24 nov Roma MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


da http://www.controviolenzadonne.org/html/appello.html  

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Care amiche,

è necessario e urgente organizzare quanto prima una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne.

La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Il femminicidio per ‘amore’ di padri, fidanzati o ex mariti è una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli. Il tema continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che si tratti di qualcosa di ineluttabile, mentre stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne.

I numeri, lo sappiamo tutte, sono impressionanti:

– Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita.

– La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) o dall’ambito familiare

– Oltre il 94% non è mai stata denunciata. Solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime:

– Un milione e 400mila ha subito uno stupro prima dei 16 anni.

– Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un ‘reato’, mentre il 44% lo giudica semplicemente ‘qualcosa di sbagliato’ e ben il 36% solo ‘qualcosa che è accaduto’. (dati Istat)

La violenza sulle donne è accettata storicamente e socialmente. Viene inflitta senza differenza di età, colore della pelle o status ed è il peggiore crimine contro l’umanità. Quello di una parte contro l’altra. La politica e le istituzioni d’altro canto continuano a ignorare il tema pubblicamente.

Senza una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo, non sarà possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla parola civiltà.

Una grande manifestazione nazionale dove tutte le donne possano scendere di nuovo in piazza a fianco delle donne vittime di violenza e per i diritti delle donne, può e deve riportare il tema al centro del dibattito culturale e politico.

Ma è importante sapere quante siamo, perché per farci sentire dovremo essere in molte.

Vi preghiamo di sottoscrivere e di diffondere il più possibile questo appello inoltrando il link del sito ad amiche e associazioni.

Vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti sul sito.

Un caro saluto a tutte

controviolenzadonne.org


da http://femminismo-a-sud.noblogs.org/ 

24.11.07

Non ti scordar di me. Contro la violenza c’e’ bisogno di una politica inclusiva, reti, condivisione. Aderisci?

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Corpi
& Fem/Activism
at 04:13 :: 點閱次數 (48)

Questo il documento/volantino che viene da Comunicattive e Sexyshock per essere distribuito domani alla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne. Aderite? 🙂

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NON TI SCORDAR DI ME
contro la violenza c’è bisogno di una politica inclusiva, reti e condivisione

Una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne è proprio quello che ci vuole, soprattutto in questi brutti tempi.

Da anni lavoriamo nei nostri territori sulla violenza di
genere: machista e misogina ma anche omofoba e transfobica, puntando
strategicamente le nostre energie sul piano della produzione di
immaginario
, ben consapevoli che la violenza non e’ il
mostruoso, l’alieno, l’altro da noi, ma e’, per l’80%, la normalita’
delle relazioni di potere dentro la famiglia. La violenza e’ un
aspetto strutturale della cultura socialmente condivisa, quella che
ci costruisce come donne e uomini, produce i corpi e li normalizza, li
riconduce a rigidi ruoli di genere, come fossero un destino.

(Continua)

–>

23.11.07

24
novembre, manifestazione contro la violenza maschile sulle donne.
Partecipazione critica in fondo al corteo tra i gruppi misti.

Post in
Corpi
& Pensatoio
& Fem/Activism
at 15:18 :: 點閱次數 (110)


Riprendo
un intervento da QUI (e pubblico sotto l’articolo scritto da Stefano Ciccone su Liberazione e uno dall’intero gruppo di Maschile Plurale su Il Manifesto) per insistere sul tema (mi riferisco ad alcuni interventi contro il separatismo, il "sole donne" imposto per l’iniziativa) che inevitabilmente domina la nostra attenzione in relazione alla manifestazione del 24 novembre.
E insisto perchè da più parti si continua a intendere che bisogna
"tornare a parlare di contenuti" come se qui si parlasse di qualcosa di
diverso o come se appunto pratiche e contenuti potessero essere
scindibili.


Così per me

non è e so anche che chi mi legge è più che conscio/a del fatto che il
tema della violenza contro le donne è una questione che mi preme
moltissimo, e mi preme tanto da aver trascorso molto tempo della mia
vita a lavorarci su’ e a ragionare di leggi e pratiche e a discutere in
maniera animata con uomini e donne sempre tenendo ben chiaro
quell’obiettivo.


E l’obiettivo

è la lotta contro la violenza sulle donne, o "violenza maschile sulle
donne" come opporranno le instancabili organizzatrici della
manifestazione. Per me l’approccio così formulato è solo uno dei tanti
possibili approcci. Il mio è diverso. La manifestazione avrebbe dovuto
a mio parere contenerli tutt* (gli approcci). Proprio perchè
l’obiettivo è la lotta contro la violenza sulle donne e proprio perchè
i progetti, le risorse e le idee in circolazione che si occupano di
questo non sono così numerose a tal punto da poter rinunciare ad alcune
importanti energie disponibili.


E qui non
sto parlando soltanto di gruppi come "Maschile Plurale"
che io ad esempio considero importantissimi proprio in funzione di
questa battaglia, non parlo neppure dei compagni gay o trans, in parte
quasi intimiditi o sollecitati dalle compagne a mostrare reverenziale
rispetto per la decisione separatista che non so fino a che punto poi
davvero hanno condiviso poichè non ho assistito ad un loro intenso e
autonomo dibattito interno sulla questione (ma sotto riporto di un
parere chiaro di gay che si dichiarano contro e si svincolano da questo
allineamento forzato, denunciando di sentire una chiara discriminazione
in questa scelta).

(Continua)

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