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Ciao Jo
Posted by thx1138 in R.I.P., vari altrove, video on November 9, 2020
Caro Jo mi mancherai tantissimo. Grazie a te ho avuto la possibilità di vedere film che non avrei mai visto (in pellicole di tutti i formati). Mi ritengo molto fortunato ad averti conosciuto e di avere avuto la possibilità di vedere e sonorizzare dal vivo decine e decine di capolavori del muto, titoli come “Nosferatu” di Murnau, “Haxan” di Christensen, “Il gabinetto del dottor Caligari”, i film delle avanguardie artistiche dei primi del novecento, e la lista è lunghissima. Le ultime sonorizzazioni che abbiamo organizzato insieme erano per i film di Ėjzenštejn “Ottobre ” e “La corazzata Potemkin”, per il centenario della rivoluzione di ottobre in Russia, i corti di Maya Deren e “Rapacità” di Von Stroheim. Capolavori immortali. Mi hai insegnato tanto. Grazie
THX
Cito da un articolo di Pralina Tuttifrutti che secondo me riassume con grazia ed esattezza la filosofia di Jo:
Frame Produzioni e Officine Cinematografiche hanno presentato in anteprima al CPA Firenze sud “L’uomo con la testa piena di film” un documentario di Massimo Fallai. Il documentario narra attraverso gli aneddoti e le immagini di Jo La Face (Giovanni Valerio), proiezionista di professione e per passione, compagno anarchico calabrese trapiantato a Firenze, “uomo con la testa piena di film”.
La storia quasi trentennale di proiezioni cinematografiche ininterrotte e militanti, negli spazi liberati dei centri sociali (Ex Emerson, vicolo del Panico ecc.) e nei luoghi del vero cinema. Il cinema resistente che si oppone all’omologazione dilagante delle multisale, fast food dell’immagine, e alla dittatura del video e digitale, affermando l’esistenza nuda e cruda della pellicola, quella che per usare le parole di Jo “è una cosa viva” graffiata e fragile, carnale e vissuta, vulnerabile e perciò vitale.
Proiettore, pizze, motore. I soliti gesti ripetuti da anni con capacità certosina, attenzione maniacale, e da sempre tante incognite. Ma anche tante bellissime sorprese, esaltanti. Come la visita di qualche illustre personaggio, che esce dal recinto della notorietà per annusare il mondo.
Massimo Fallai, il regista, è stato colpito da Jo quando gli ha detto “nella mia testa ci sono 15.000 film”, e così ha deciso di raccontare questa storia, e lo ha fatto al meglio, usando una telecamera professionale e una capacità fantastica nel cogliere particolari, piccole quotidianità, sensibilità persino quasi femminili (e del resto Jo che non a caso preferisce chiamarsi con il cognome della madre, proviene da un mondo matriarcale) che raccontano una storia grande. Jo è soltanto un cantastorie d’un mondo immenso, che potrebbe scomparire sommerso dalla tecnologia digitale e soprattutto dall’invadenza del cinema commerciale “che macina titoli su titoli continuamente, come una fabbrica che deve sfornare prodotti”.
Si accalora, Jo, nel ribadire che il cinema vero non sono i film di cassetta e non è nemmeno arido collezionismo borghese, ma è sangue, è vita, sono storie di uomini e donne, degne di uscire alla luce dal buio degli archivi e di essere proiettate, tutte, perché “dietro ogni film ci sono delle persone che hanno dato la vita per raccontarsi”. E che persone, quando si parla di Luis Bunuel, di Orson Welles, di Pier Paolo Pasolini, di Francois Truffaut, di Pietro Germi, dei Fratelli Marx e di tanti altri ai quali sono state dedicate strabilianti rassegne nei centri sociali e nei cinema d’essai fiorentini, costruite ogni volta giocando su felici abbinamenti con cibo, alcool, performance teatrali, proiezioni di diapo, mostre fotografiche, banchini di libri e controinformazione. Ma anche in modo assolutamente imprevedibile, uscendo persino dallo spazio preposto all’interno di un edificio, e riproponendosi all’esterno, sui muri dei palazzi o in spiaggia, su un telone installato in mezzo all’acqua del mare. E così il cinema autentico, fuori dalle mega multisale dei centri commerciali e dalla triste consuetudine di vedersi una videocassetta in solitudine (i due lati dello stesso aspetto), assolve al suo originario compito di raccontare storie e insieme di riunire le persone in spazi umanizzati, di farle respirare, parlare e mangiare insieme. E magari aspettarsi che qualcuno esca fuori dalla cabina di proiezione dicendo “scusate se la pellicola si è rotta negli ultimi cinque minuti, non riesco a ripararla, vi racconto il finale del film”.
“C’è gente che ci schiacciava intere giornate al cinema” dice Jo a proposito dello Spazio Uno, rammaricato per non poter più continuare questa esperienza. Negli ultimi tempi il progetto del cinemaal Centro Popolare Autogestito, ha preso vita con rassegne di altissimo livello, a prezzi super popolari, a cadenza settimanale.
Il documentario “L’uomo con la testa piena di film” potrebbe essere un veicolo fantastico per proporre questo modo di viversi il cinema.
Spero che sia nelle intenzioni del regista l’idea che penso io, cioè di proiettarlo in ogni occasione possibile.Patrizia “Pralina” Diamante
qui sotto c’è la registrazione della sonorizzazione di Greed (Rapacità) di Eric Von Stroheim
e qui ci sono i fim delle avanguardie sonorizzati da me e La Came ( https://procrastinationiseverything.tumblr.com/ — https://www.mammaiuto.it/author/la-came/ )
ciao Dorian
Posted by thx1138 in R.I.P., vari altrove, video on February 23, 2011
Dorian Gray R.I.P.
fonte http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=138775&sez=HOME_CINEMA
Nata a Bolzano, Dorian Gray aveva debuttato nella rivista Votate per Venere (1950), appena quattordicenne, con Erminio Macario e Gino Bramieri, esibendosi poi al fianco di Wanda Osiris (Gran baldoria di Garinei e Giovannini), Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Al cinema avva partecipato a numerosi film negli anni Cinquanta. Per Federico Fellini fu Jessy, l’amante di Amedeo Nazzari in Le notti di Cabiria e ne Il grido di Michelangelo Antonioni fu la benzinaia Virginia. Nel 1958 vene premiata con un Nastro d’argento come miglior attrice per Mogli pericolose di Luigi Comencini. Poi lavora con Dino Risi (Il mattatore, 1960) e Mario Camerini (Crimen, 1960). L’ultimo suo film è stato Fango sulla metropoli, del 1965. Poi, a soli 30 anni, rimasta incinta, si ritira dalle scene, trasferendosi a Torcegno dove fa costruire una villa e cresce il figlio, lontana dai riflettori del mondo dello spettacolo.
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links:
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=62244
ciao Dennis
Posted by thx1138 in R.I.P., vari altrove on May 30, 2010
Dennis Hopper è scomparso ieri a Los Angeles.
Riposa In Pace
Hopper in “Easy Rider”
link: