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EASY RIDER di D. Hopper alla Sala Cinema del CPA FI Sud – 22.9.2008

Officine Cinematografiche e CPA Firenze Sud Presentano

EASY RIDER un film di Dennis Hopper

proiezione in pellicola 16mm a cura di Jo La Face

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/3/32/EasyRider.jpg

inizio film ore 22.30 dopo la consueta intro di Zio Jo

http://www.youtube.com/watch?v=73PnAymHAHk

Stasera al CPA Firenze Sud – via Villamagna 27/a


programma proiezioni rassegna ’68 e dintorni

Lunedì 22 settembre – EASY RIDER – USA – 1969 – Dennis Hopper – col. – 94′

Lunedì 29 settembre – CHAPPAQUA – USA – 1966 – Conrad Rooks – b/n, col. –
92′

Lunedì 6 ottobre – MONTEREY POP – USA -1969 – Don Allan
Pennebaker – doc.- col. – 85′

Lunedì 13 ottobre – LONTANO DAL VIETNAM – FRANCIA – 1967 – A. Resnais, A.
Varda, J.Ivens, J. Luc Godard, C. Lelouch – doc. – b/n, col. -120′

Lunedì 20 ottobre – MORGAN MATTO DA LEGARE – GRAN BRETAGNA – 1066 – Karel
Reisz -b/n – 97′

Lunedì 27 ottobre – LA RABBIA – ITALIA 1963 – Riedizione 2008 – Pier Paolo
Pasolini – doc. – b/n – 78′

Lunedì 3 novembre – LOTTE DI STRADA DEL ’68 – ITALIA – 1997 – Silvano
Agosti
– doc. – col. b/n – 30′
Segue … – DOCUMENTARI SULLA GUERRA IN VIETNAM E SULLE MARCE PACIFISTE –
USA – 1968 – col., b/n – reportage di operatori indipendenti

Lunedì 10 novembre – LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO – ITALIA – 1970/71 –
Elio Petri – col. – 105′

TUTTI I LUNEDI’ ALLE ORE 22.30
ALLA SALA CINEMA DEL CPA FI-SUD, VIA VILLAMAGNA 27/A


fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Easy_Rider

Easy Rider è un film del 1969, diretto da Dennis Hopper.

Interpretato dallo stesso Hopper e da Peter Fonda, nonché da un giovane Jack Nicholson, narra il viaggio attraverso l’America di due motociclisti, in totale libertà.

È considerato da molti critici il film simbolo della New Hollywood. Ha vinto il premio per la miglior opera prima al 22° Festival di Cannes e ha guadagnato due nomination all’Oscar come Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore non Protagonista.

Film importante perché si inserisce nel contesto culturale di quegli
anni, cultura di controtendenza e voglia di evasione – libertà da una
società medio borghese. Il tema del viaggio percorre e traccia le linee
generali del film.

Celebre anche la colonna sonora, composta da canzoni rock del periodo fine anni sessanta,
e diventata un disco di grande successo che si tramanda tra le
generazioni. Molti dei brani della colonna sonora sono stati raccolti
nell’album dei Byrds Ballad of Easy Rider.

Nel 1998 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Curiosità [modifica]

  • Il film è stato girato nel 1967 in 6 settimane ma c’è voluto un anno e mezzo per montarlo.
  • Col successo ottenuto per l’interpretazione nel film, Jack Nicholson decise di proseguire la carriera di attore che in quel periodo voleva abbandonare per fare il regista.
  • Il film non si avvaleva di un vero e proprio copione, infatti gran parte dei dialoghi sono improvvisati durante le riprese.
  • È il primo film in cui i protagonisti fumano tranquillamente
    marijuana senza poi commettere atti criminali. Oltretutto gli attori
    fumano realmente sul set, e nella scena in cui Jack Nicholson dice : con tutti gli strati sociali
    e ride, la risata è dovuta al fatto che era un po’ partito e nella
    versione originale la frase risulta quasi uno sciogli lingua.
  • Durante la scena nella quale Fonda piange in cimitero vicino la
    statua della Madonna ripete più volte delle frasi non del tutto
    comprensibili:"Perché mi hai lasciato solo mamma".Sembra che quella
    battuta fosse stata detta casualmente durante una crisi del
    protagonista dovuto all’uso di marijuana.La madre di Peter Fonda è
    realmente morta quando lui era ancora adolescente.

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

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programmazione

Rassegna ’68 E DINTORNI @ CPA Firenze Sud – dal 22 settembre al 10 novembre

OFFICINE CINEMATOGRAFICHE E CPA FI-SUD

PRESENTANO

’68 E DINTORNI


immagine dal sito http://www.nelvento.net/archivio/68/index.html 

Lunedì 22 settembre – EASY RIDER – USA – 1969 – Dennis Hopper – col. – 94′

Lunedì 29 settembre – CHAPPAQUA – USA – 1966 – Conrad Rooks – b/n, col. –
92′

Lunedì 6 ottobre – MONTEREY POP – USA -1969 – Don Allan
Pennebaker – doc.- col. – 85′

Lunedì 13 ottobre – LONTANO DAL VIETNAM – FRANCIA – 1967 – A. Resnais, A.
Varda, J.Ivens, J. Luc Godard, C. Lelouch – doc. – b/n, col. -120′

Lunedì 20 ottobre – MORGAN MATTO DA LEGARE – GRAN BRETAGNA – 1066 – Karel
Reisz -b/n – 97′

Lunedì 27 ottobre – LA RABBIA – ITALIA 1963 – Riedizione 2008 – Pier Paolo
Pasolini – doc. – b/n – 78′

Lunedì 3 novembre – LOTTE DI STRADA DEL ’68 – ITALIA – 1997 – Silvano
Agosti
– doc. – col. b/n – 30′
Segue … – DOCUMENTARI SULLA GUERRA IN VIETNAM E SULLE MARCE PACIFISTE –
USA – 1968 – col., b/n – reportage di operatori indipendenti

Lunedì 10 novembre – LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO – ITALIA – 1970/71 –
Elio Petri – col. – 105′

TUTTI I LUNEDI’ ALLE ORE 22.30
ALLA SALA CINEMA DEL CPA FI-SUD, VIA VILLAMAGNA 27/A

TEL. 0556580479 – AUTOBUS 3 – 8 – 23 – 31 – 32 – 33 -71

TUTTI I FILM SARANNO PROIETTATI RIGOROSAMENTE IN PELLICOLA CINEMATOGRAFICA 16MM – PIATTO A TEMA E SCHEDA CRITICA
INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE DI 2 EURO, INFO: http://www.cpafisud.org

BUONA VISIONE!

Ringraziamenti: Adamo (per la trascrizione del volantino originale) – Zio Jo (per le proiezioni e le intro), Sara e Ale (per il bar e i piatti a tema) – Lando – Claudio – Ale Bozen

Your friendly neighborhood THX 1138

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programmazione

Programma proiezioni del martedì @ D.E.A. (Borgo Pinti – FI)

Le OFFICINE CINEMATOGRAFICHE proiettano nei seguenti luoghi: 

TUTTI I LUNEDI ALLE 22:30

SALA CINEMA DEL C.P.A. fisud – CENTRO POPOLARE AUTOGESTITO –
via Villamagna 27/a, Firenze. Tel:055/6580479
Autobus: 3-8-23-31-32-33

TUTTI I MARTEDI ALLE 21:00

OFFICINE CINEMATOGRAFICHE E CENTRO SOCIOCULTURALE D.E.A. A CURA DI JO LAFACE E SILVANA GRIPPI:
CINEFORUM IN 16 MM
Borgo Pinti 42/r, Firenze – info: http://www.deapress.com/

DIETRO LA NOTIZIA – IL GIORNALISTA
con tramezzini e birra
9 settembre – "L’ASSO NELLA MANICA" (Billy Wilder)
16 settembre – "PRIMA PAGINA" (Billy Wilder)

CARTOLINE NAPOLETANE
con pizza, panzerotti e pasta cresciuta
23 settembre – "EPISODIO: NAPOLI, di PAISA’" (Roberto Rossellini)
a seguire – "LE MANI SULLA CITTA’" (Francesco Rossi)
30 settembre – "MATRIMONIO ALL’ITALIANA" (Vittorio De Sica)
TUTTI I FILM SONO RIGOROSAMENTE IN PELLICOLA
AD OGNI FILM VIENE ABBINATO UN PIATTO A TEMA ED UNA SCHEDA CRITICA

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE DI 2 EURO

OFFICINE CINEMATOGRAFICHE: Calendario
16 set 2008     21.00
DIETRO LA NOTIZIA, IL GIORNALISTA: "PRIMA PAGINA" (Billy Wilder) @ CINEFORUM, Borgo Pinti 42/r
23 set 2008     21.00
CARTOLINE NAPOLETANE: "NAPOLI" (da "PAISA’", Roberto Rossellini) @ CINEFORUM, Borgo Pinti 42/r
30 set 2008     21.00
CARTOLINE NAPOLETANE: "MATRIMONIO ALL’ITALIANA" (Vittorio de Sica) @ CINEFORUM, Borgo Pinti 42/r

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Cineforum in 16mm @ D.E.A.+ La Rabbia (Pasolini) flyer scans

Officine Cinematografiche     Centro Socio-Culturale D.E.A.
a cura di Jo La Face e Silvana Grippi
presentano

Cineforum in 16mm

Dietro la notizia – Il giornalista

9 settembre 2008 – “L’asso nella manica” (Ace In The Hole) di Billy Wilder – USA – 1951 – 112′ – b/n – con Kirk Douglas e Jan Sterling

16 settembre 2008 – “Prima Pagina” (The Front Page) di Billy Wilder – USA – 1974 – 105′ – col. – con Jack Lemmon e Walter Mathau

ogni martedì alle 21.00     …con tramezzini e birra

Associazione Socio-Culturale D.E.A. – Borgo Pinti 42/r Firenze – tel. e fax 055 23 42 238

clicca per ingrandire


Ieri sera sono stato al cinema con Zio Jo, Adamo e Miccia a vedere il film “La Rabbia” di Pier Paolo Pasolini, versione 2008 a cura di Giuseppe Bertolucci (per informazioni vedi le immagini qui sotto).

Avevo già visto questo bellissimo film nella sua versione originale, ma devo dire che questa versione è di gran lunga superiore per due motivi: primo perchè è stato rieditato senza l’odioso episodio di Giovannino Guareschi inserito dal produttore contro la volontà di Pasolini e secondo perchè sono state inserite tre nuove sezioni (una all’inizio del film e due alla fine) con scene dai cinegiornali d’epoca e interviste con il regista che non comparivano nella versione originale e che aiutano a comprendere il clima politico e sociale nell’Italia degli anni in cui fu fatto il film.

clicca per ingrandire

http://www.youtube.com/watch?v=5i2eYMpFjtQ

fonte: http://pasolini.net/cinema_rabbia.htm
Il testo che segue, scritto da Pier Paolo Pasolini, è apparso sul n. 38 del 20 settembre 1962 sulla rivista “Vie nuove”, con cui Pasolini collaborava, ed è stato raccolto, insieme ad altri interventi, nel volume Le belle bandiere, a cura di Gian Carlo Ferretti, Editori Riuniti, Roma. Pasolini risponde a un lettore che gli aveva rivolto appunto alcune domande sul film.

«È un film tratto da materiale di repertorio (novantamila metri di pellicola: il materiale cioè di circa sei anni di vita di un settimanale cinematografico, ora estinto). Un’opera gioranalistica, dunque, più che creativa. Un saggio più che un racconto. Per dargliene un’idea più precisa, le accludo il “trattamento” del lavoro: le solite cinque paginette che il produttore chiede per il noleggio. Tenga quindi conto della destinazione di questo scritto: una destinazione che implica da una parte una certa ipocrita prudenza ideologica (il film sarà molto più decisamente marxista, nell’impostazione, di quanto non sembri da questo riassunto), e dall’altra parte una certa goffagine estetica (il film sarà molto più raffinato, nel montaggio e nella scelta delle immagini, di quanto non si deduca da queste affrettate righe).

La Rabbia

Cos’è successo nel mondo, dopo la guerra e il dopoguerra? La normalità.
Già, la normalità. Nello stato di normalità non ci si guarda intorno: tutto, intorno si presenta come “normale”, privo della eccitazione e dell’emozione degli anni di emergenza. L’uomo tende ad addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è.
È allora che va creato, artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica.Ci sono stati degli avvenimenti che hanno segnato la fine del dopoguerra: mettiamo, per l’Italia, la morte di De Gasperi.
La rabbia comincia lì, con quei grossi, grigi funerali.
Lo statista antifascista e ricostruttore è “scomparso”: l’Italia si adegua nel lutto della scomparsa, e si prepara, appunto, a ritrovare la normalità dei tempi di pace, di vera, immemore pace.
Qualcuno, il poeta, invece, si rifiuta a questo adattamento.

Egli osserva con distacco – il distacco dello scontento, della rabbia – gli estremi atti del dopoguerra: il ritorno degli ultimi prigionieri, ricordate, in squallidi treni, il ritorno delle ceneri dei morti… E… il ministro Pella, che, tronfiamente, suggella la volontà dell’Italia a partecipare all’Europa Unita.
È così che ricomincia nella pace, il meccanismo dei rapporti internazionali. I gabinetti si susseguono ai gabinetti, gli aereoporti sono un continuo andare e venire di ministri, di ambasciatori, di plenipotenziari, che scendono dalla scaletta dell’aereo, sorridono, dicono parole vuote, stupide, vane, bugiarde.
Il nostro mondo, in pace, rigurgita di un bieco odio, l’anticomunismo. E sul fondo plumbeo e deprimente della guerra fredda e della Germania divisa, si profilano le nuove figure dei protagonisti della storia nuova.
Krusciov, Kennedy, Nehru, Tito, Nasser, De Gaulle, Castro, Ben Bella.
Finché si arriva a Ginevra, all’incontro dei quattro grandi: e la pace, ancora turbata, va verso un definitivo assestamento. E la rabbia del poeta, verso questa normalizzazione che è consacrazione della potenza e conformismo, non può che crescere ancora.

Cos’è che rende scontento il poeta?
Un’infinità di problemi che esistono e nessuno è capace di risolvere: e senza la cui risoluzione la pace, la pace vera, la pace del poeta, è irrealizzabile.
Per esempio: il colonialismo. Questa anacronistica violenza di una nazione su un’altra nazione, col suo strascico di martiri, di morti.
O: la fame, per milioni e milioni di sottoproletari.
O: il razzismo. Il razzismo come cancro morale dell’uomo moderno, e che, appunto come il cancro, ha infinite forme. E’ l’odio che nasce dal conformismo, dal culto della istruzione, dalla prepotenza della maggioranza. E’ l’odio per tutto ciò che e’ diverso, per tutto ciò che non rientra nella norma, e che quindi turba l’ordine borghese. Guai a chi è diverso! questo il grido, la formula, lo slogan del mondo moderno. Quindi odio contro i negri, i gialli, gli uomini di colore: odio contro gli ebrei, odio contro i figli ribelli, odio contro i poeti.
Linciaggi a Little Rock, linciaggi a Londra, linciaggi in Nord Africa; insulti fascisti agli ebrei.

È cosi’ che riscoppia la crisi, l’eterna crisi latente.
I fatti d’Ungheria, Suez.
E l’Algeria che comincia piano piano a riempirsi di morti.
Il mondo sembra, per qualche settimana, quello di qualche anno avanti. Cannoni che sparano, macerie, cadaveri per le strade, file di profughi stracciati, i paesaggi incrostati di neve.Morti sventrati sotto il solleone del deserto.
La crisi si risolve, ancora una volta, nel mondo: i nuovi morti sono pianti e onorati, e ricomincia, sempre più integrale e profonda, l’illusione della pace e della normalità’. Ma, insieme alla vecchia Europa che si riassesta nei suoi solenni cardini, nasce l’Europa moderna: il neocapitalismo; il Mec, gli Stati Uniti d’Europa, gli industriali illuminati e “fraterni”, i problemi delle relazioni umane, del tempo libero, dell’alienazione.
La cultura occupa terreni nuovi: una nuova ventata di energia creatrice nelle lettere, nel cinema, nella pittura. Un enorme servizio ai grandi detentori del capitale.Il poeta servile si annulla, vanificando i problemi e riducendo tutto a forma.
Il mondo potente del capitale ha, come spavalda bandiera, un quadro astratto.

Così, mentre da una parte la cultura ad alto livello si fa più raffinata e per pochi, questi “pochi” divengono, fittiziamente, tanti: diventano “massa”. E’ il trionfo del “digest” e del “rotocalco” e, soprattutto della televisione. Il mondo travisato da questi mezzi di diffusione, di cultura, di propaganda, si fa sempre più irreale: la produzione in serie, anche delle idee, lo rende mostruoso.
Il mondo del rotocalco, del lancio su base mondiale anche dei prodotti umani, è un mondo che uccide.
Povera, dolce Marylin, sorellina ubbidiente, carica della tua bellezza come di una fatalità che rallegra e uccide.
Forse tu hai preso la strada giusta, ce l’hai insegnata. Il tuo bianco, il tuo oro, il tuo sorriso impudico per gentilezza, passivo per timidezza, per rispetto ai grandi che ti volevano così, te, rimasta bambina, sono qualcosa che ci invita a placare la rabbia del pianto, a voltare le spalle a questa realtà dannata, alla fatalità del male.

Perché: finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui.
E ancora oggi, negli anni sessanta le cose non sono mutate: la situazione degli uomini e della loro società è la stessa che ha prodotto le grandi tragedie di ieri.
Vedete questi? Uomini severi, in doppiopetto, eleganti, che salgono e scendono dagli aeroplani, che corrono in potenti automobili, che siedono a scrivanie grandissime come troni, che si riuniscono in emicicli solenni, in sedi splendide e severe: questi uomini dai volti di cani o di santi, di jene o di aquile, questi sono i padroni.
E vedete questi? Uomini umili, vestiti di stracci o di abiti fatti in serie, miseri, che vanno e vengono per strade rigurgitanti e squallide, che passono ore e ore a un lavoro senza speranza, che si riuniscono umilmente in stadi o in osterie, in casupole miserabili o in tragici grattacieli: questi uomini dai volti uguali a quelli dei morti, senza connotati e senza luce se non quella della vita, questi sono i servi.
È da questa divisione che nasce la tragedia e la morte.
La bomba atomica col suo funebre cappuccio che si allarga in cieli apocalittici è il futuro di questa divisione.
Sembra non esservi soluzione da questa impasse, in cui si agita il mondo della pace e del benessere. Forse solo una svolta imprevista, inimmaginabile… una soluzione che nessun profeta può intuire… una di quelle sorprese che ha la vita quando vuole continuare… forse… Forse il sorriso degli astronauti: quello forse, è il sorriso della vera speranza, della vera pace. Interrotte, o chiuse, o sanguinanti le vie della terra, ecco che si apre, timidamente, la via del cosmo.»

Pier Paolo Pasolini


Le Officine Cinematografiche saranno anche all’Ulisse Bar – nel Parco di San Salvi a Firenze, zona piazza Alberti – martedì notte (dopo la proiezione in Borgo Pinti a mezzanotte circa) per un happening con gli amici dei Sistemi Audiofobici Burp (in console WJM, Jimmy J, Mat Pogo + special guest THX 1138, per info: http://www.burpenterprise.com), con musica dalle 22.00 fino a tarda notte.

Prossimamente sarà pubblicato su queste pagine il programma delle proiezioni autunno/inverno 2008 al CPA FI-Sud. Tema della prossima rassegna: Il Sessantotto e Dintorni con seguenti i film:

Chappaqua, Monterey Pop Festival, Easy Rider più alcune pellicole di Pier Paolo Pasolini  girate negli anni della contestazione.

Un saluto dal vostro amichevole vicino THX 1138

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“The Driller Killer” di Abel Ferrara @ archive.org

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Abel_Ferrara

Nel 1979 Ferrara girò quello che si può considerare il suo primo vero film: The Driller Killer, storia di un pittore che impazzisce e inizia ad uccidere con un trapano alcuni barboni, riscosse un buon successo fra gli amanti del genere splatter,[2] conoscendo anche una discreta distribuzione. Il budget era molto ristretto, e gli attori erano tutti non professionisti, amici del regista.[1]



Qui potete vedere il film in versione integrale (file .flv)

 


se volete potete scaricare il video in vari formati (anche ad alta definizione) da questa pagina :

http://ia360604.us.archive.org/0/items/DrillerKillerUncut1979/


Index of /0/items/DrillerKillerUncut1979/

Name Last Modified Size Type
Parent Directory/   –   Directory
DrillerKillerUncut1979.thumbs/ 2007-Dec-02 05:43:08 –   Directory
DrillerKillerUncut1979.avi 2007-Dec-02 05:13:42 1.0G video/x-msvideo
DrillerKillerUncut1979.flv 2007-Dec-02 07:30:41 179.2M video/x-flv
DrillerKillerUncut1979.gif 2007-Dec-02 05:49:21 266.8K image/gif
DrillerKillerUncut1979_256kb.mp4 2007-Dec-02 06:32:14 225.5M video/mp4
DrillerKillerUncut1979_64kb.mp4 2007-Dec-02 07:03:23 98.1M video/mp4
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DrillerKillerUncut1979_reviews.xml 2008-Mar-08 07:26:56 1.9K application/xml
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Miles Davis – “Ascenseur pour l’echafaud” soundtrack

Intervista con Louis Malle durante la lavorazione del film Ascenseur pour l’echafaud (Ascensore per il patibolo). Il video mostra anche una ripresa a Miles Davis durante la registrazione della colonna sonora del film. 

http://www.youtube.com/watch?v=6IrzI8Ewk4A

Ascenseur pour l’échafaud

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Ascenseur pour l’échafaud è il primo film del cineasta francese Louis Malle,
prodotto tra il settembre e il dicembre del 1957, e distribuito in
gennaio 1958. L’opera è considerata una tra le prime e fondamentali
esperienze determinanti la nascita e la diffusione, anche
internazionale, della Nouvelle Vague e del cinema cosiddetto moderno.

In particolare, il film è alla base del processo di
sensibilizzazione nei confronti del "prodotto audiovisivo" nei termini
teorizzati da Michel Chion, nell’ambito della riflessione sul concetto di "modernità" nel cinema e nell’ambito dell’estetica contemporanea.

Grazie alla sensibilità dell’autore-regista per il rapporto tra
suono e immagine, e la sua collaborazione con il musicista americano Miles Davis,
la colonna sonora dell’opera costituisce una delle esperienze più
importanti nella storia dei rappporti tra musica e immagine al cinema,
nonché una delle più importanti registrazioni della storia della musica
moderna.

Saluti a tutti e buone vacanze!!! 

Il vostro amichevole vicino… THX 1138

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programmazione video

FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO @ arena estiva CPA (FI) 28.7.2008

Lunedi 28 Luglio 2008 all’arena estiva del CPA Firenze Sud in via Villamagna 27a zona Gavinana

le Officine Cinematografiche presentano:

FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO (Le Samourai) un film di Jean-Pierre Melville – Francia/Italia 1967 colore 107′

 

inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo 
proiezione 16mm a cura di Zio Jo La Face

ingresso 2 €uri per coprire le spese di noleggio e spedizione della pellicola cinematografica
NO VIDEO, DVD, DVX o schifezze simili! 
CINEMA VERO!!!

Baretto a prezzi popolari – Special drinks & Cocktails: Sara & Ale

a ogni film è abbinato un piatto a tema e una scheda critica a cura di Alessio aka Il Poeta aka Potiomkin

http://www.youtube.com/watch?v=7lFoTyuBEb8


fonte: wikipedia 

Frank Costello faccia d’angelo (Le Samouraï) è un film del 1967 diretto dal regista francese Jean-Pierre Melville

Trama [modifica]

Frank Costello, solitario killer, uccide, su commissione, il padrone
di un night. Si trova così ad essere braccato da ogni parte. La
polizia, in particolare l’ispettore interpretato da François Périer,
non crede al suo alibi, meticolosamente preparato, e cerca in ogni modo
di intrappolarlo. I mandanti dell’omicidio, temendo che le indagini
possano arrivare sino a loro, lo vogliono eliminare. Sarà lui l’arbitro
del proprio destino.

Commento [modifica]

Il film segna l’inizio della collaborazione tra Jean-Pierre Melville e Alain Delon che sarebbe continuata con I senza nome (1970) e Notte sulla città (1972), sino alla morte del regista.

È forse uno dei punti più elevati del polar (connubio, alla francese, dei generi poliziesco e noir). In effetti, sin dalla frase che appare all’inizio ("Non esiste solitudine più profonda del samurai,
se non quella della tigre nella giungla") e che spiega il titolo
originale (Le Samouraï), è evidente l’ispirazione di Melville, da
sempre ambasciatore del cinema americano in Francia a quel modello di "killer esistenziale", di cui Renato Venturelli (L’età del noir, 2007) individua il prototipo nel Philip Raven, interpretato da Alan Ladd, in Il fuorilegge di Frank Tuttle, ispirato al romanzo Una pistola in vendita di Graham Greene.
("…non il gangster come esponente della malavita organizzata o
comunque come criminale immerso in un preciso quadro sociale, ma
assassino solitario che si distacca anche dagli abituali connotati
etnici per risolvere il suo tragitto in un personale confronto con la
morte").

La tessitura del film è arricchita da riferimenti alla cultura
giapponese. Così la sobria e perfezionistica ritualità dei gesti che
introducono all’uccisione del gestore del night – ma che rimanda anche
al Robert Bresson di Diario di un ladro o di Un condannato a morte è fuggito – o i guanti bianchi indossati da un ineffabile Alain Delon,
prima di simulare, con un’arma scarica, l’esecuzione della pianista
jazz Valerie e di essere crivellato dai colpi della polizia.

Da segnalare il contributo di Henri Decaë, direttore della fotografia ed esponente di spicco della Nouvelle vague,
in questo film notturno, nel pedinamento del protagonista negli oscuri
anfratti in cui la tigre cerca di sottrarsi alla caccia dei lupi.

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programmazione

IL COMMISSARIO MAIGRET di J. Delannoy @ arena estiva CPA (FI) 21.7.2008

domani sera all’arena estiva del CPA Firenze Sud in via Villamagna 27a zona Gavinana

le Officine Cinematografiche presentano:

IL COMMISSARIO MAIGRET un film di Jean Delannoy – Francia/Italia 1958 b/n

inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo 
proiezione 16mm a cura di Zio Jo La Face

ingresso 2 €uri per coprire le spese di noleggio e spedizione della pellicola cinematografica
NO VIDEO, DVD, DVX o schifezze simili! 
CINEMA VERO!!!

Baretto a prezzi popolari – Special drinks & Cocktails: Sara & Ale

a ogni film è abbinato un piatto a tema e una scheda critica a cura di Alessio aka Il Poeta aka Potiomkin


Programma rassegna Estate Calda… Piombo Fuso – 23 giugno / 28 luglio 2008

28 luglio – Frank Costello Faccia D’AngeloJean-Pierre Melville – Francia/Italia 1967 colore 107′


fonte: wikipedia

Il commissario Maigret è un film francoitaliano del 1958, scritto e diretto da Jean Delannoy, con Jean Gabin nel ruolo di Maigret. La pellicola è tratta dal romanzo Maigret tend un piège dello scrittore belga Georges Simenon.

Trama [modifica]

Parigi è terrorizzata. Sono già state trovate tre donne brune e
formose uccise brutalmente, pugnalate in diversi vicoli da un efferato
assassino con una cadenza sempre più ravvicinata. La polizia non sa
cosa fare e il maniaco si permette addirittura di telefonare a Maigret
per informarlo della terza vittima. Il commissario capisce che
l’assassino sta diventando sempre più tronfio delle sue imprese e
decide di organizzare una trappola. Prima fa arrestare un falso
assassino, poi manda per le strade di Parigi degli agenti donna come
esche e in effetti l’assassino comunica a Maigret il suo
risentimento….. 

Note [modifica]

Questo film è la prima interpretazione del commissario Maigret da parte di Jean Gabin

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BASSA MAREA di F. Lang – scheda critica

Bassa Marea – scheda critica di Alessio aka Il Poeta aka Potiomkin

clicca per ingrandire

schede critiche

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