Officine Cinematografiche – Schede critiche 2004-2006


 

Scheda critica: Officine Cinematografiche CPA Firenze Sud 25/10/04
                     " Accattone ",1961, di P.P.Pasolini.

Il popolo e' un grande selvaggio nel seno della societa'.

tra il corpo e la storia, c'e' questa
musicalita' che stona,
stupenda, in cui cio' ch'e' finito
e cio' che comincia e' uguale e resta
tale nei secoli: dato dell'esistenza

qualcosa ha fatto allargare
l'abisso tra corpo e storia, m'ha indebolito,
inaridito, riaperto le ferite…

La nostra speranza e' ugualmente ossessa:
estetizzante, in me, in essi anarchica.
Al raffinato e al sottoproletario spetta
la stessa ordinazione gerarchica
dei sentimenti: entrambi fuori della storia,
in un mondo che non ha altri varchi
che verso il sesso e il cuore,
altra profondita' che i sensi.
In essi la gioia e' gioia, il dolore dolore.

La via d'uscita
verso l'eterno non e' in quest'amore
voluto e prematuro. Nel restare
dentro l'inferno con marmorea
volonta' di capirlo, e' da cercare
la salvezza. Una societa'
designata a perdersi e' fatale
che si perda: una persona mai.

                                 buona visione. 


 

Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud 22/11/04
                     Un condannato a morte e' fuggito
                     di Robert Bresson – '56

Ribelli.

La nostra utopia e' con la minuscola: non quella dei grandi ideali con cui cambiare il mondo e affermare la societa' perfetta – rischiando cosi' di contribuire al peggiore degli incubi, cioe' un sistema totalitario – ma l'utopia dell'istintivo, insopprimibile bisogno di ribellarsi. Anche quando la realta' sembra imporre l' accettazione di un compromesso per " salvare il salvabile ", continuiamo a batterci per " l'evasione impossibile ". Essere consci che in questo mondo non c'e' possibilita' di evasione non basta a farci arrendere.
Abbiamo in comune il fatto di essere considerati eretici da quanti si ritengono " veri rivoluzionari " o comunque depositari della " linea giusta ", quella che condurrebbe alla presa del potere, con l' inevitabile deriva fratricida.
Dunque: perche' ribellarsi se si e' coscienti che la cosa peggiore che possa accadere a un rivoluzionario e' vincere una rivoluzione?
Forse perche' senza l'utopia saremmo orrendi " cinghiali laureati in matematica ", o perche' vale la pena continuare a camminare verso l'orizzonte pur sapendo che e' " irraggiungibile ", e questo non giustifica chi rimane seduto a osservare cinicamente il mondo, magari accontentandosi di credere che sia " il migliore dei mondi possibili ". I ribelli non si rassegnano e non si arrendono, mai.

                                Buona visione! 


 

Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, 17/01/05
                      Il matrimonio di Maria Braun '79
                      di Rainer Werner Fassbinder

Se si ha l'amore in corpo.

Se si ha l'amore in corpo, non serve giocare al flipper. L'amore esige una tensione tale che non c'e' piu' bisogno di rivaleggiare con una macchina, con la quale del resto non si puo' che perdere. C'e' una donna immobile sotto la pioggia, segno che il suo amante l'ha lasciata. Lei non ce l'ha fatta, ecco il punto, a legarlo a se'. L'amore costa fatica, proprio vero. Si e' liberi soltanto nelle limitazioni. E non c'e' cosa piu' terrificante dell'aver paura del terrore. Detto altrimenti: essere lasciati non ti fa piombare nella solitudine come quando si e' presi dall'angoscia che sta finendo; perche' quell'angoscia evoca un clima in cui hai addosso l'angoscia del terrore. Sarebbe bello smontare la cosa nei suoi particolari, e poi rimontarla come prima. Bisogna sempre partire dalla situazione in cui si e'. Non avere utopie e' gia' un'utopia. Sognare un amore vero e' proprio un bel sogno, ma le stanze hanno sempre quattro pareti, le strade sono quasi tutte asfaltate e per respirare c'e' bisogno dell'ossigeno. Gia' – la macchina e' il frutto perfetto della mente. Io ho deciso di ricominciare a giocare al flipper, e lascio vincere l'aggeggio, che importa, alla fine sono io che vinco.

R.W. Fassbinder

                                         Buona visione! 


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lunedi' 31 ottobre 2005 La donna di sabbia di H. Teshigahara, '64

Come squali.

Di noi che cosa fugge sul filo della corrente?
Come ogni tua parola mi fa male…
Lo so… tra noi si scava un abisso…
Oh, di una storia che non ebbe un seguito
stracci di luce, smorti volti, sperse
lampare che un attimo ravviva
e lo sbrecciato cappello di paglia
che questa ultima estate ci abbandona.
Fu il bisogno… bisogno di vita umana,
non un capriccio, trastullo della noia,
bisogno di vita umana ci guida.
Le nostre estati, lo vedi,
memoria che ancora hai desideri:
in te l'arco si tende dalla marina
ma non vola la punta piu' al mio cuore.
Ecco, ora stringo il tuo capo,
ora bacio i tuoi occhi…
Odi nel mezzo sonno l'eguale
veglia del mare e dietro quella
certe voci di festa.
Ascoltami… non parlar piu'.

E presto delusi dalla preda
gli squali che laggiu' solcano il golfo
presto tra loro si faranno a brani.

                                Buona visione!


 

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legrandiregiedelcinemagirodelmondoin80epiupellicolesecondaparte…

 Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud 27/12/04
                      Effetto Notte
                      di F. Truffaut – '73

La raccolta di se stessi.

Non e' perche' uno ha avuto un'infanzia che deve credere di farla pagare a tutti. Cosi' la sua fine e' soltanto annunciata ma diverra' il simbolo della scomparsa di un'epoca.
Comunque, chissa' che denunciare l'illusione e ricrearla, dopo averne mostrato l'ordito, non siano, in fondo, che due atteggiamenti che si completano: due diversi modi attraverso i quali giunga ad esprimersi un individuo adulto, che ha raggiunto la piena consapevolezza dei propri mezzi linguistici – dunque, della responsabilita' ideologica che da essi dipende.
Siamo, in sintesi, destinati ad un canto funebre in memoria di un trapasso irreversibile o di un atto d'amore, che rischiano di non veder riconosciuta la propria modernita' a causa dell'insistente e sincera professione di anacronismo.
Il rimpianto di un segreto perduto, alla luce dell'alba che rischiara questo universo interdiperdente e totalizzante, e' definitivamente morto.

                                     Buona visione! 


 

 

Martedi' 13 dicembre 2005, Officine Cinematografiche per Ambasciata di Marte. E allora il biglietto per dove?

I Cicli Poetici appartengono al passato remoto del pianeta… ma un discendente di poeti eccentrici deve aver inventato la tremenda fiaba della minaccia incombente… fiaba che permette spesso di liberarsi della popolazione considerata inutile… chi resta vive una vita ricca e felice, finche' non viene spazzato via da un'epidemia virulenta, scatenata, ironia del caso, da un telefono sporco… Cosi', nel costante timore del giorno, cade una domanda: "Che ci faccio qui?"… In questi casi ricorro sempre alla Guida Galattica per gli Autostoppisti… paesaggi aridi e desolati, con un'aria dolciastra e afosa che in primavera, gocciolando sulle rocce roventi e polverose, fa venire il mal di testa… una terra, anche, di pensieri freschi ed ombreggiati, specie per chi si nutre di licheni e ha imparato a trovare un albero frondoso sotto cui sedersi… una terra in cui i poeti girano intorno ai viandanti e lanciano pietre; e quando i viandanti si mettono a urlare "perche' non andate a scrivere delle poesie invece di turbare il prossimo con tutte queste pietre?", loro di colpo smettono e cominciano a comporre poemi di straordinaria bellezza, ma soprattutto di straordinaria lunghezza…
Anche oggi, nel costante timore del giorno, sono tornato indietro a piedi e in fretta.

                                Buona visione!


Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud 15/11/04
                      L' Atalante – J. Vigo – '34

il significato sociale del cinema.

… anche nella sua forma piu' positiva, e anzi proprio in essa, non e' pensabile senza quella distruttiva, catartica: la liquidazione del valore tradizionale dell'eredita' culturale… i particolari possono sorgere da non si sa dove e sparire come sono venuti, senza ragione ne logica che non sia quella della poesia… ennesima riproposta nel conflitto tra il sistema costrittivo dei tropismi ( ricordi, nome, abitudini, inclinazioni, in breve le peculiarita' di ogni individuo ) e l'infinita potenzialita' di un " me " pluridimensionale, della " confusione di organico e inorganico ", della " contiguita' tra vivo e morto ".

Non ci si tuffa in mare aperto
ma da una riva non desiderata

                                    Buona visione! 


Scheda critica: Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, 31/01/05
                      " Rashomon " '50
                      di Akira Kurosawa

A ciascuno le sue menzogne.

… " Ricordiamo solo quello che ci fa comodo, pronti a credere il falso quando ci conviene " … " L'egoismo e' il peccato originale dell'uomo " … " Gli esseri umani sono incapaci di essere onesti con se stessi, non sanno parlare di se stessi senza abbellirsi. Questo bisogno di manipolare la verita' per sentirsi migliori sopravvive persino alla morte " … " L'egocentrismo e' un difetto che ci portiamo dietro dalla nascita, e' il piu' difficile da estirpare " … " Nell'animale uomo l'istinto di abbellire la propria immagine e' davvero qualcosa di insopprimibile! ".
Ma … anche se non siamo sicuri di nulla dobbiamo aiutarci l'un l'altro.

                                   Buona visione!


bonus flyers:
  


L'angelo sterminatore – Luis Bunuel / Madonna che barba! 

 


Una notte sui tetti – David Miller

bonus quote: 

Art and Life is One.
Quotation by Tristan Tzara, 1896-1963, French-Romanian author, one of the founders of the DADA movement in Zürich 1916.

"L'arte e la vita sono un tutt'uno."
Citazione da Tristan Tzara, 1896-1963, autore francorumeno, uno dei fondatori del movimento DADA a Zurigo nel 1916.

xxx 

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