Quarto potere – Orson Welles



Quarto potere

Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud 6/12/04
Quarto Potere
di Orson Welles – '41

Il senso delle ultime parole spiega forse una vita intera?

Tutto dipende da chi ne parla. La verita' e' data dalla somma di tutto cio' che e' stato detto. Lo scopo e' proporre il problema piuttosto che risolverlo. Al termine del viaggio dovremmo riconoscere il nostro volto piu' segreto. Ricostruire a posteriori non comporta una ricerca di riproducibilita' della realta', ma semmai un ingigantimento – una deformazione in ogni caso – della realta', per mostrare gli splendori e le miserie. Si capisce, tra l'altro, lo sconcerto dei nostri catechisti della "ragione" burocratico-progressiva di fronte a una cosi' rovinosa eclisse dell'individuo.
Ma c'e' una razza che non accetta gli alibi,
una razza che nell'atimo in cui ride
si ricorda del pianto, e nel pianto del riso,
una razza che non si esime un giorno, un'ora,
dal dovere della presenza invasata,
della contraddizione in cui la vita non concede
mai adempimento alcuno, una razza che fa
della propria mitezza un'arma che non perdona.
Gli uomini belli, gli uomini che danzano con ragazzette tenere e ingenue, tra boschi e mucche, gli uomini integri, nella salute propria e del mondo, gli uomini solidi nella gioventu', ilari nella vecchiaia – gli uomini del futuro sono gli uomini del sogno. Ora la mia speranza non ha sorriso, o umanaomerta': perche' essa non e' il sogno della ragione, ma e' ragione, sorella della pieta'.

Buona visione!

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