Nessuna delle passioni vere dell'uomo si rivelo' nelle parole e nelle azioni della Chiesa. Anzi, guai a chi non puo' non essere ad essa nuovo! Non dare ad essa ingenuo tutto cio' che in lui ondeggia come un mare di troppo trepidante amore. Guai a chi con gioia vitale vuole servire una legge ch'e' dolore! Guai a chi con vitale dolore si dona a una causa che nulla vuole se non difendere la poca fede ancora rimasta a dare rassegnazione al mondo! Guai a chi crede che all'impeto del cuore debba l'impeto della ragione rispondere! Guai a chi non sa essere misero nel misurare nell'anima i fondi piani dell'egoismo e le derise pazzie della pieta! Guai a chi crede che la storia ad una eterna origine – per candore piuttosto che per fede – si sia interrotta, come il sole del sogno; e non sa che e' erede la Chiesa di ogni secolo creatore, e difenderne gli istituiti, l'orribile, animale grigiore che vince nell'uomo luce e tenebra! Guai a chi non sa che e' borghese questa fede cristiana, nel segno di ogni privilegio, di ogni resa, di ogni servitu'; che il peccato non e' che reato di lesa certezza quotidiana, odiato per paura e aridita'; che la Chiesa e' lo spietato cuore dello Stato.
Da "La religione del mio tempo", di Pier Paolo Pasolini, 1961.
Martedi' 6 dicembre 2005, Officine Cine matografiche, CPA Firenze Sud,
per "Madonna che barba!", compleanno di Eleonora.