Archive for category programmazione

scansioni schede critiche recenti e OCR Officine

Ultime scansioni e trascrizioni OCR dei flyer e delle schede critiche di Officine Cinematografiche:

schede critiche: 

 

Il ferroviere – P. Germi 

 

La freccia azzurra – E. D’alo

 

link: 

schede critiche

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OCR:

trascrizione delle ultime schede: 

 

il ferroviere.txt

Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, presentano:
22/12/08, "II ferroviere".

Scheda critica.

…udendo le sirene sie più forte,
pon giù il seme del piangere ed ascolta…
                 (Purgatorio, XXXI, 45-46)

Perch’io…

…perch’io, che nella notte abito solo,
anch’io, di notte, strusciando un cerino
sul muro, accendo cauto una candela
Manca nella mia mente – apro una vela
timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch’io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo’ il pianto’
che mi bagna la mente…
E poi risuonò un’esplosione. E io che ancora un momento prima aspettavo
quello spettacolo, continuavo a star steso accanto al soldato tedesco,
allungai una mano e aprii il suo palmo che si irrigidiva e ci misi dentro
quel quadrifoglio verde che porta fortuna, mentre dalla campagna, cresceva
verso il cielo una nuvola a fungo che senza sosta cresceva di più alti
strati e di più alte nubi di fumo, udii come la pressione dell’aria, at-
traversò la campagna e soffiava e fischiava contro i rami nudi degli al-
beri e dei cespugli, come scosse nel semaforo le catene di trasmissione
e spinse il braccio e lo scosse, ma io tossicavo e da me rantolava san-
gue. Fino all’ultimo momento, prima che cominciassi a perdere di vista
me stesso, mi tenni per mano con quel morto, e per le sue orecchie che
non udivano ripetevo le parole del capotreno di quello smistamento che
aveva portato quei tedeschi straziati da Dresda:

  – Dovevate starvene seduti a casa, sul culo…

liberamente tratto da G. Gaproni, "Poesie" I932-I986, Garzanti
Gli Elefanti-Poesia 1989; B. Hrabal, "Treni strettamente sorvegliati",
edizioni e/o, 1982.

Buona visione!

 

la freccia azzurra.txt

Officine Cinematografiche, CPA Firenze Sud, presentano:
5/01/2009, "La Freccia Azzurra", dal racconto di Gianni Rodari.

Scheda critica.

… Davvero la Befana non sembrava mai statica. Vecchia, com’era, saltel-
lava su per i gradini a tempo di ballo, come se avesse una molla sotto i
tacchi, e intanto non cessava di fare i conti.

  – Questi pellerossa mi frutteranno duecento lire l’uno, anzi forse tre-
cento. I pellerossa vanno tanto di moda, adesso. Questo treno è una mera-
viglia. Lo battezzerò la Freccia Azzurra, e voglio ritirarmi dal commer-
cio se fin da domani non verranno i bambini a mangiarselo con gli occhi.

   La Freccia Azzurra era veramente uno splendido treno, con un fascio di
rotaie che a stenderle tutte avrebbero fatto il giro della piazza, con
due passaggi a livello, la cabina per i manovratori, una, stazione col ca-
postazione principale, un macchinista e un capotreno con gli occhiali. A
starsene tanti mesi sepolto in magazzino, il treno elettrico si era rico-
perto di polvere, ma la Befana, con uno straccio, lo ripulì a nuovo, fa-
cendo splendere la sua vernice, azzurra come l’acqua di un laghetto alpi-
no.  Tutto il treno era verniciato di azzurro,  compresi il Capostazione,
il Capotreno e il Macchinista.

   Quando la Befana gli ebbe tolto la polvere che gli copriva gli occhi,
il Macchinista si guardò attorno ed esclamò:

   – Finalmente ci si vede. Ho l’impressione di essere rimasto per dei
mesi sepolto in una galleria.. Bene, quando si riparte? Io sono pronto…

                                                             (I)

Correva veloce come una freccia: agl’Assi Giglio Rosso era l’Alabretta,
che insegnava a correre in pista a me che, fino ad allora, avevo corso e
mi piaceva correre solo nelle campestri, d’estate in mezzo alla polvere
ed al sudore, d’inverno nel fango o con i guanti alle mani.
La pista. La corsia era il tuo binario obbligato e senza fermate: una par-
tenza dai blocchi difficile da imparare in allenamento e doverosamente
puntuale in gara dopo lo sparo del "via!"; un arrivo che, anche se ultimo,
era una liberazione, un nuovo respiro.
E poi rallentavi, frenavi, sbuffavi, a volte ti accasciavi per terra, su
quella, terra rossa che macchiava i pantaloncini bianchi, le gambe magre,
le mani tremanti, la fronte sudata.
Ora, vi prego, un po’ d’acqua alla caldaia!

– (I) Gianni Rodari, "La Freccia Azzurra", Editori Riuniti 1990.

Buona visione!
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Cinema da mangiare:

scansione del menu de "La grande abbuffata" di Marco Ferreri e della ricetta della bavarese di tette 

 

OCR: 

la grande abbuffata _ menu.txt

Cinema da mangiare

Ricordando la lavorazione del film LA GRANDE ABBUFFATA, Ugo Tognazzi scrive:  –
"Successe quindi che al mattino, se la nostra convocazione era per le otto, lo chef mandato
apposta da Fochon per cucinare il menù della giornata doveva essere pronto per le sei: non
impiegava mai meno di due ore per preparare il copione gastronomico che avremmo recitato
davanti alla macchina da presa. E noi, arrivando sul set, anziché vedere con gli occhi le scene
che avremmo girato, le vedevamo col naso. Annusavamo gli odori che si sprigionavano dalle
cucine e sapevamo cosa ci aspettava. "Oggi ragazzi, recitiamo il rognoncino bourguignonne…"
diceva Mastroianni. Oppure: "Oggi interpretiamo il lesso misto…" E Noiret aggiungeva:
"Peccato, avrei dato il meglio di me con un soufflé al formaggio!"
Nel loro tour de torce gastronomico, i quattro amici cucinano e si mangiano i seguenti piatti:

                                        Paté di cinghiale

                          Ostriche crude spruzzate con succo di limone

                                        Lasagne Andrea

                                     Cocktail di gamberetti

                                      Maialino allo spiedo

                            Maialino al forno con ripieno di castagne

                                          Pure di patate

                          Faraona arrosto con profumo di dragoncello

                          Caviar d’aubergine (pasticcio di melanzane)

                                         Insalata nicoise

                         Pissaladière provengale (pizza alla provenzale)

                            Bortsch russo (zuppa di carne e verdure)

                                  Testina di vitello vinaigrette

                                    Crépes al Grand marnier

                   Cassoulet de Casteinaudary (a base di maiale, oca e fagioli)

                                  Rognone alla bourguignonne

                               Torta Andrea (crostata alla frutta)

                           Coscia d’agnello allo spiedo alla solognotte

                                    Ossobuchi giganti lessati

                                 Paté de canard (paté d’anatra)                        

                                  Tacchinelle arrosto ripiene                          

                              Budino alla fragola in forma di tette                   

Le ricette di tutti questi piatti sono amabilmente raccontate dallo stesso Tognazzi in "L’abbuffone" (BUR Rizzoli)

 

bavarese di tette.txt

Cinema da mangiare 

BAVARESE DI TETTE

                                          Ingredienti:

                                     latte, un quarto di litro

                                            vaniglina

                                  150 grammi di purè di fragole

                                    200 grammi di zucchero

                                         5 tuorli d’uovo

                                   20 grammi di colla di pesce
Far bollire dolcemente il latte, con un pizzico di vaniglina, in una casseruola. In un altro
recipiente mettere lo zucchero e aggiungere, uno per volta, i rossi d’uovo mescolando con un
cucchiaio di legno. Versare poi il latte bollente amalgamando. Mettere sul fuoco il composto,
ma attenzione a non farlo bollire. Quando la crema si attacca al cucchiaio, e cioè quando lo
«vela», togliere la casseruola dal fuoco e aggiungere la colla di pesce che avrete
precedentemente sciolto in acqua fresca per un quarto d’ora e strizzato con le mani. Mescolare
per amalgamare bene. aggiungere il purè di fragole, mescolare ancora, versare in due vaschette
rotonde e porre in frigo. Togliere dal frigo, rivoltare le vaschette l’una accanto all’altra.
Mancano i capeteli. Provvedete con due ciliegine candite o, se li preferite più «liquorosi», con
due boeri.

da "La grande abbuffata" di Marco Ferreri
Ugo Tognazzi "L’abbuffone" (Bur Rizzoli)

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scansioni del flyer per la rassegna "In treno… al cinema" – dal 5 gennaio 2009 al 27 aprile 2009

clicca sulle immagini per vederle in dimensioni reali


Il vostro amichevole vicino….. THX 1138 

 

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Festa della Befana 5 gennaio 2009 CPA (FI)

Festa della Befana

5 gennaio 2009 ore 17,30

con merenda, golose calze e proiezione del film

LA FRECCIA AZZURRA di Enzo D’Alò – It./Svizz./Luss.-l996-92′-col.

Alla Sala cinema Enrico Signori del Cpa Fi-sud
via Villamagna 27/a – tel.055 6580479
autobus 3-8-23-31-32-33
info – http://www.cpafisud.org

BUONA VISIONE!


flyer Befana – clicca per ingrandire 

 

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GIU’ LA TESTA di S. Leone @ CPA (FI) 29 dic 2008

« La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria,non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza. » Mao Tze Tung

Le Officine Cinematografiche di Jo La Face presentano…

…un omaggio a James Coburn e Rod Steiger:

GIÚ LA TESTA di Sergio Leone

Proiezione in pellicola cinematografica 35mm a cura di Jo La Face. 

Lunedi’ 29 dicembre 2008; inizio film ore 22,30 dopo la consueta intro di Jo.

Sala cinema Enrico Signori presso il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, via Villamagna  27/a, zona Gavinana. Bus: 3 – 8 – 23 – 31 – 32 – 33

ampia sala riscaldata, bar a prezzi popolari. Ad ogni film sono abbinati una scheda critica e un piatto a tema. È gradito l’omaggio di un bicchiere di vetro per il bar nel foyer del cinema.

Drink e cocktail a cura di Sara.

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fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Gi%C3%B9_la_testa

Giù la testa è un film western (anche se questa definizione di genere per il film non è pienamente riconosciuta) diretto da Sergio Leone, probabilmente quello dove manifesta maggiormente le sue riflessioni sull’umanità e la politica.

Il cast comprende James Coburn e Rod Steiger, attori impegnati, e il film conduce lo spettatore attraverso un mondo caravaggesco della rivoluzione messicana.

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programma rassegna "IN TRENO…AL CINEMA"

Ia PARTE

29 dicembre 2008
GIÙ LA TESTA
Sergio Leone – It.-1971-150′-col.
OMAGGIO A JAMES COBURN E ROD STEIGER

5 gennaio 2009
LA FRECCIA AZZURRA
Enzo D’Alò – It./Svizz./Luss.-1990-92′-col.

TUTTI I LUNEDÌ ALLE 22.30
Alla sala cinema "Enrico Signori" del Cpa Fi-sud via Villamagna 27/a
tel. 055 6580479 – info: http://www.cpafisud.org
Ingresso a sottoscrizione di 2€

BUON VIAGGIO E BUONA VISIONE!

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programma rassegna "AGATHA CHRISTIE, LA SIGNORA IN GIALLO"
Cineforum in 16mm

30/12/08 ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS
G.B. 1974 – col. – 94′ – Sidney Lumet

OGNI MARTEDÌ ALLE 21.00
…con piatti a tema misteriosi…
Centro Socio-Culturale D.E.A.
Borgo Pinti 42/r tel. 055 2342238
http://www.deapress.com

BUONA VISIONE!

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scansioni flyer prossime proiezioni + professor Cemento postcard

scansioni nuovi flyer Officine Cinematografiche e Professor Adriano Cemento

clicca per ingrandire le immagini 

scheda critica per "L’amico americano" di W. Wenders

schede critiche

 

flyer programma rassegna Agatha Christie

 

scansione flyer rassegna "In treno al cinema"

flyer officine

 

flyer progetto film "Le avventure urbane del Professor Architetto Adriano Cemento" (info @ http://www.hulot.it)

 

Il vostro amichevole vicino… THX 1138

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“L’amico americano” proiettato in DVD

A causa degli allagamenti a Roma la pellicola de "L’amico americano che doveva essere proiettata ieri sera al CPA non è potuta arrivare, quindi il film è stato proiettato in dvd.

In giornata cercherò di uploadare il programma delle prossime proiezioni. 

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L’AMICO AMERICANO di W. Wenders @ CPA (FI) 15 dic 2008

Primo appuntamento con la rassegna "In treno al cinema", domani sera lunedì 15 dicembre 2008,le Officine Cinematografiche presentano il film di Wim Wenders "L’amico americano",


Bruno Ganz e Dennis Hopper in una scena del film

proiezione in pellicola cinematografica – no video, no dvd, no vhs, no divx – vero cinema! 

inizio film ore 22,30 dopo la introduzione di Jo La Face

ingresso 2 € per le spese di noleggio e spedizione delle pellicole dei film 

sala cinema Enrico Signori – CPA Firenze sud – via Villamagna 27/a

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fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/L%27amico_americano

L’amico americano è un film del 19761977 diretto da Wim Wenders, tratto dal romanzo giallo Ripley’s Game di Patricia Highsmith.

È stato presentato in concorso al 30° Festival di Cannes.

Nel 2002 la regista italiana Liliana Cavani ne ha diretto un remake, Il gioco di Ripley, con John Malkovich nel ruolo di Tom Ripley.

Come in altre sue opere, Wenders, con L’amico americano affronta il tema a lui particolarmente caro, ovverossia l’enigma della vita.[1]

Titolo originale:     Der Amerikanische Freund
Paese:     Germania
Anno:     1976-1977
Durata:     123′
Colore:     colore
Audio:     sonoro
Genere:     drammatico
Regia:     Wim Wenders
Soggetto:     Patricia Highsmith (dal romanzo Ripley’s Game)
Sceneggiatura:     Wim Wenders
Interpreti e personaggi

    * Bruno Ganz: Jonathan Zommermann
    * Dennis Hopper: Tom Ripley
    * Lisa Kreuzer: Marianne
    * Samuel Fuller: l’Americano
    * Gérald Blain: Raoul Minot
    * Nicholas Ray: Derwatt
    * Daniel Schmid: Ingraham
    * Jean Eustache: l’uomo gentile
    * Lou Castel: Rodolphe

Fotografia:     Robby Müller, Martin Schäfer (operatore)
Montaggio:     Peter Przygodda
Musiche:     Jürgen Knieper
Scenografia:     Heidi Lüdi, Toni Lüdi
Costumi:     Isolde Nist

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trailer: 

 

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AMICI MIEI di M. Monicelli @ CPA (FI) 8 dicembre 2008

Stasera alla Sala Cinema Enrico Signori, al CPA Firenze sud in via
Villamagna 27/a, per la rassegna di film dedicata ad Ugo Tognazzi "SEMPLICEMENTE… UGO" (ultimo appuntamento prima dell’inizio della nuova rassegna "IN TRENO AL CINEMA" dedicata ai treni), sarà proiettato il film di Mario Monicelli "Amici Miei".


I 5 amici del gruppo: (da sinistra) ‘Il Necchi’ (Duilio Del Prete), ‘il Melandri’ (Gastone Moschin), ‘il Perozzi’ (Philippe Noiret), ‘il Sassaroli’ (Adolfo Celi) ed ‘il Mascetti’ (Ugo Tognazzi).

proiezione in pellicola cinematografica 35mm – inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo La Face – ingresso sottoscrizione 2€

scheda critica e piatto a tema a cura di Alessio il Poeta. È gradito l’omaggio di un bicchiere di vetro per il bar nel foyer della sala.

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estratto dal film: 

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Amici_miei 

Amici miei, unitamente ad altre famose pellicole dello
stesso periodo, segna l’inizio di un ciclo nuovo e conclusivo di quel
genere comico-cinematografico meglio conosciuto come commedia all’italiana.

L’amarezza, il disincanto, la fine delle illusioni di benessere e le tensioni sociali che caratterizzano l’Italia degli inizi degli anni ’70
fanno la loro comparsa anche in questo genere comico e di costume. La
risata piena si vela di tratti malinconici e tristi, i personaggi
rimangono comici ma diventano amari e patetici. Scompaiono
definitivamente il lieto fine e il finale leggero o comunque umoristico
e lasciano il posto alla precarietà di una condizione umana spesso
senza prospettiva.

Monicelli riprende in questa pellicola il tema della amicizia virile che aveva già trattato in alcuni film precedenti (I soliti ignoti, La grande guerra, L’armata Brancaleone)
e che tornerà a trattare in lavori successivi. Il vincolo, la vitalità
e la complicità del gruppo vengono proposti come risposta alle minacce
esistenziali provenienti dall’ambiente, dal lavoro, dalla famiglia
stessa. I membri del piccolo gruppo di amici vivono la contraddizione
di una vita normale verso la quale sono assolutamente attratti (il
Melandri cerca insistentemente una donna, il Mascetti si abbandona
costantemente ai sogni di nobiltà, il Perozzi vive pericolose avventure
extra-coniugali) ma è fondamentalmente l’appartenenza alla banda che
supplisce, con le sue dinamiche goliardiche, alla carenza delle quali
sono vittime, fornendo così una soluzione, una via di fuga. Il gruppo
reagisce nei confronti di ogni singolo membro che tenta di
intraprendere una via solitaria e mette in atto tutta una serie di
iniziative, compreso il dileggio, per ricondurlo a sé. Anche la morte,
estremo atto solitario del Perozzi, viene vissuta in questa ottica e su
questa originalità si accende il finale del film.

Indice

[nascondi]

Trama [modifica]

Il film ruota intorno al racconto inesauribile delle trovate goliardiche con le quali 5 amici cinquantenni, nella Firenze a cavallo degli anni ’60 e ’70, cercano di prolungare lo stato felice della propria infanzia, fuggendo le responsabilità ed i tormenti della vita adulta.

Il conte Mascetti (Ugo Tognazzi)
è un nobile decaduto che, dopo aver speso – o meglio, sperperato – due
eredità (la sua e quella della moglie), non riesce a far fronte al
sostentamento della propria famiglia, ma che coltiva ciononostante il
gusto del buon vivere e la passione per le relazioni clandestine,
nonché un’inossidabile dignità e senso dell’ospitalità. Il Perozzi
(voce narrante del film, interpretato da Philippe Noiret)
è uno squinternato giornalista di cronaca che cerca di sfuggire la
disapprovazione che gli riversano contro quotidianamente il figlio e la
moglie, tradendo quest’ultima con la moglie del fornaio. Il Melandri (Gastone Moschin)
è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale
sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi tre amici, salvo
ravvedersi all’ultimo momento. Il Necchi (Duilio Del Prete) è invece un barista ed è proprio nel suo locale con annessa sala biliardo
che prendono vita le zingarate alle quali lui stesso partecipa
puntualmente. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della
narrazione, il professor Sassaroli (Adolfo Celi)
un brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione il quale
diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le
bravate prenderanno nuova vitalità. Del Sassaroli, in nessuno dei tre
episodi, non viene mai citato il nome di battesimo.

La vita dei cinque goliardi sembra snodarsi quotidianamente nella
sola annoiata ricerca dello scherzo e del divertimento quando irrompe
sulla scena la morte improvvisa di uno dei membri del gruppo. Il riso e
il pianto, l’ironia e l’amarezza vivono una commistione perfetta che
raggiunge l’apice nella scena finale, quando i quattro superstiti, pur
piangendo il compagno morto, trovano egualmente lo spirito per mettere
a segno una nuova zingarata,
in una vena dissacratoria che rimane inarrestabile e che arriva a
sbeffeggiare e ridicolizzare anche la morte. Il finale, anche se non
esattamente "lieto", lascerà comunque un sorriso velato di amarezza
sulla bocca degli spettatori.

Si chiude così un capolavoro della commedia all’italiana: con quella
risata che squarcia l’anima, e la cui ricerca è il comune denominatore
dell’opera di Sordi, De Sica, in parte Totò. Una menzione particolare per la meravigliosa colonna sonora, firmata da Carlo Rustichelli.

Curiosità [modifica]

  • nel film ha origine la parola "supercazzola" utilizzata nel gergo
    comune per indicare un giro di parole privo di alcun senso, fatto allo
    scòpo di confondere le idee al proprio interlocutore.
  • Il progetto del film apparteneva a Pietro Germi, che non ebbe però la possibilità di realizzarlo a causa della prematura scomparsa[1].
  • Il film, nella concezione di Pietro Germi, era ambientato a Bologna; fu Monicelli a trasferire l’ambientazione a Firenze affidandosi ai ricordi di due fiorentini doc, Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi,
    sceneggiatori che coinvolsero nella fase di scrittura i loro "compagni
    di merende", del resto molti dei fatti citati sono realmente successi[2].
  • Il giovane Carlo Vanzina figura come aiuto regista.
  • Philippe Noiret è doppiato da Renzo Montagnani che nei due seguiti del film interpreterà con successo il Necchi, sostituendo Duilio Del Prete[3].
  • I due Bar che appaiono nel film esistevano davvero. Quello in cui
    si svolge la prima scena del film era un piccolo locale all’angolo di
    via de’ Magliabechi, nel quartiere di Santa Croce,
    concesso volentieri per le riprese dai proprietari Renzo Sarti e
    Gastone Barelli. Il piccolo bar buffet era, in quegli anni, un luogo
    d’incontro di personaggi di tutti i generi e lì certamente fu subito
    compreso il senso dell’opera cinematografica che si stava compiendo. Le
    scene furono girate di notte coinvolgendo il giovane barista Sergio,
    alcune passeggiatrici locali ed il nonno Pesci che invitato dal regista
    a far finta di sonnecchiare si addormentò per davvero suscitando
    l’ilarità della troupe. Il Bar del Necchi, con annessa sala biliardo, era collocato in via dei Renai, a Firenze,
    nello storico quartiere San Niccolò. In seguito al successo del film
    prese il nome di Bar Amici Miei, nome che conservò sino alla fine degli
    anni ’90.
  • Sebbene giaccia morto sul letto è visibilissimo nel film il movimento respiratorio del torace di Philippe Noiret[4]. Questo particolare indusse molti spettatori a ritenere che quella del Perozzi non fosse altro che l’ennesima zingarata e il funerale nella scena conclusiva uno scherzo escogitato ai danni della perfida moglie.
  • Nel 2002 lo stesso Mario Monicelli ha diretto una riduzione teatrale del film con lo stesso titolo e i Gatti di Vicolo Miracoli protagonisti.
  • Una nota a "discapito" del Perozzi, ma da lì si intuisce da subito
    che razza di "zingaro" sia, è che subito dopo aver pronunciato la frase
    « Quando penso alla carne della mia carne, chissà perché, divento
    subito vegetariano », fa retromarcia ed imbocca tranquillamente una
    strada contromano!
  • Una palese incongruenza si rivela nel film durante la famosa scena
    della stazione: al momento di lasciare casa dopo una accesa discussione
    con la sua convivente, moglie separata del Sassaroli, Melandri è senza
    soprabito mentre Birillo (il gigantesco cane San Bernardo) viene
    costretto a restare nell’appartamento da un vigoroso calcione assestato
    dal Necchi. Alla stazione invece, il Melandri indossa il cappotto e il
    cane fa compagnia ai cinque del gruppo mentre questi si divertono a
    schiaffeggiare i passeggeri dei treni in partenza.
  • Il seminterrato dove si trasferisce il Mascetti con la famiglia è un garage situato all’Isolotto, nell’omonima piazza. Nato come quartiere popolare secondo il piano INA-Casa, l’Isolotto è rappresentato nel film come un luogo per persone povere.
  • Un’altra palese incongruenza, che si nota tra questo film ed il seguito,
    è quella del seminterrato del Mascetti. Nel primo Atto si vede che il
    Mascetti prende in affitto (per la prima volta e con l’aiuto degli
    amici) il seminterrato quando la figlia aveva pressapoco 12 anni, nel
    secondo atto si vede che la famiglia Mascetti vive nello stesso
    seminterrato (per un brevissimo giorno, insieme al figlio del Perozzi),
    quando però la figlia ha circa 2 anni, come da dichiarazione della
    madre.
  • Quando il narratore dice: « Il Mascetti ci convocò a Pescia
    con drammatica urgenza…..» e si vede contemporaneamente l’arrivo del
    Perozzi ed il Necchi davanti alla villa del Sassaroli, dove il Mascetti
    stesso li aspetta, la scena fu girata invece a Firenze all’inizio del
    viale Niccolò Machiavelli.
  • La famosa scena degli schiaffi ai passeggeri del treno in partenza
    non fu semplice da girare per la difficoltà degli attori che da basso
    non riuscivano ad arrivare all’altezza dei volti dei passeggeri,
    nonostante questi ultimi si sporgessero molto dal finestrino. Il
    regista Monicelli fu così costretto a far segare una parte dei
    finestrini del treno in modo che i passeggeri risultassero più bassi
    rispetto al livello del marciapiede.
  • Il personaggio che racconta la storia di ogni episodio, è quello al
    quale alla fine accade sempre qualche cosa. Nell’Atto I il Perozzi è il
    narratore, alla fine del primo il Perozzi muore; nell’Atto II il
    Mascetti è il narratore, alla fine del secondo atto il Mascetti viene
    colto da malore e rimane semiparalizzato (anche se nel terzo atto a
    volte la mano sinistra la muove bene); nell’Atto III il Necchi, che
    racconta la storia, lascia il suo bar per entrare nella casa di cura.
  • In Amici miei atto II vi è un errore nel famoso concerto del
    "vaffanzum". Infatti nella scena precedente uno dei protagonisti dice:"mi
    ero scordato della gara canora ad Arezzo"invece nella scena seguente su
    un cartello si vede il nome di gara canora Città di Pistoia.

Note [modifica]

  1. ^ Biografia di Pietro Germi
     
  2. ^ "Amici miei: la filosofia della zingarata"
     
  3. ^ Voci dei doppiatori
     
  4. ^ Bloopers – scheda "Amici miei" nota n. 749
     

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

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LA GRANDE ABBUFFATA di M. Ferreri @ CPA (FI) 1 dicembre 2008

Stasera alla Sala Cinema Enrico Signori, al CPA Firenze sud in via Villamagna 27/a, sarà proiettato il film di Marco Ferreri "La grande abbuffata"

Noiret e Tognazzi
Philippe e Ugo in una scena del film

proiezione in pellicola cinematografica 35mm – inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo – ingresso sottoscrizione 2€

nel corso della serata verrà servita una torta bavarese a tema.

scheda critica a cura di Alessio il Poeta.

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alcune info sulla pellicola:

fonte:  http://it.wikipedia.org/wiki/La_grande_abbuffata

La grande abbuffata (La grande bouffe) è un film francoitaliano del 1973 diretto da Marco Ferreri.

Il film contiene una feroce critica alla società dei consumi, intesa
come facilità ed abitudine alla soddisfazione delle proprie necessità.
I bisogni e gli istinti primordiali, filtrati e normalizzati nel loro
raggiungimento, divengono "noiosi" ed abbisognano di continue unicità
per essere graditi. Ma la ricerca della difficoltà fine a se stessa
comporta l’abbandono dell’utilità e sfocia inevitabilmente nella
depressione e nel senso di inutilità. L’unica salvezza è rappresentata
dal genere femminile, legato alla vita per missione biologica.

A dispetto dell’altissimo livello intellettuale, interpretativo e
realizzativo, il film venne stroncato dalla maggioranza dei critici,
platealmente fischiato al festival di Cannes
e pesantemente tagliato dalla censura. Fu inoltre criticato per l’
abbondante presenza di scene di sesso, oltre che di alcune scene da
molti definite volgari, come quelle in cui si manifesta il meteorismo
di Michel o quella in cui esplode il WC di uno dei bagni della casa.
Ciò nonostante riscosse un successo di pubblico immediato ed enorme.

Trama [modifica]

Il film narra di quattro uomini che, stanchi della vita noiosa e
inappagante che conducono, decidono di suicidarsi, chiudendosi in una
casa nei dintorni di Parigi, e mangiando fino alla morte. Il primo
protagonista presentato è Ugo, proprietario del ristorante "Le Bisquit
a Soup" e grande chef, deciso a suicidarsi probabilmente anche a causa
delle numerose incomprensioni con la moglie. Successivamente viene
presentato il personaggio di Philippe, importante magistrato che
tuttavia vive ancora insieme alla sua balia d’infanzia Nicole, che è
iperprotettiva con lui a tal punto da cercare di impedirglidi avere
rapporti con altre donne, arrivando ad adempiere lei stessa ai bisogni
sessuali del giudice. Il terzo personaggio presentato è Marcello,
pilota dell’Alitalia, che essendo un vero e proprio maniaco sessuale, è
distrutto dal fatto di essere diventato impotente.Nella prima scena in
cui compare, è intento a fare scaricare dalle hostess dell’ aereo delle
forme di Parmigiano destinate alla villa in cui dovrà ritrovarsi con
gli altri tre. Il quarto ed ultimo protagonista presentato è Michel,
produttore televisivo divorziato e stanco della vita monotona che
conduce. I quattro si recano insieme in macchina alla villa, di
proprietà di Philippe, nella quale il vecchio guardiano Ettore ha gia
predisposto tutto per la grande abbuffata, senza sapere tuttavia, che
l’ intento del suo padrone e dei suoi amici è quello di uccidersi.Ad
aspettare Philippe, inoltre,vi è un esponente dell’ ambasciata
cinese,che vorrebbe offrire al magistrato un lavoro nella lontana Cina
che ovviamente Philippe garbatamente rifiuta con la frase Timeo Danaos et dona ferentes,
"temo i greci e i loro doni", citazione virgiliana. Una volta rimasti
soli, i quattro cominciano la loro abbuffata (famosa la scena in cui
Marcello e Ugo fanno a gara per vedere chi mangia piu velocemente le
ostriche), ma vengono interrotti il giorno dopo dall’ arrivo di una
scolaresca che vorrebbe visitare il giardino della villa per vedere il
famoso tiglio di Boileau, albero sotto il quale il poeta francese era
solito sedersi per cercare l’ ispirazione.I quattro accettano
volentieri e offrono da mangiare a tutta la scolaresca, e soprattutto
conoscono Andrea, la giovane maestra, che viene anche invitata da loro
a cena per quella sera.Infatti, sentendosi soli, i quattro si
organizzano per avere un po’ di presenza femminile, invitando, oltre ad
Andrea, tre prostitute. Andrea, intuendo quale fosse il loro scopo
decide di aiutarli nel loro intento, stabilendo un tacito accordo e
rimanendo con loro fino alla morte di tutti e quattro.Memorabili alcuni
dei piatti preparati da Ugo, come il maiale arrostito con infilzati gli
spiedi di pollo, o la gigantesca torta che prepara, senza dimenticare
la pasta e la pizza provenzale.

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Titolo originale:     La grande bouffe   
Paese:     Francia/Italia
Anno:     1973
Durata:     130′
Colore:     colore
Audio:     sonoro
Genere:     grottesco
Regia:     Marco Ferreri
Soggetto:     Francis Blanche
Sceneggiatura:     Marco Ferreri, Rafael Azcona

Interpreti e personaggi

    * Marcello Mastroianni: Marcello
    * Michel Piccoli: Michel
    * Philippe Noiret: Philippe
    * Ugo Tognazzi: Ugo
    * Andréa Ferréol: Andrea

Fotografia:     Mario Vulpiani
Montaggio:     Claudine Merlin, Gina Pignier
Effetti speciali:     Paul Trielli
Musiche:     Philippe Sarde
Scenografia:     Roger Jumeau, Michel Suné

Premi:

    * Premio FIPRESCI al Festival di Cannes 1973

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estratti video: 


Pousse Michel, Pousse
video lang: fr
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:1 anno fa

Visualizzazioni:17910

4.5
03:15
 
[TRADOTTO]
La grande bouffe
[TRADOTTO]
La grande bouffe

Bande-Annonce
video lang: fr
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:2 mesi fa

Visualizzazioni:871

nessun voto
02:15
 

http://www.anitel.it/petizione/index.php http://qcinema.blogspot.com Regia: Marco Ferreri Anno: 1973 Nazione: Italia
(altro)

http://www.anitel.it/petizione/index.php
http://qcinema.blogspot.com
Regia: Marco Ferreri
Anno: 1973
Nazione: Italia/Francia
Durata: 132′
Cast: Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andréa Ferréol

(meno dettagli)
video lang: it
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:1 anno fa
Da:qcinema

Visualizzazioni:19419

4.5
04:10
 

Un piccolo omaggio a Marco Ferreri, un estratto de "La Grande Bouffe": due dei momenti più significativi del film.
video lang: it
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:9 mesi fa

Visualizzazioni:7804

5.0
04:28

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nuove scansioni flyer 1996-2008

clicca sulle anteprime per ingrandire  

scheda critica per il film "Il commissario Pepe" (novembre 2008):


flyer vari:

Mondo Cane Zero + Test Department (1996? 1995? CPA viale Giannotti 79)

figurine con fotogrammi da "Chien Andalou" di  Luis Buñuel e Salvador Dalì (novembre 2008)

flyer rassegna "Estate calda… piombo fuso" (estate 2008)

flyer rassegna "Semplicemente…Ugo" (tuttora in corso)

flyer Andy Warhol Night a Settignano (2002? 2001?)

 

Il vostro amichevole vicino… THX 1138 

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LAS HURDES + VIRIDIANA di L. Buñuel @ DEA borgo pinti (FI) 25 nov 2008

Cineforum 16mm D.E.A. (presso associazione D.E.A. Borgo Pinti 42r, Firenze)

CINEFORUM IN 16MM (clicca per ingrandire)

Messico e… nuvole – Luis Buñuel messicano   con tapas, tacos e tequila

25 novembre – ore 21.30: Terra senza pane (Las Hurdes) – Luis Buñuel – ore 22.00: Viridiana – Luis Buñuel

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fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Terra_senza_pane

Terra senza pane (più noto in Italia col titolo originale Las Hurdes) è un documentario surrealista diretto da Luis Buñuel nel 1933 e l’unico nella filmografia del regista spagnolo.

Il film è ambientato in una regione contadina poverissima della Spagna, formata da una serie di villaggi al confine col Portogallo e non lontana da Madrid. Las Hurdes mostra le disagiate condizioni della popolazione indigena, che contrastano con la vistosa ricchezza dell’unica chiesa presente. Buñuel denuncia l’arretratezza di una regione priva di strade ed elettricità e la preoccupante diffusione di malattie come il gozzo e la malaria.

Las Hurdes in origine era muto,venne insonorizzato solamente nel
1937.La musica di commento ha un elevato livello di sublimità,che si
contrappone ad una voce dello speaker fredda e distaccata :quest’ultima
accompagna lo spettatore alla progressiva scoperta dell’estrema povertà
della popolazione.Casi di nanismo e dissenteria sono la triste prova
delle precarie condizioni igieniche della regione. Il documentario è
una testimonianza autentica, anche se influenzata da un certo
sentimento antireligioso. Non gradita alla giovane Repubblica spagnola che lo censurò immediatamente, venne poi messo per breve tempo in circolazione dalla Repubblica stessa all’inizio della guerra civile come strumento di propaganda contro Franco.

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prossimi appuntamenti DEA:

2 dicembre – L’angelo sterminatore – Luis Buñuel

La signora in giallo – Agatha Christie   con piatti a tema misteriosi

9 dicembre – Assassinio a bordo – George Pollock

16 dicembre – Assassinio sul palcoscenico – George Pollock

23 dicembre – Assassinio sul treno – George Pollock

30 dicembre – Assassinio sull’Orient-Express – Sidney Lumet (ultimo aggiornamento del 23 luglio 2008)

CINEFORUM IN 16 MM
Borgo Pinti 42/r, Firenze – info: http://www.deapress.com/

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TUTTI I FILM SONO PROIETTATI RIGOROSAMENTE IN PELLICOLA16mm

AD OGNI FILM VIENE ABBINATO UN PIATTO A TEMA ED UNA SCHEDA CRITICA

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE DI 2 EURO per
coprire le spese di spedizione e noleggio delle pellicole proiettate

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