FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO @ arena estiva CPA (FI) 28.7.2008


Lunedi 28 Luglio 2008 all’arena estiva del CPA Firenze Sud in via Villamagna 27a zona Gavinana

le Officine Cinematografiche presentano:

FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO (Le Samourai) un film di Jean-Pierre Melville – Francia/Italia 1967 colore 107′

 

inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo 
proiezione 16mm a cura di Zio Jo La Face

ingresso 2 €uri per coprire le spese di noleggio e spedizione della pellicola cinematografica
NO VIDEO, DVD, DVX o schifezze simili! 
CINEMA VERO!!!

Baretto a prezzi popolari – Special drinks & Cocktails: Sara & Ale

a ogni film è abbinato un piatto a tema e una scheda critica a cura di Alessio aka Il Poeta aka Potiomkin

http://www.youtube.com/watch?v=7lFoTyuBEb8


fonte: wikipedia 

Frank Costello faccia d’angelo (Le Samouraï) è un film del 1967 diretto dal regista francese Jean-Pierre Melville

Trama [modifica]

Frank Costello, solitario killer, uccide, su commissione, il padrone
di un night. Si trova così ad essere braccato da ogni parte. La
polizia, in particolare l’ispettore interpretato da François Périer,
non crede al suo alibi, meticolosamente preparato, e cerca in ogni modo
di intrappolarlo. I mandanti dell’omicidio, temendo che le indagini
possano arrivare sino a loro, lo vogliono eliminare. Sarà lui l’arbitro
del proprio destino.

Commento [modifica]

Il film segna l’inizio della collaborazione tra Jean-Pierre Melville e Alain Delon che sarebbe continuata con I senza nome (1970) e Notte sulla città (1972), sino alla morte del regista.

È forse uno dei punti più elevati del polar (connubio, alla francese, dei generi poliziesco e noir). In effetti, sin dalla frase che appare all’inizio ("Non esiste solitudine più profonda del samurai,
se non quella della tigre nella giungla") e che spiega il titolo
originale (Le Samouraï), è evidente l’ispirazione di Melville, da
sempre ambasciatore del cinema americano in Francia a quel modello di "killer esistenziale", di cui Renato Venturelli (L’età del noir, 2007) individua il prototipo nel Philip Raven, interpretato da Alan Ladd, in Il fuorilegge di Frank Tuttle, ispirato al romanzo Una pistola in vendita di Graham Greene.
("…non il gangster come esponente della malavita organizzata o
comunque come criminale immerso in un preciso quadro sociale, ma
assassino solitario che si distacca anche dagli abituali connotati
etnici per risolvere il suo tragitto in un personale confronto con la
morte").

La tessitura del film è arricchita da riferimenti alla cultura
giapponese. Così la sobria e perfezionistica ritualità dei gesti che
introducono all’uccisione del gestore del night – ma che rimanda anche
al Robert Bresson di Diario di un ladro o di Un condannato a morte è fuggito – o i guanti bianchi indossati da un ineffabile Alain Delon,
prima di simulare, con un’arma scarica, l’esecuzione della pianista
jazz Valerie e di essere crivellato dai colpi della polizia.

Da segnalare il contributo di Henri Decaë, direttore della fotografia ed esponente di spicco della Nouvelle vague,
in questo film notturno, nel pedinamento del protagonista negli oscuri
anfratti in cui la tigre cerca di sottrarsi alla caccia dei lupi.

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