Lunedì nero per la libertà di espressione: Pretofilia
Cyber_Rights Lunedì nero per la libertà di espressione: Pretofilia
Pubblicato il 02.07.2007 in Cyber_Rights, home page da R* ||
Torniamo oggi alla connettività a banda larga dopo una tre giorni in 20 con 56k (di cui presto avete un resoconto per capire come stiamo dietro alla manutenzione e implementazione dei servizi di autistici/inventati) e la reazione alle notizie è sospesa a metà tra la voglia di uscire e scatenare riot casuali, e un seppuku collettivo in piazza (forma di protesta molto radicale ancorché un filo giapponese).
Non è una novità, dato che ha già fatto il giro di mezza internet la vicenda di Pretofilia, il gioco flash prodotto da molleindustria che ha scatenato immediatamente un dibattito e una censura a livello parlamentare e ministeriale (d’altronde è sicuramente un cosa importantissima da discutere, molto di più che la situazione previdenziale, la precarietà o che ne so le missioni di guerra…).
L’Italia si conferma ormai uno stato esplicitamente confessionale, in pieno balzo all’indietro nel tempo a tutto ciò che il laicismo degli anni sessanta e settanta sembrava aver gettato nel dimenticatoio. E’ pur vero che insistere sulla guerra di civilità impunemente per anni avrà anche i suoi effetti culturali. Sperare che il buon senso e la difesa della libertà di espressione vincano su bigottismo e cultura politica dello scandalo e delle boutade futili che coprono l’assenza di dibattito reale sui problemi delle persone sembra onestamente un’utopia.
Invitiamo tutti a scaricare, copiare, pubblicare lo zip del gioco, che potete trovare qui Pretofilia games.
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Presto novità su questa vicenda. Stay tuned!
Ma non è finita qui: non facciamo in tempo ad aprire punto informatico che già l’orticaria è oltre il livello consentito: infatti scopriamo che in nome di un’interpretazione del diritto d’autore ottocentesca (perché alla fine nel Settecento la cultura illuminista era un filo più avanzata di quella con cui facciamo i conti ora) wikipedia italia ha deciso di rimuovere tutte le foto di materiale architettonico di autori vivi o morti da meno di 70 anni. Pare che in Italia non abbiano ancora scoperto che il diritto d’autore ha fatto il suo tempo e che nel resto del mondo riprodurre una foto di un’opera è un veicolo di pubblicità e di cultura. Ma si sa che in Italia l’amore per la cultura e per la crescita intellettuale della popolazione è ai minimi storici: altrimenti non si comprenderebbero le fiction che ci ammorbano, la telecrazia devastante, la rimozione di fondi da ogni cosa che sappia anche vagamente di cultura non patinata (vedi il caso a milano dell’assenza di fondi per l’iniziativa “biblioteche in giardino”, destinata alle periferie), e in generale la voglia di lobotomia generalizzata che sembra dominare il dibattito italiano. L’asfissia culturale ci ucciderà? No, ma probabilmente ci renderà servi migliori. D’altronde si sa che i soldi delle agenzie che gestiscono il diritto d’autore di Fuksas sono più importanti della possibilità di conoscere le opere stesse.
A questa chicca possiamo pure aggiungere la confortante notizia che la polizia italiana si appresta ad avere anche lei una banca dati genetica a fini investigativi: ma sui i miei geni io il copyright non ce l’ho? Buon travaso di bile a tutt*
Questi testi sono tratti da http://cavallette.autistici.org/