.
Per l’occasione Peter Christopherson and The Threshold HouseBoys Choir accompagna la proiezione del film, rimusicandolo in una live performance appositamente creata per questo progetto e supportata dal prezioso intervento di amici storici del gruppo come David Tibet dei Current 93 e Ivan Pavlov/COH. L’appuntamento è previsto per il 16 aprile 2008, come serata di pre-apertura del Festival.
Uscire da My$pace
Posted by thx1138 in vari altrove on February 7, 2008
POLITICS OF THE BUSINE$$
Prima che qualcuno ci fotta anche la vecchia versione su internet archive pubblico una copia (in versione solo testo) di questo interessante articolo sulle politiche di My$pace. Un ringraziamento particolare a Pinke per averci fornito il link sottostante. Many tanx!
(^o^)/
da http://web.archive.org/web/20060831151131/http://diy.mianonna.it/index.php/Uscire_da_MySpace
Uscire da MySpace
Da DIY.
Jump to: navigation, search
Contents
[hide]
* 1 I nostri interrogativi
* 2 Come funziona
o 2.1 Come e’ fatto
o 2.2 Il design e l’efficienza
* 3 DA RIORDINARE / Copyright: Mettere la propria musica su MySpace e’ rischioso?
o 3.1 Billy Bragg solleva l’attenzione
o 3.2 Un esempio da non seguire: YouTube
o 3.3 Le Condizioni di Uso di MySpace
* 4 Privacy/Controllo sociale
* 5 Politica/Media: Chi e’ Murdoch e qual e’ il suo ruolo nell’attuale panorama mediatico
* 6 Economia di MySpace
o 6.1 Perche’ MySpace vale cosi’ tanto? Che guadagni produce?
o 6.2 Gli inserzionisti pubblicitari
o 6.3 MySpaceTelevision?
o 6.4 I nostri profili e la pubblicita’
o 6.5 Scenari – Siamo tutte modelle
o 6.6 I motori di ricerca
o 6.7 L’integrazione sociale delle multinazionali mediatiche
o 6.8 Social integration by the media conglomerates
* 7 Problemi Tech – I Worm e l’effetto-valanga delle reti di relazioni
* 8 Esistono gia’ delle alternative ?
* 9 Chi sta raccogliendo i nostri spunti di riflessione
* 10 Ancora da leggere, classificare, riassumere, tradurre…AGGIUNGI QUI I LINK AD ALTRI CONTRIBUTI
o 10.1 Capire MySpace
o 10.2 Utenti particolari
o 10.3 Falsi timori
[edit]
I nostri interrogativi
Durante la preparazione del DIY Festival del 2006 si diffondono i primi interrogativi a proposito di MySpace all’interno del giro delle distro che partecipano al festival. Ne viene fuori il desiderio di discuterne assieme durante la festa di Radio Blackout. Poi sulla mailing list di (L)eft si inizia a parlare di allontanarsi da MySpace, di perché e di come farlo. Il portale di Murdoch, come molti altri servizi commerciali su internet, e’ apparentemente gratuito, ma in realta’ lo paghiamo molto caro. Lo paghiamo non solo tramite i banner pubblicitari che vediamo ma soprattutto con i dati che noi, i nostri amici e i nostri fans inviamo a ogni clic su MySpace. Dando a una delle principali multinazionali la possibilita’ di analizzare e controllare i nostri gusti e le nostre amicizie, di vendere i risultati al miglior offerente, e in ultima analisi di costruire un mondo di pubblicita’ costruiro su misura per noi.
[edit]
Come funziona
[edit]
Come e’ fatto
* How MySpace Works e’ una buona spiegazione (in inglese) del funzionamento di MySpace, articolato in queste sezioni: "Cos’e’ il Social Networking – La rete degli amici degli amici – Aspetti economici e fonti di introiti – Aspetti tecnici e infrastrutture – Apertura e utilizzo di un account – Ricerca tra gli utenti, i Forum e i Gruppi – MySpace Music – Sicurezza"
* La pagina di wikipedia (si veda in particolare la sezione Criticism_of_MySpace)
[edit]
Il design e l’efficienza
Brutto in apparenza, MySpace e’ in realta’ basato su un ottimo design. Il termine Design riguarda infatti non l’aspetto estetico ma il modo in cui qualcosa funziona. E MySpace funziona molto efficacemente: e’ il sito web che piu’ velocemente e’ passato da una bassa a una altissima visibilita’ e frequentazione. Anche se chi ci naviga non ne ha spesso una buona impressione estetica, MySpace fa quello che la gente si aspetta (mettere in relazione le persone) e lo fa molto bene, e la gente e’ contenta. Inoltre, dato che si punta molto sulla possibilita’ di personalizzazione della pagina da parte dell’utente, e’ perfino inutile cercare di fornire il design perfetto.
* Ugly good design – http://www.weblogsky.com/archives/000926.html
* http://www.thinkvitamin.com/features/design/the-myspace-problem
* http://bokardo.com/archives/more-on-the-myspace-problem
[edit]
DA RIORDINARE / Copyright: Mettere la propria musica su MySpace e’ rischioso?
[edit]
Billy Bragg solleva l’attenzione
Billy Bragg di recente ha ritirato la sua musica dal sito Myspace.com. Nel suo blog l’artista inglese, famoso per le sue battaglie politiche e per la sua musica di matrice folk-punk-rock, si accanisce contro la giovane società di Rupert Murdoch.
“Qualcuno con il quale lavoriamo è stato talmente intelligente da leggere la pagina delle condizioni che devi accettare per pubblicare su MySpace; ha trovato che una volta pubblicata la propria musica, essa appartiene a MySpace (aka Rupert Murdoch) e loro possono farci quello che vogliono, in tutto il mondo e senza pagare l’artista”. “Nel momento in cui pubblicate ogni tipo di contenuto, messaggi, testo, file, immagini, foto, video, suoni, profili, lavori di autori o ogni tipo di materiale su o attraverso il servizio, conferite in questo modo a MySpace una licenza non esclusiva, senza royalty, a livello mondiale per utilizzare, copiare, modificare, adattare, tradurre, utilizzare in pubblicità, vendere, riprodurre, trasmettere e distribuire i contenuti attraverso il servizio”.
Immediate le reazioni del portavoce di Myspace.com, il quale ha dichiarato: "A causa della confusione causata dall’utilizzo di termini eccessivamente complicati c’è stata un po’ di confusione; adesso stiamo cercando di modificare i termini del contratto e chiarire che MySpace vuole solo permettere all’artista di condividere il proprio lavoro nel miglior modo possibile” – http://www.freakout-online.com/news.aspx?idnews=1725
A fine giugno 2006 arrivano i cambi alla policy di MySpace, per cui TUTTI I DIRITTI RESTEREBBERO AGLI UTENTI (da verificare!) – http://www.digitalmusicnews.com/yesterday/june2006#062906bragg
Fine luglio 2006 – ("confermato da boing boing" 🙂 – Billy Bragg’s highly publicized campaign against MySpace’s crummy, grabby terms of service has been successful. MySpace has revised its terms so that musicians who upload to the site retain control of their works, and MySpace/NewsCorp/Fox can’t sell those songs without contracting with the musicians – http://www.boingboing.net/2006/07/27/billy_bragg_gets_mys.html
[edit]
Un esempio da non seguire: YouTube
agosto 2006 – Il caso YouTube: analizzando le condizioni di uso si rileva che pubblicare un video su YouTube significa dare a YouTube la possibilita’ di realizzare con quel video compilation commerciali e qualsiasi altra schifezza. Molto probabilmente queste condizioni valgono anche per altri servizi online. Un’analisi, semplice e in italiano, delle condizioni d’uso di MySpace ancora non esiste.
[edit]
Le Condizioni di Uso di MySpace
* Modificate a fine giugno 2006 dopo la protesta di Billy Bragg – http://www.digitalmusicnews.com/yesterday/june2006#062906bragg
* http://collect.myspace.com/misc/privacy.html?z=1
* IP address, profile information, aggregate user data, and browser type, from users and visitors to the site. This data is used to manage the website, track usage and improve the website services. This non-personally-identifiable information may be shared with third-parties to provide more relevant services and advertisements to members
* "Third Party Advertising " – allows an ad network to deliver targeted advertisements that they believe will be of most interest to you
* YouTube ha proceduto piu’ o meno all’inverso, cioe’ sembra che abbia introdotto (in un secondo momento) condizioni d’uso pericolose come quelle inizialmente adottate da MySpace – 1) http://blog.wired.com/music/#1523392 – 2) http://www.boingboing.net/2006/07/20/more_on_youtubes_con.html
[edit]
Privacy/Controllo sociale
NSA progetta l’intercettazione del Web – I siti di social networking come MySpace sono una della nuove frontiere del controllo sociale. Una mole sterminata di dati e informazioni e -quel che piu’ conta- di relazioni tra le persone.
Un aspetto interessante: non tutto quello che pubblichiamo su MySpace e’ reale. Chi ci impedisce di creare account farlocchi con gusti farlocchi? etc., etc., etc…
My space’ turns out to be ‘our space’ – Le conseguenze impreviste della totale e pubblica condivisione di gusti, abitudini, immagini, pensieri. Cosa succede quando il preside o il datore di lavoro guardano la tua pagina su MySpace?
Gli spammer corteggiano gli utenti MySpace Questa simpatica gente che per soldi riempie le nostre mailbox di e-mail sul V14grA ora bersaglia gli utenti MySpace con messaggi di tipo promozionale, nei quali vengono offerti soldi in cambio di contatti e nominativi personali degli amici.
L’aviazione militare Americana "studia" i blog
The age of privacy – Gen Y not shy sharing online — but worries about spying
Ministry of Love, how may I direct your call?
US government funds social network snooping
"(…) as a state agency, recruiters accessed a guy’s Facebook account under the auspices of the Patriot Act"
MySpace tra malware, guasti e Marines Il corpo statunitense dei Marines usa la popolarita’ di MySpace per convincere i giovani a entrare nell’esercito, praticando una strategia pervasiva e virale di marketing attraverso il social network. I soldati già arruolati entrano in contatto con le potenziali nuove leve, le aggiungono alla propria rete di amicizie e cercano di convincerli ad intraprendere la carriera militare.
[edit]
Politica/Media: Chi e’ Murdoch e qual e’ il suo ruolo nell’attuale panorama mediatico
"My ultimate plan is to rule the world" (R. Murdoch, novembre 2005)
Non e’ difficile trovare dichiarazioni e interviste a Murdoch in cui egli sostiene la politica di Bush, condividendo le posizioni conservatrici, imperialiste e razziste dei neo-con. In passato ha sostenuto politici come Reagan, la Thatcher e Major, ma in altri casi ha appoggiato formazioni di posizioni opposte quando la loro vittoria elettorale si profilava all’orizzonte. Nonostante i tentativi di insabbiamento, sono state documentate strategie aziendali per influenzare le elezioni australiane del 2004. L’orientamento di Murdoch non e’ solamente una posizione personale, ma si riflette pesantemente nella politica editoriale del suo gruppo. Gli organi di informazione della News Corporation prendono generalmente posizione a favore degli USA e di Israele, occasionalmente contro la Francia e l’invasione dell’Iraq che ha dato inizio alla seconda guerra del Golfo e’ stata appoggiata da tutti i 175 quotidiani posseduti nel mondo da Murdoch: sono inoltre noti per i dettagliati racconti della vita personale degli individui. Tra i dirigenti della News Corporation si nota la presenza di Jose Maria Aznar, ex primo ministro spagnolo del partito popolare, e di Viet Dinh, ideatore del famigerato e liberticida Patriot Act.
* Murdoch: an emperor leading a revolution – http://observer.guardian.co.uk/business/story/0,,1799950,00.html
* Digger delves deep in his quest to find eternal youth in cyberspace – http://observer.guardian.co.uk/business/story/0,,1799951,00.html
[edit]
Economia di MySpace
[edit]
Perche’ MySpace vale cosi’ tanto? Che guadagni produce?
Come puo’ MySpace valere oltre mezzo miliardo di dollari se non ha dietro di se’ un appropriato modello di business? La risposta e’: dati, informazioni e marketing. Qualsiasi dettaglio delle relazioni fra me e te. Gli articoli su cui ti soffermi, le band che preferisci. Quali tipologie di utenti diventano tuoi amici e quali no. Il modo in cui una certa fascia demografica di utenti reagisce a quello che tu fai – Why Web 2.0 will end your privacy – http://www.bit-tech.net/columns/2006/06/03/web_2_privacy/1.html
[edit]
Gli inserzionisti pubblicitari
La quantita’ di dati che MySpace ha registrato e continuamente registra relativamente ai suoi utenti -gusti, preferenze, affinita’, scelte- da’ alla News Corp. la possibilita’ di aggregare il pubblico in fasce come nessun altro – e di vendere queste fasce di utenti agli inserzionisti pubblicitari. MySpace puo’ diventare una colossale macchina da pubblicita’ e una minaccia per MTV, grazie anche alle altre acquisizioni compiute da Murdoch tra i servizi web piu’ appetibili per gli inserzionisti pubblicitari.
* Of Social Nets & Business Models – http://gigaom.com/2006/06/19/of-social-networks-and-business-models/
* His Space – http://wired.com/wired/archive/14.07/murdoch_pr.html
* News Corp. Likes Those Dot Coms Where The Kids Hang Out; Buys IGN – http://www.techdirt.com/articles/20050908/0346231.shtml
[edit]
MySpaceTelevision?
Oltre che come bacino pubblicitario, MySpace puo’ essere visto come lo strumento della News Corporation per entrare in concorrenza con MTV. Dalla mente di Murdoch potrebbe nascere un canale TV/satellite dove convogliare l’utenza di MySpace – http://gigaom.com/2005/08/06/why-murdoch-bought-myspace
[edit]
I nostri profili e la pubblicita’
La possibilità di pubblicizzare un negozio solo a chi risiede in una certa zona, la possibilità di segnalare un prodotto o servizio solo a chi fa una certa professione, la possibilità di conoscere sesso, età e altri dati sensibili è la vera nuova frontiera dell’advertising. Non si parla del classico spam che propone in maniera indistinta la vendita truffaldina di Rolex o Viagra, ma della creazione di un profilo per ogni consumatore, che possa permettere di indirizzargli una pubblicità personalizzata. Questa è la nuova frontiera verso la quale ci si sta muovendo. Ciò può apparire estremamente complesso, ma esempi recenti mostrano come basti poco per ottenere informazioni personali, e come siamo pronti a "svendere" i nostri dati sensibili – "Registrazioni e tutela della privacy / L’esaltazione della logica Do ut des – http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4963&numero=999
[edit]
Scenari – Siamo tutte modelle
MySpace potrebbe essere un ambiente dove sperimentare nuove forme di pubblicita’, magari basate sulle reti di amici, sulla personalizzazione degli annunci o sulla produzione di annunci da parte di alcuni degli stessi utenti.
Sfruttare la propensione creativa o la fame di celebrita’ degli utenti per ottenere spot, banner, messaggi pubblicitari che veicolano il messaggio di un cliente pagante – ricompensando gli utenti in termini di popolarita’.
Per reclamizzare un prodotto, invece di sfruttare la costosa celebrita’ di un divo, si puo’ sfruttare la micro-celebrita’ di un utente presso la sua rete di amici, facendogli produrre un messaggio pubblicitario o ricollegando in altro modo a lui il messaggio.
A parte la trascurabile presenza di chi si pone problemi di privacy e data la che stuzzicherebbe molte persone, in effetti ci possiamo aspettare che una forma di pubblicita’ di questo tipo prenda piede.
Attualmente la pubblicita’ nelle pagine personali di MySpace sembra essere limitata a un imponente banner di apertura. Alcuni inserzionisti nutrono poca fiducia nell’accostare i propri brand a pagine con poco controllo editoriale e i manager di MySpace sembrano assecondare questo timore, affermando che da un punto di vista pubblicitario verranno valorizzati soprattutto gli spazi piu’ sotto controllo e ufficiali ("Books, Comedy, Film…").
Ma questo approccio potrebbe non essere soddisfacente. Probabilmente MySpace diventera’ molto redditizio solo quando si stabilira’ fiducia reciproca tra utenti e inserzionisti. Tenere gli inserzionisti fuori dalle pagine degli utenti non integrera’ i due soggetti, ma al contrario li terra’ separati.
Uno scenario:
* Una studentessa guarda la propria pagina. Osservando il video pubblicitario di una ditta di scarpe, riconosce nelle immagini una compagna di classe. Subito entra in chat con un’amica universitaria e le racconta cosa ha visto. L’amica le risponde di aver gia’ visto quello spot. Nel suo caso, la protagonista era una ragazza con cui lei frequenta l’universita’.
Se i social network sono un nuovo mezzo per l’espressione di se’ e se sono regolati da un modello nuovo, dal punto di vista di chi fa i soldi con la pubblicita’ e’ importante individuare questo nuovo modello e applicarlo alla pubblicita’: dare agli inserzionisti la possibilita’ di interagire con gli utenti puo’ significare la costituzione di un rapporto e quindi di una mutua fiducia tra gli inserzionisti, MySpace e gli utenti.
Questa mutua fiducia, moltiplicata per il numero di campagne pubblicitarie e per il numero di utenti, si propagherebbe quindi in tutto il social network (cioe’ all’interno di MySpace), e in un modo completamente naturale per il network stesso.
Va notato che campagne pubblicitarie condotte in un modo come questo non potrebbero venire implementate in nessun altro mezzo di comunicazione – Of Social Nets & Business Models – http://gigaom.com/2006/06/19/of-social-networks-and-business-models/
[edit]
I motori di ricerca
Attratti dal numero dei suoi utenti, gia’ alto e in continua crescita, durante il 2006 tutti i principali motori di ricerca hanno cercato di avvicinarsi a MySpace. In essi Murdoch ha cercato e trovato una remunerativa fonte di introito con cui sfruttare la popolarità del suo portale. Una percentuale non trascurabile del traffico in entrata verso i motori di ricerca infatti ormai proviene da MySpace: per Google si tratta dell’8% di accessi (dati di aprile 2006), che significano 400 milioni di dollari di entrate all’anno (alla fine di luglio 2006 la percentuale risulta essere salita all’11,8%). Alla fine di giugno 2006, l’analista informatico Om Malik ipotizza che MySpace potrebbe cercare un accordo con Google per monetizzare l’utenza che riesce a spingere verso il motore di ricerca. All’inizio di agosto 2006, News Corporation e Google firmano un contratto. L’interesse di Google verso la comunita’ degli utenti di MySpace, le loro abitudini e le loro chiavi di ricerca viene quantificato in 900 milioni di dollari, che il motore di ricerca paghera’ a News Corp. per poter fornire in esclusiva i servizi di ricerca interna al portale e i servizi di pubblicita’ personalizzata di altri portali del gruppo di Murdoch.
Centinaia di milioni di utenti MySpace sono diventati oggetto delle analisi e delle attenzioni congiunte della principale multinazionale dei media e del protagonista mondiale dei sistemi di ricerca. Questi due potenti soggetti, ricchi di una profonda conoscenza dei rispettivi settori d’intervento, hanno ora la possibilita’ di sperimentare nuovi sistemi per fare soldi, in un ambiente la cui fisionomia non ha precedenti e che e’ costituito da utenti fortissimamente interrelati fra loro.
Secondo altre analisi, effettuate prima di questo accordo, MySpace non era una fonte di veri introiti diretti per Google, anche se costituiva una importante fonte di visibilita’ per i video ospitati da Google Video.
[edit]
L’integrazione sociale delle multinazionali mediatiche
Per alcuni aspetti AOL considera la Rete come un proprio dipendente, soggetto alle regole dei servizi di sua proprietà e si erge a custode, lasciando passare soltanto ciò che ritiene utile e fruttuoso dal punto di vista economico. È esattamente questo il modo in cui i Media convenzionali (soprattutto Hollywood) considerano i Social Media, cioè gli strumenti, gli eventi e i canali mediatici indipendenti fatti direttamente dalle persone. Ma, dato che la Rete non è mai stata una dipendente al servizio di AOL, si può dire che i Social Media non finiranno per essere assoggettati ai media convenzionali. Infatti i Social Media, diffondendosi sempre più, inizieranno ad entrare in competizione con la fascia di consumatori dei media convenzionali. Resta pur vero che i prodotti realizzati e distribuiti dagli “operatori del comunicare sociale” hanno un valore qualitativo più basso a causa dei pochi fondi disponibili, eppure questi sapranno competere con Hollywood perché hanno una marcia in più: il fattore di coinvolgimento personale. Questa è la ricchezza dei Social Media che manca totalmente ai media convenzionali. Questo è il fattore che pareggerà sulla bilancia lo scarso valore produttivo insito nei “prodotti” dei Social Media e continuerà a sottrarre fette di mercato ai media convenzionali. Le grosse compagnie mediatiche dovrebbero guardare ai Social Media con gli stessi occhi con cui hanno assistito alla scalata delle TV via cavo. Queste hanno strappato quasi la metà dell’intero mercato televisivo tradizionale, spingendo i grossi gruppi mediatici ad integrarsi nel nuovo sistema di trasmissione via cavo per non rischiare d’essere tagliati fuori definitivamente. Lo stesso dovrebbe avvenire con i Social Media. Le compagnie mediatiche dovrebbero seguire la strategia dell’ integrazione sociale. Rupert Murdoch ha già compiuto il primo passo e pare che anche la NBC voglia cautamente muoversi in questo senso.
[edit]
Social integration by the media conglomerates
To some extent, AOL treated the Internet as a subset of its proprietary service, positioning itself as the gatekeeper to what they deemed valuable and worthy. This is precisely the way traditional media (especially Hollywood) views social media today. But just as the Internet was not a subset of AOL, social media will not become a subset of traditional media. In fact, social media will increasingly begin to compete directly with traditional media consumption. Yes, it is true that the media output produced and distributed by the audience itself will generally be of lower production value and quality. Even so, they will prove highly competitive to Hollywood products, as the personal engagement factor inherent in personal media outweighs any loss of production value – (…) – Social media will continue to take market share away from traditional media, regardless of whether the media companies participate or not – (…) – The media conglomerates should view social media much like they did the rise of cable TV. Cable eventually took half the market away from traditional broadcast TV, so the media conglomerates vertically and horizontally integrated their way into cable in order to buy back market share. They should do the same with social media by pursuing a strategy of social integration. Rupert Murdoch already made his first move, and it looks like NBC is about to take their first baby steps – http://gigaom.com/2006/07/11/the-rise-of-the-socially-integrated-media-empire/
[edit]
Problemi Tech – I Worm e l’effetto-valanga delle reti di relazioni
(…) Samy ha scritto del codice Javascript nonstandard (che però veniva eseguito lo stesso dai browser delle vittime ma ignorato dai filtri di sicurezza di Myspace), e l’ha piazzato nella propria pagina su Myspace. Qualunque utente di Myspace che visitava la pagina di Samy avendo attivo Javascript (cosa pressoché indispensabile per poter usare i servizi di Myspace) eseguiva automaticamente e inconsapevolmente il codice, che aggiungeva Samy alla lista degli amici del visitatore: questo normalmente richiede il permesso del visitatore, ma il codice scritto da Samy scavalcava la richiesta. Fatto questo, il codice virale si iniettava nella pagina Myspace del visitatore, così qualunque altro utente Myspace che visitava la pagina infetta si infettava a sua volta, e così via. L’effetto valanga è stato inevitabile – http://attivissimo.blogspot.com/2005/10/myspace-vittima-del-primo-worm.html
* Worm Targets MySpace Users, Symantec Warns – A worm is targeting MySpace users, compromising their "About me" pages and infecting visitors to them, Symantec has warned. When a logged-in MySpace user goes to another member’s "About me" page affected by the ACTS.Spaceflash worm, they are quietly redirected to a URL that holds a malicious Macromedia Flash file, the security company said in an advisory on Spaceflash – http://www.gigalaw.com/news/2006/07/worm-targets-myspace-users-symantec.html
[edit]
Esistono gia’ delle alternative ?
Mugshot e’ un sito analogo a MySpace realizzato da Red Hat, una delle principali aziende del mondo dell’Open Source – http://arstechnica.com/news.ars/post/20060531-6955.html
Jamendo si basa solo su musica libera e (forse) offre alcune delle funzioni fornite da MySpace.
[edit]
Chi sta raccogliendo i nostri spunti di riflessione
IL ROVESCIO DI MYSPACE – http://www.produzionidalbasso.com/blog/permalink/151.html
dalla mailing list Hackmeeting: thread "calenda" – https://www.autistici.org/pipermail/hackmeeting/2006-June/000619.html
bogianen.biz – http://bogianen.biz/2006/06/09/diy-myspace-e-hotmail – http://bogianen.biz/2006/07/05/progetti/
[edit]
Ancora da leggere, classificare, riassumere, tradurre…AGGIUNGI QUI I LINK AD ALTRI CONTRIBUTI
* The man who put teenagers’ lives online – la storia di Chris DeWolfe, co-fondatore di MySpace
* Raff posted his song Saturday, July 8 (…) eventually 2,500 people heard the song (…) then it was gone. On his site, Raff said he got a message on Tuesday, July 11, from MySpace.com: "MySpace has deleted your profile because we received a credible complaint of your violation of the MySpace Terms of Services" – http://www.publicknowledge.org/node/525
* KnowMoreSpace – a grassroots, web-based community dedicated to chronicling and resisting corporate attacks on democracy, worker’s and human rights, fair trade, business ethics and the environment
[edit]
Capire MySpace
* http://mashable.com/2006/03/27/if-you-dont-get-myspace-youre-a-lametard –
* Believe me: you can’t build the next MySpace. You may think you can, but you can’t. And don’t go thinking you can win by having more features: social software doesn’t work like that.* In the same way that you can’t beat eBay by charging lower fees, MySpace won’t be beaten by a feature-rich competitor. It’s a marketplace, and marketplaces need critical mass. You might be able to beat MySpace (and eventually, someone will) by disrupting their core business, but right now it makes more sense to build services that can ride the social-networking wave – in other words, feeding the MySpace beast – http://mashable.com/2006/04/19/feeding-the-myspace-beast/
* Everyone trying to compete with MySpace: this is the ticket. MySpace is going to keep pushing out, leveraging its enormous userbase to try to marginalize everyone offering a community for exchanging blogs, audio, and video. If there’s one hope for beating out the advantages of the massive MySpace community, it’s going to be building a distributed, collaborative social network that spans multiple sites. Bottom line: it’s time for social networking to break out of the walled garden – http://btwg.wordpress.com/
* http://www.whatmyspacemeans.com
* MySpace’s Trip to The Top – http://backslash.slashdot.org/article.pl?sid=06/07/13/0637204&from=rss
* MySpace to Secondary Markets: Drop Dead – http://www.tiara.org/blog/?p=222
[edit]
Utenti particolari
* Marines Use MySpace to Recruit: http://www.wired.com/news/wireservice/0,71448-0.html?tw=rss.index
* 🙂 NON SAPPIAMO PIU’ IN COSA CREDERE! Anche la Electronic Frontier Foundation usa MySpace! http://www.myspace.com/efforg
[edit]
Falsi timori
* MySpace, a place without MyParents : i bambini trovano l’orco su MySpace? un’analisi dell’isteria di massa che sta circondando MySpace e altri siti di social networking
* Caccia alle streghe contro MySpace? – Now It’s Time For Summer Camps To Freak Out Over MySpace – http://techdirt.com/articles/20060622/1148229.shtml
* Congress Now Blaming MySpace For Troubled Children – http://techdirt.com/articles/20060711/1959221.shtml
Ricavato da "http://diy.mianonna.it/index.php/Uscire_da_MySpace"
Views
* Article
* Discussion
* Edit
* History
Personal tools
* Log in
navigazione
* Home page
* Eventi
* Ultime modifiche
* Aiuto
Cerca
Toolbox
* Pagine che linkano questa
* Modifiche correlate
* Pagine speciali
* Versione stampabile
* Permanent link
MediaWiki
* Ultima modifica il 16:17, 9 Ago 2006.
* Questo articolo è stato letto 3.231 volte.
* Privacy policy
* A proposito di DIY
* Disclaimers
Ecco perchè voglio fottere Myspace
Posted by thx1138 in vari altrove on February 6, 2008
da http://www.punk4free.org/modules.php?name=News&file=article&sid=224
Leggete questo articolo:
– Uscire da MySpace @ diy.mianonna.it –
MySpace.com e’ il trend del momento. La facciata peggiore del fenomeno blog.
Tutti di corsa a crearsi un profilo, uploadare due immaginette really
cool ed iniziare a contattare gli amici degli amici degli amici di
qualche sconosciuto, per aumentare i contatti e la visibilita’. Sia che
vogliate nutrire il vostro ego, sia che vogliate far conoscere la
vostra musica, sia che speriate disperatamente di trovare una ragazza
senza smuovere il culo dalla sedia.
Social networking lo chiamano.
E’ maledettamente comodo e non sarebbe neanche tanto male se non ci stessimo mettendo tutti in mano alle nuove super aziende del momento che ci usano come puttane per il loro marketing.
Perche’ MySpace = Rupert Murdoch = News Corp = Sky = Fox = una dozzina di quotidiani.
Non vi ricorda qualcosa e qualcuno di tipicamente italiano?
Le ragioni per boicottare MySpace sono diverse e di diversa natura:
1 – Informatica: MySpace.com e’ solo un’accozzaglia di
pagine web mal disegnate e poco accessibili, oltre che un calderone di
script di vario tipo. Il tutto poco sicuro ed hostato su una
piattaforma closed-source (ovviamente di cara mamma Micro$oft).
2 – Etica: inutile spingere il do it yourself e qualunque
tipo di politica di riappropriazione della propria musica se poi la si
da in mano ad uno dei piu’ grandi magnati del mondo, che non ha ancora
chiarito quali diritti si riserva di esercitare sulla musica stessa.
E’ palese poi che punk ed affini non dovrebbero andare a braccetto con
uno dei siti piu’ grandi e frequentati dell’intera internet, in mano ad
una multinazionale americana, valutato oltre mezzo miliardo di dollari
e lanciato verso guadagni ancor piu’ alti.
3 – Privacy: il principale metodo che ha MySpace per
batter cassa e’ registrare tutti i tuoi gusti, le tue preferenze, cio’
che leggi e cio’ che non leggi, cio’ che ti fa incazzare e cio’ che ti
piace, al fine di farne un po’ quel che preferisce, oggi come in un
ignoto futuro.
Non poco allettante la possibilita’ di vendere questi dati ad altre
compagnie o di creare pubblicita’ mirate da mandare agli utenti in base
ai gusti che hanno espresso (un po’ come fa GMail).
Le alternative ci sono gia’ e sono da tenere d’occhio.
Per i link vi rimando all’articolo su diy.mianonna.it segnalato ad inizio news.
In ogni caso, cio’ che l’utente medio fa su MySpace, ovvero rendere
disponibile la propria musica, parlare un po’ di se’ e crearsi una rete
di contatti, si puo’ fare con un semplice blog ed un po’ di studio (giusto un po’).
In questo modo si potrebbe creare una rete decentralizzata ed
eterogenea, probabilmente sostenuta da strumenti liberi ed open-source,
priva di grandi fratelli pronti a guadagnarci sopra.
Ed e’ solo un’idea. Si sa, l’informatica permette soluzioni virtualmente infinite.
E sono tutte da preferirsi ai sistemi monopolistici del miliardario di turno.
Concludo invitandovi ancora a leggere l’articolo Uscire da MySpace @ diy.mianonna.it
nel quale trovere approfondite tutte le tematiche che ho accennato:
come funziona MySpace nel dettaglio, la questione dei diritti degli
utenti sulla propria musica, la privacy violata, la figura di Murdoch,
i guadagni astronomici del sito, le alternative.
Trattandosi di un wiki, inoltre, l’articolo continuera’ a crescere ed arricchirsi, quindi tenetelo d’occhio.
sberla54
*LINKS*
Diy.MiaNonna.it – Un wiki per il Portale Autoproduzioni.
—-> un nascente punto d’incontro per il mondo dell’autoproduzione – leggete il manifesto del sito per saperne di piu’.
Iscrizione alla Mailing List di Diy.MiaNonna.it
link:
http://consumerist.com/consumer/fuck-myspace/fuck-myspace-were-deleting-our-profile-174723.php
“La mia guerra contro la P-2” intervista con Jose’ Palozzi, editore di Quorum; da Frigo # 29
Posted by thx1138 in vari altrove on January 15, 2008
La mia guerra contro la P-2
Intervista con Jose’ Palozzi. Da Frigidaire n° 29
Questo articolo narra le oscure e tetre vicende connesse alla loggia massonica segreta "Propaganda 2", nota come "loggia P2". L’intervistato Jose’ Palozzi racconta di come ha rischiato la vita per aver pubblicato la rivista "Quorum" stampata in proprio in Argentina con i suoi soldi, dei fatti e misfatti ad opera di Licio Gelli e dei suoi affiliati, di come il governo italiano abbia dato contributi per la costruzione ed il trasporto dei macchinari per la realizzazione di alcune fabbriche di cocaina nel Sud America durante gli anni 70-80, nonche’ del traffico di armi ed altri business illegali. Molto interessante e illuminante. Sembra incredibile ma dopo tutte queste malefatte Licio Gelli e’ tutt’ora a piede libero, vive a Pistoia viene invitato a conferenze sulla massoneria (anche se ha dichiarato di non farne piu’ parte in una recente intervista…) e se la ride mentre viene intervistato in TV.
Jose’ Palozzi e’ un giornalista italiano di Roma, ha vissuto vari anni in Sud America, ha girato il mondo ed ha conosciuto anche Mao Tse Dong. Sua moglie Maria Josephina Morales co-editore di Quorum e’ dovuta fuggire dall’Argentina in Italia dopo un tentativo di sequestro.
Trame Atlantiche – Rapporti tra Servizi Segreti, P2, Mafia, Terrorismo
2 h 3 min – 21-giu-2007 – ***** (1 valutazione)
…28
Maggio / Università di Pisa. www.chimeraweb.net presenta: Conferenza
"Trame Atlantiche", con Aldo Giannuli (storico), Libero
http://video.google.it/videoplay?docid=8299169829475859232
Your friendly neighborhood THX 1138
xxx
Speciale “Halloween. The beginning” diretto da Rob Zombie
Posted by thx1138 in vari altrove on January 14, 2008
Speciale "Halloween. The beginning"
Daeg Faerch interpreta il piccolo Michael Meyers nel nuovo film di Rob Zombie
Segnalo l’uscita del nuovo film di Rob Zombie "HALLOWEEN – The
beginning". Un bellissimo horror che ti tiene sulle spine fino
all’ultimo minuto; notevole interpretazione di Malcolm McDowell nei
panni dello psichiatra del piccolo Michael Meyers. Nel film compare anche la splendida Sheri Moon Zombie (Deborah Meyers, la madre di Michael) compagna del regista e protagonista del suo precedente film "La Casa Dai 1000 Corpi". Ottime musiche oltre
al tema originale di Halloween scritto da John Carpenter; molto
godibile se siete appassionati del genere horror; di gran lunga il piu’
cruento della serie di Halloween.
Your friendly neighborhood THX 1138
Halloween photos:
Sheri Moon Zombie gallery:
link:
Malcolm McDowell parla di "Halloween The Beginning" http://movies.about.com/od/halloween/a/halloween82807.htm
xxx
In god we trust, inc.
Posted by thx1138 in vari altrove on January 8, 2008
In god we trust, inc.
« Sono nichilista, antagonista, violenta e orribile, ma non ancora obliterata. »
Lydia Lunch
i baci vanno solo a: Zio Jo, Lando, Sara, Alessio, Enrico, Walter, Maria Rita, Rita, Rossella, Cristina.
Your friendly neighborhood THX1138
xxx