14.4.2008 “ORDET (La Parola)” C.T. Dreyer @ CPA FI-Sud


Le Officine Cinematografiche di Jo La Face presentano: 

"ORDET (La Parola)" di Carl Theodor Dreyer – Danimarca – b/n, 124′

lunedì 14 aprile 2008 alla sala cinema CPA Firenze Sud
proiezione in pellicola cinematografica 16mm a cura dello zio Jo
inizio film ore 22,30 dopo l’introduzione dello zio 
ingresso 2 € per le spese di noleggio e spedizione delle pellicole 

Centro Popolare Autogestito Firenze Sud via Villamagna 27/a zona Gavinana vicino all’acquedotto 

estratto dal film "Ordet": 

http://www.youtube.com/watch?v=mnwCaOz4YLU


Ordet

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Ordet – La Parola
Titolo originale:     Ordet
Paese:     Danimarca
Anno:     1955
Durata:     124′
Colore:     B/N
Audio:     sonoro
Genere:     drammatico
Regia:     Carl Theodor Dreyer
Soggetto:     Kaj Munk
Sceneggiatura:     Carl Theodor Dreyer

Interpreti e personaggi

    * Henrik Malberg: Morten Borgen
    * Preben Lerdorff Rye: Johannes Borgen
    * Brigitte Federspiel: Ingrid (moglie di Mikkel)
    * Hemil Hass Christensen: Mikkel Borgen
    * Ann Elisabeth Rud: Maren Borgen
    * Cay Christiansen: Anders Borgen
    * Sylvia Eckhausen: Kirstin Petersen
    * Ove Rud: Pastore
    * Gerda Nielsen: Anne Petersen
    * Ejner Federspiel: Peter Petersen
    * Henry Skjær: Dottore
    * Edith Trane: Mette Maren
    * Susanne Rud: Lelleinger Borgen

Fotografia:     Henning Bendtsen
Montaggio:     Edith Schlussel
Musiche:     Poul Schierbeck
Scenografia:     Erik Aaes
Premi:

    * Leone d’Oro (1955)
    * Golden Globe (1956) (Miglior film straniero, ex-aequo con altri due film)
    * National Board of Review Awards 1957: miglior film straniero

Ordet (Ordet – La Parola) (1955) è il penultimo lungometraggio di Carl Theodor Dreyer. Ispirato all’omonima opera teatrale del pastore protestante Kaj Munk, ucciso dai nazisti durante l’occupazione della Danimarca, è sicuramente tra le opere più riuscite e di migliore fortuna di questo maestro della cinematografia

Indice

 

Trama [modifica]

Morten, il patriarca della benestante famiglia Borgen, vive un
momento di crisi profonda nel suo rapporto con Dio: il primo figlio
Mikkel non crede, il secondo, Johannes, studente di teologia, è in preda ormai da tempo a turbe mistiche che lo portano a predicare come fosse una reincarnazione del Messia,
mentre il terzo, Anders, è pronto a sposarsi con una ragazza che è
figlia del più fervente sostenitore della confessione a lui avversa.
A dispensare la necessaria serenità nella fattoria Borgen c’è la
premurosa Inger, moglie di Mikkel, madre di due bambine ed incinta di
quel maschietto che Morten ha tanto chiesto al Signore.
Proprio mentre Morten ha una violenta lite col padre della promessa
sposa di Anders, Inger partorisce il bimbo morto e, dopo qualche ora di
agonia, muore anche lei.
La tragedia colpisce personalmente la coscienza di ognuno e non solo
appiana le liti precedenti, ma, agli occhi di tutti, restituisce la ragione a Johannes, che in realtà ha solo smesso di lanciarsi in imbarazzanti prediche.
Nel silenzio del dolore, nella stanza illuminata dall’intensa luce
dell’estate danese, mentre sono tutti raccolti attorno alla salma,
Johannes, spinto dalla fede della piccola Maren, chiede ed ottiene la resurrezione di Inger. 

Commento [modifica]

L’austerità dell’ambientazione, essenziale sia negli interni che nei
pochi esterni, la collocazione in uno spazio-tempo indefinito, il
rigore formale e una lentezza tipici del cinema di Dreyer,
conferiscono quel tono solenne che scena dopo scena ci prepara al
commovente finale nel quale la sacralità della resurrezione della donna
si scioglie e confonde con la carnalità dell’abbraccio con il marito.
La fede incontaminata e senza pregiudizi di una bambina arriva laddove
la ragione degli adulti non permetterà mai di arrivare. Il rapporto con
la fede, la stupida contrapposizione tra diverse confessioni, la
centralità della figura femminile, temi sempre cari a Dreyer, sono
esposti nella forma espressiva di un cinema essenziale e rigoroso che è
perciò capace di esprimersi in maniera diretta ed efficace.
Ordet è considerato uno dei cinque capolavori di Dreyer (gli altri sono La passione di Giovanna d’Arco, Vampyr – il vampiro, Dies Irae e Gertrud) e molti critici lo inseriscono tra le pellicole migliori della storia del cinema

Premi [modifica]

Curiosità [modifica]

  • Il giovane Kaj Munk scrisse l’opera teatrale in 4 atti Ordet in soli cinque giorni, commosso dalla vicenda di una giovane ragazza morta di parto.
  • La prima rappresentazione teatrale si tenne a Copenaghen il 2 settembre 1932 e riscosse subito successo e l’apprezzamento di Dreyer
  • Kaj Munk aveva pensato ad Henrik Malberg
    per la parte di Morten Borgen. Ma l’attore, sotto contratto con un
    altro teatro, non poté aderire al progetto. 23 anni dopo, ormai
    ottantenne, Henrik Malberg interpretò la parte nel film di Dreyer.
  • Gli esterni sono stati girati a Vedersø, piccolo villaggio sulla costa occidentale dello Jylland.
  • L’opera teatrale di Munk, era già stata portata sullo schermo nel 1943 per mano dello svedese Gustaf Molander. Film intitolato anch’esso Ordet, aveva come protagonista Victor Sjöström

Collegamenti esterni [modifica]

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