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programmazione video

L’AMICO AMERICANO di W. Wenders @ CPA (FI) 15 dic 2008

Primo appuntamento con la rassegna "In treno al cinema", domani sera lunedì 15 dicembre 2008,le Officine Cinematografiche presentano il film di Wim Wenders "L’amico americano",


Bruno Ganz e Dennis Hopper in una scena del film

proiezione in pellicola cinematografica – no video, no dvd, no vhs, no divx – vero cinema! 

inizio film ore 22,30 dopo la introduzione di Jo La Face

ingresso 2 € per le spese di noleggio e spedizione delle pellicole dei film 

sala cinema Enrico Signori – CPA Firenze sud – via Villamagna 27/a

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fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/L%27amico_americano

L’amico americano è un film del 19761977 diretto da Wim Wenders, tratto dal romanzo giallo Ripley’s Game di Patricia Highsmith.

È stato presentato in concorso al 30° Festival di Cannes.

Nel 2002 la regista italiana Liliana Cavani ne ha diretto un remake, Il gioco di Ripley, con John Malkovich nel ruolo di Tom Ripley.

Come in altre sue opere, Wenders, con L’amico americano affronta il tema a lui particolarmente caro, ovverossia l’enigma della vita.[1]

Titolo originale:     Der Amerikanische Freund
Paese:     Germania
Anno:     1976-1977
Durata:     123′
Colore:     colore
Audio:     sonoro
Genere:     drammatico
Regia:     Wim Wenders
Soggetto:     Patricia Highsmith (dal romanzo Ripley’s Game)
Sceneggiatura:     Wim Wenders
Interpreti e personaggi

    * Bruno Ganz: Jonathan Zommermann
    * Dennis Hopper: Tom Ripley
    * Lisa Kreuzer: Marianne
    * Samuel Fuller: l’Americano
    * Gérald Blain: Raoul Minot
    * Nicholas Ray: Derwatt
    * Daniel Schmid: Ingraham
    * Jean Eustache: l’uomo gentile
    * Lou Castel: Rodolphe

Fotografia:     Robby Müller, Martin Schäfer (operatore)
Montaggio:     Peter Przygodda
Musiche:     Jürgen Knieper
Scenografia:     Heidi Lüdi, Toni Lüdi
Costumi:     Isolde Nist

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trailer: 

 

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R.I.P. video

In memoria di Bettie Page: 22 aprile 1923 – 11 dicembre 2008

È morta Bettie Page la mitica regina delle pin up. Divenuta famosa, per le sue foto e i suoi filmati osee, negli anni 50, è ancora adoratissima dagli appassionati del genere ed ha recentemente ispirato un film sulla sua vita. Era scomparsa dalle scene dalla metà degli anni 50.

album Bettie Page

Bettie Page video collection: 

Bettie Page

05:21

300288 visualizzazioni
 
Bettie Page 1950

05:12
Bettie Page …

4.5

2 anni fa

767576 visualizzazioni
pontebragas


 

4.5

Bettie Page Rockin'

02:09
Bettie Page Dances to the oddball Netherlands New Wave band Gruppo …

4.5

2 anni fa

166032 visualizzazioni
SirTweakAlot


 

4.5

REAL Bettie Page TV Interview - Her Life In Her OWN Words

08:43

Entertainment reporter Tim Estiloz chatted face-to-face with the REAL Bettie Page in this exclusive "one on one" 1997 TV …

5.0

1 anno fa

202471 visualizzazioni
FilmFanTV


 

5.0

BETTY PAGE: COME INDOSSARE LE CALZE

03:30
Betty Page, la regina delle Pin Up, vi mostra come indossare calze …

5.0

6 mesi fa

4570 visualizzazioni
SIMONASESSA


 

5.0

Bettie Page

03:39
[TRADOTTO]
Bettie Page
[TRADOTTO]
Bettie Page
Bettie page doing a cute dance …


BETTY PAGE FA IL BAGNO

00:53

Belliisima Betty Page che fa il bagno come una vera pIn Up …

 

Betty Page

00:42
[TRADOTTO]
Betty Page
[TRADOTTO]
Betty Page

Foto betty page …

4.0

1 anno fa

6969 visualizzazioni
Fruittellla

bad manners heavy petting- betty page

03:47

pictures of betty page…
with bad manners heavy petting

4.5

10 mesi fa

59139 visualizzazioni
comdrbuzzkill


 

4.5

Maid Betty Page in Apron

05:33

1955: maid Betty and mistress Tempest Storm http://ladomesticarisponde …

5.0

1 anno fa

73978 visualizzazioni
donnadiservizio


 

5.0

Betty Page & Motion Design

00:17

La sigla del canale Eremo9 di YouTube "fissata sopra" ("Pin-Up") un …


Metropolitan ratto sweet - Bettie Page

03:32

Musica e testo: Metropolitan Ratto Sweet Montaggio: Daniele Coccia Film …

5.0

1 mese fa

477 visualizzazioni
metropolitanrattos


 

5.0

betty page tearserama2

05:10
betty page again …

4.5

2 anni fa

48605 visualizzazioni
dcxbabe610


 

4.5

Betty Page (Peter Gunn Theme)

03:50

Irving was a purveyor of pin-up photos in the 50’s, primarily of …

4.5

1 anno fa

128552 visualizzazioni
gradualhate


 

4.5

Bettie Page & Tempest Storm, Teaserama

09:38

Produced and Directed by Irving Klaw …

5.0

11 mesi fa

129571 visualizzazioni
evilstar85


 

5.0

BETTIE PAGE SPEAKS: Her Life In Her Own Words - EXCLUSIVELY !

05:01

Entertainment reporter Tim Estiloz features this UPDATED profile of his …

5.0

4 mesi fa

1970 visualizzazioni
FilmFanTV


 

5.0

Sexy Bettie Page Playing in 1955

05:34
Bettie Mae Page (though listed "Betty" on her birth certificate) born April 22, 1923 in Nashville, Tennessee, is a former …

5.0

9 mesi fa

49291 visualizzazioni
BettiePageTribute

Bettie's Punishment

00:59

26900 visualizzazioni
MAID IN APRON

02:44

10705 visualizzazioni
Bettie Page - Domineering Roz Strikes Back

02:49

34351 visualizzazioni

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link:

sito ufficiale — http://74.124.203.198/~charle13/obit/index.html 

pagina su Wikipedia in italiano — http://www.youtube.com/user/BettiePageTribute

pagina su Wikipedia in english — http://en.wikipedia.org/wiki/Bettie_Page

canale dedicato a Bettie Page — http://www.youtube.com/user/BettiePageTribute 

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I segreti di Buorotto Mauntein

Dopo le polemiche suscitate dalla trasmissione e dalla censura di una scena del film "I segreti di Brokeback Mountain" di Ang Lee ieri sera su RAI due, eccovi un video di Nido Del Cuculo / Grezzofilm, una parodia della pellicola in questione.


 

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vari altrove

Sci-Fi & Horror poster collection

L'immagine “http://officine-cinematografiche.noblogs.org/gallery/1524/ultimatum-alla-terra-postca.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
foto di scena da "Ultimatum alla Terra" (versione originale)

Le scansioni dei poster sono tratte da un calendario regalatomi da Jo La Face per Natale qualche anno fa.

clicca sulle immagini per ingrandirle

scans: THX 

 

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flyer vari altrove

scansioni nuove schede e ocr

"Se volessi essere completamente onesto, dovrei dire che trovo l’arte, e non soltanto l’arte cinematografica, quasi priva di valore. Il cinema è rimasto per me il mezzo di espressione preferito. Con esso sono riuscito a farmi capire in una lingua senza parole (che mi mancavano), senza musica (che conoscevo pochissimo); e senza pittura (e di questa non sentivo affatto il bisogno).
D’improvviso ho avuto la possibilità di corrispondere con tutto il mondo trasmettendo pensieri della mia mente alle altre, con frasi che eludevano il controllo dell ‘intelletto, ricevendone un piacere quasi voluttuoso. Oggi la situazione è molto complicata, meno interessante, soprattutto meno affascinante. La letteratura, la pittura, il cinema e il teatro, procreano e si nutrono da soli.
Mutazioni nuove, combinazioni nuove crescono, vengono distrutte e rinascono, per lo splendido zelo degli artisti di proiettare per se stessi e per un pubblico sempre più distratto, immagini di un mondo che non si preoccupa affatto di ciò che essi pensano". (Ingmar Bergman)

"Ho visto molte cose strane accedere nei boschi, e mi è sempre sembrato che la gente dicesse solo il dieci percento di quello che sapeva, il resto toccava a te scoprirlo. Vedo i miei film come qualcosa di separato dalla realtà. Per me sono fiabe, o sogni. Non sono politici, non fanno commenti, non sono strumenti di insegnamento. Sono solo cose. Ma devono seguire certe regole. Una di esse è il contrasto. Non può esserci una linea retta di pura felicità. La gente si addormenta. Così ci sono conflitti, lotte per la vita e la morte. Mi piacciono i "mysteries" con delitti. Mi prendono completamente perché trattano di vita e morte. Se c’è dentro la parola hotel o fabbrica, mi coinvolgono ancora di più. I miei film significano cose diverse per persone diverse. Alcuni significano più o meno le stesse cose per molte persone. Mi sta bene, a patto che non ci sia un solo messaggio somministrato col cucchiaio. Sono riconoscente per i segreti e i misteri, perché offrono uno stimolo ad apprenderli, ti invitano in una galleria dove puoi volteggiare mentre attorno accadono cose meravigliose. Spero di non avere mai risposte complete." (David Lynch)

"L’angoscia l’ho conosciuta a Varsavia, quando ho visto i tedeschi costruire un muro attorno al quartiere dove ci avevano deportati. Quando ho capito che ci stavano murando. Era il 1942, avevo nove anni e ho capito tutto benissimo. La paura fisica l’ho conosciuta quando i tedeschi stavano liquidando il ghetto. Camminavo per la strada.  Loro stavano portando via una colonna di donne. C’era una vecchia più dietro delle altre, che non ce la faceva a tenere il passo e piangeva. Improvvisamente un ufficiale tedesco ha estratto la rivoltella e le ha sparato alla schiena. È sgorgato il sangue, come un geyser, e la vecchia è caduta. Sono corso verso un portone e mi sono nascosto sotto una scala. La paura, si, e nello stesso tempo l’incoscienza. Ricordo che facevo collezione di francobolli. Mi è capitato di uscire parecchie volte dal ghetto, attraverso un buco nei reticolati, per andare a comprare dei francobolli. Che follia! Rischiare la vita per un francobollo." (Roman Polanski)

"Io credo, pensando ai miei film, che siano imperniati non tanto sul conseguimento di qualcosa, ma piuttosto sulla ricerca. Se noi cerchiamo qualcosa, il labirinto è il luogo più adatto alla ricerca. Non so perché, ma i miei film sono tutti, in gran parte una ricerca fisica. (…) Io rifletto sui miei film mentre li preparo. Per ogni film faccio un enorme quantità di preparativi, che metto da parte solo nel cominciarli. Quel che è meraviglioso nel cinema, che lo rende di gran lunga superiore al teatro, è che possiede molti elementi che possono sovrastarci ma anche arricchirci, offrendo una strada che non troviamo altrove. Il cinema deve sempre essere la scoperta di qualcosa. Io credo che il cinema debba essere essenzialmente poetico. Per questo nel corso delle riprese, e non nella fase di preparazione, cerco di innescare un processo poetico che differisce dal processo narrativo o dal processo drammatico. (…) All’inizio ho una nozione base del film. Ma ogni giorno, ogni istante questa nozione è deviata dall’espressione degli occhi di un’attrice, dalla posizione del sole. Non ho l’abitudine di progettare un film e di mettermi a farlo. Quando preparo un film, non ho l’intenzione di fare questo film. La preparazione ha lo scopo di liberarmi perché possa lavorare a modo mio: per pensare a dei brani di film e al risultato che daranno." (Orson Welles, 1964)

nuove scansioni schede critiche – clicca sulle immagini per ingrandirle

dedicato ad Enrico:

La Grande Abbuffata:

Il fischio al naso:

"Voi vi chiamate anarchici? Voi mi fate incazzare!" – di Paul Mavrides e Jay Kinney

bonus scans:

"Adoro il sogno, anche se si tratta di un incubo, come quasi tutti i miei sogni. Perennemente disseminati di ostacoli, che conosco e riconosco. Ma la cosa mi è indifferente. Questa mia folle passione per il sogno, per il piacere di sognare, assolutamente privo di qualsiasi tentativo di spiegazione, è uno dei gusti profondi che mi hanno avvicinato al surrealismo. "Un chien andalou" è nato dall’incontro fra due sogni, uno mio e uno di Dalì. Più tardi,  ho inserito dei sogni nei miei film,  cercando  di evitare  l’aspetto razionale ed esplicativo che hanno nella maggior parte dei casi." (Luis Bunuel)

""El" è uno dei miei film preferiti. A dire il vero non ha niente di messicano. L’azione potrebbe svolgersi in qualsiasi posto, dato che presenta il ritratto di un paranoico. "El" comportava un certo numero di particolari veri, presi dall’osservazione quotidiana, e anche buona parte d’invenzione. All’inizio per esempio, nella scena del mandatum, del lavacro dei piedi in chiesa, il paranoico individua subito la sua vittima come un falco che vede un’allodola." (Luis Bunuel)

IL FANTASMA DELLA LIBERTÀ’ (Le Fantome de la liberté)
"Il titolo, già presente in una frase de "La via lattea" (la sua libertà è solo un fantasma), voleva essere un omaggio discreto a Karl Marx, a quello "spettro" che percorre l’Europa e che si chiama comunismo, all’inizio del Manifesto. La libertà, che nella prima scena del film è una libertà politica e sociale (quella scena si ispira a avvenimenti veri, il popolo spagnolo gridava realmente "Viva le catene!" al ritorno dei Borboni, in odio alle idee liberali introdotte da Napoleone), quella libertà assumeva ben presto un altro significato, la libertà dell’artista e del  creatore,  illusoria quanto  l’altra". (Luis Bunuel)

"Buster non cercherà mai di farci piangere perché sa che le lacrime facili sono superate. Non è tuttavia il clown che ci farà sbellicare. (…) Al cinema preferiremo sempre l’espressione monocorde di un Keaton a quella infinitamente sfaccettata di un Jennings. (…) In Keaton l’espressione è semplice come quella di una bottiglia, ad esempio; sebbene sulla pista rotonda e chiara delle sue pupille piroetti la sua anima asettica. Ma la bottiglia e il viso di Keaton possiedono punti di vista infiniti. Sono elementi rari cui è affidato il compimento della missione nell’ingranaggio ritmico e architettonico del film. Il montaggio, chiave di volta del film, combina commenta e unifica tutti questi elementi. Ci si può attendere una maggior capacità cinematografica? Si è voluto credere all’inferiorità di Buster, "l’antivirtuoso", rispetto a Chaplin; farne una specie di stigmate. Riteniamo un pregio la capacità di Keaton di giungere al comico mediante l’armonizzazione delle situazioni, degli oggetti e degli altri mezzi di realizzazione. Keaton è carico d’umanità, di più: d’una recente e increata umanità, di una umanità alla moda se vogliamo." (Luìs Bunuel, 1927)

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San Domenici Incatenato Martire

Sto ascoltando la diretta del consiglio comunale di Firenze su novaradio e sono allibito da questa situazione allucinante, da una parte il sindaco che dopo essersi incatenato a Roma in un parcheggio (vedi santino) ha dichiarato di non voler andare più in assemblea del consiglio comunale fino a marzo 2009 (!!!), dall’altra le polemiche e le strumentalizzazioni della destra (e della sinistra anche) che non aspettavano altro che una occasione come questa. Francamente tutto ciò mi sembra ridicolo e va oltre ogni immaginazione. Gli interventi degli assessori del PDL all’assemblea  della giunta comunale sono agghiaccianti e il sindaco con le sue mosse non fa altro che gettare benzina sul fuoco e dare spago ai fascisti che a Firenze prendono sempre più piede… Caliamo un velo pietoso sulla situazione di questa città ormai sull’orlo del baratro.

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programmazione video

AMICI MIEI di M. Monicelli @ CPA (FI) 8 dicembre 2008

Stasera alla Sala Cinema Enrico Signori, al CPA Firenze sud in via
Villamagna 27/a, per la rassegna di film dedicata ad Ugo Tognazzi "SEMPLICEMENTE… UGO" (ultimo appuntamento prima dell’inizio della nuova rassegna "IN TRENO AL CINEMA" dedicata ai treni), sarà proiettato il film di Mario Monicelli "Amici Miei".


I 5 amici del gruppo: (da sinistra) ‘Il Necchi’ (Duilio Del Prete), ‘il Melandri’ (Gastone Moschin), ‘il Perozzi’ (Philippe Noiret), ‘il Sassaroli’ (Adolfo Celi) ed ‘il Mascetti’ (Ugo Tognazzi).

proiezione in pellicola cinematografica 35mm – inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo La Face – ingresso sottoscrizione 2€

scheda critica e piatto a tema a cura di Alessio il Poeta. È gradito l’omaggio di un bicchiere di vetro per il bar nel foyer della sala.

———————————————–

estratto dal film: 

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Amici_miei 

Amici miei, unitamente ad altre famose pellicole dello
stesso periodo, segna l’inizio di un ciclo nuovo e conclusivo di quel
genere comico-cinematografico meglio conosciuto come commedia all’italiana.

L’amarezza, il disincanto, la fine delle illusioni di benessere e le tensioni sociali che caratterizzano l’Italia degli inizi degli anni ’70
fanno la loro comparsa anche in questo genere comico e di costume. La
risata piena si vela di tratti malinconici e tristi, i personaggi
rimangono comici ma diventano amari e patetici. Scompaiono
definitivamente il lieto fine e il finale leggero o comunque umoristico
e lasciano il posto alla precarietà di una condizione umana spesso
senza prospettiva.

Monicelli riprende in questa pellicola il tema della amicizia virile che aveva già trattato in alcuni film precedenti (I soliti ignoti, La grande guerra, L’armata Brancaleone)
e che tornerà a trattare in lavori successivi. Il vincolo, la vitalità
e la complicità del gruppo vengono proposti come risposta alle minacce
esistenziali provenienti dall’ambiente, dal lavoro, dalla famiglia
stessa. I membri del piccolo gruppo di amici vivono la contraddizione
di una vita normale verso la quale sono assolutamente attratti (il
Melandri cerca insistentemente una donna, il Mascetti si abbandona
costantemente ai sogni di nobiltà, il Perozzi vive pericolose avventure
extra-coniugali) ma è fondamentalmente l’appartenenza alla banda che
supplisce, con le sue dinamiche goliardiche, alla carenza delle quali
sono vittime, fornendo così una soluzione, una via di fuga. Il gruppo
reagisce nei confronti di ogni singolo membro che tenta di
intraprendere una via solitaria e mette in atto tutta una serie di
iniziative, compreso il dileggio, per ricondurlo a sé. Anche la morte,
estremo atto solitario del Perozzi, viene vissuta in questa ottica e su
questa originalità si accende il finale del film.

Indice

[nascondi]

Trama [modifica]

Il film ruota intorno al racconto inesauribile delle trovate goliardiche con le quali 5 amici cinquantenni, nella Firenze a cavallo degli anni ’60 e ’70, cercano di prolungare lo stato felice della propria infanzia, fuggendo le responsabilità ed i tormenti della vita adulta.

Il conte Mascetti (Ugo Tognazzi)
è un nobile decaduto che, dopo aver speso – o meglio, sperperato – due
eredità (la sua e quella della moglie), non riesce a far fronte al
sostentamento della propria famiglia, ma che coltiva ciononostante il
gusto del buon vivere e la passione per le relazioni clandestine,
nonché un’inossidabile dignità e senso dell’ospitalità. Il Perozzi
(voce narrante del film, interpretato da Philippe Noiret)
è uno squinternato giornalista di cronaca che cerca di sfuggire la
disapprovazione che gli riversano contro quotidianamente il figlio e la
moglie, tradendo quest’ultima con la moglie del fornaio. Il Melandri (Gastone Moschin)
è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale
sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi tre amici, salvo
ravvedersi all’ultimo momento. Il Necchi (Duilio Del Prete) è invece un barista ed è proprio nel suo locale con annessa sala biliardo
che prendono vita le zingarate alle quali lui stesso partecipa
puntualmente. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della
narrazione, il professor Sassaroli (Adolfo Celi)
un brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione il quale
diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le
bravate prenderanno nuova vitalità. Del Sassaroli, in nessuno dei tre
episodi, non viene mai citato il nome di battesimo.

La vita dei cinque goliardi sembra snodarsi quotidianamente nella
sola annoiata ricerca dello scherzo e del divertimento quando irrompe
sulla scena la morte improvvisa di uno dei membri del gruppo. Il riso e
il pianto, l’ironia e l’amarezza vivono una commistione perfetta che
raggiunge l’apice nella scena finale, quando i quattro superstiti, pur
piangendo il compagno morto, trovano egualmente lo spirito per mettere
a segno una nuova zingarata,
in una vena dissacratoria che rimane inarrestabile e che arriva a
sbeffeggiare e ridicolizzare anche la morte. Il finale, anche se non
esattamente "lieto", lascerà comunque un sorriso velato di amarezza
sulla bocca degli spettatori.

Si chiude così un capolavoro della commedia all’italiana: con quella
risata che squarcia l’anima, e la cui ricerca è il comune denominatore
dell’opera di Sordi, De Sica, in parte Totò. Una menzione particolare per la meravigliosa colonna sonora, firmata da Carlo Rustichelli.

Curiosità [modifica]

  • nel film ha origine la parola "supercazzola" utilizzata nel gergo
    comune per indicare un giro di parole privo di alcun senso, fatto allo
    scòpo di confondere le idee al proprio interlocutore.
  • Il progetto del film apparteneva a Pietro Germi, che non ebbe però la possibilità di realizzarlo a causa della prematura scomparsa[1].
  • Il film, nella concezione di Pietro Germi, era ambientato a Bologna; fu Monicelli a trasferire l’ambientazione a Firenze affidandosi ai ricordi di due fiorentini doc, Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi,
    sceneggiatori che coinvolsero nella fase di scrittura i loro "compagni
    di merende", del resto molti dei fatti citati sono realmente successi[2].
  • Il giovane Carlo Vanzina figura come aiuto regista.
  • Philippe Noiret è doppiato da Renzo Montagnani che nei due seguiti del film interpreterà con successo il Necchi, sostituendo Duilio Del Prete[3].
  • I due Bar che appaiono nel film esistevano davvero. Quello in cui
    si svolge la prima scena del film era un piccolo locale all’angolo di
    via de’ Magliabechi, nel quartiere di Santa Croce,
    concesso volentieri per le riprese dai proprietari Renzo Sarti e
    Gastone Barelli. Il piccolo bar buffet era, in quegli anni, un luogo
    d’incontro di personaggi di tutti i generi e lì certamente fu subito
    compreso il senso dell’opera cinematografica che si stava compiendo. Le
    scene furono girate di notte coinvolgendo il giovane barista Sergio,
    alcune passeggiatrici locali ed il nonno Pesci che invitato dal regista
    a far finta di sonnecchiare si addormentò per davvero suscitando
    l’ilarità della troupe. Il Bar del Necchi, con annessa sala biliardo, era collocato in via dei Renai, a Firenze,
    nello storico quartiere San Niccolò. In seguito al successo del film
    prese il nome di Bar Amici Miei, nome che conservò sino alla fine degli
    anni ’90.
  • Sebbene giaccia morto sul letto è visibilissimo nel film il movimento respiratorio del torace di Philippe Noiret[4]. Questo particolare indusse molti spettatori a ritenere che quella del Perozzi non fosse altro che l’ennesima zingarata e il funerale nella scena conclusiva uno scherzo escogitato ai danni della perfida moglie.
  • Nel 2002 lo stesso Mario Monicelli ha diretto una riduzione teatrale del film con lo stesso titolo e i Gatti di Vicolo Miracoli protagonisti.
  • Una nota a "discapito" del Perozzi, ma da lì si intuisce da subito
    che razza di "zingaro" sia, è che subito dopo aver pronunciato la frase
    « Quando penso alla carne della mia carne, chissà perché, divento
    subito vegetariano », fa retromarcia ed imbocca tranquillamente una
    strada contromano!
  • Una palese incongruenza si rivela nel film durante la famosa scena
    della stazione: al momento di lasciare casa dopo una accesa discussione
    con la sua convivente, moglie separata del Sassaroli, Melandri è senza
    soprabito mentre Birillo (il gigantesco cane San Bernardo) viene
    costretto a restare nell’appartamento da un vigoroso calcione assestato
    dal Necchi. Alla stazione invece, il Melandri indossa il cappotto e il
    cane fa compagnia ai cinque del gruppo mentre questi si divertono a
    schiaffeggiare i passeggeri dei treni in partenza.
  • Il seminterrato dove si trasferisce il Mascetti con la famiglia è un garage situato all’Isolotto, nell’omonima piazza. Nato come quartiere popolare secondo il piano INA-Casa, l’Isolotto è rappresentato nel film come un luogo per persone povere.
  • Un’altra palese incongruenza, che si nota tra questo film ed il seguito,
    è quella del seminterrato del Mascetti. Nel primo Atto si vede che il
    Mascetti prende in affitto (per la prima volta e con l’aiuto degli
    amici) il seminterrato quando la figlia aveva pressapoco 12 anni, nel
    secondo atto si vede che la famiglia Mascetti vive nello stesso
    seminterrato (per un brevissimo giorno, insieme al figlio del Perozzi),
    quando però la figlia ha circa 2 anni, come da dichiarazione della
    madre.
  • Quando il narratore dice: « Il Mascetti ci convocò a Pescia
    con drammatica urgenza…..» e si vede contemporaneamente l’arrivo del
    Perozzi ed il Necchi davanti alla villa del Sassaroli, dove il Mascetti
    stesso li aspetta, la scena fu girata invece a Firenze all’inizio del
    viale Niccolò Machiavelli.
  • La famosa scena degli schiaffi ai passeggeri del treno in partenza
    non fu semplice da girare per la difficoltà degli attori che da basso
    non riuscivano ad arrivare all’altezza dei volti dei passeggeri,
    nonostante questi ultimi si sporgessero molto dal finestrino. Il
    regista Monicelli fu così costretto a far segare una parte dei
    finestrini del treno in modo che i passeggeri risultassero più bassi
    rispetto al livello del marciapiede.
  • Il personaggio che racconta la storia di ogni episodio, è quello al
    quale alla fine accade sempre qualche cosa. Nell’Atto I il Perozzi è il
    narratore, alla fine del primo il Perozzi muore; nell’Atto II il
    Mascetti è il narratore, alla fine del secondo atto il Mascetti viene
    colto da malore e rimane semiparalizzato (anche se nel terzo atto a
    volte la mano sinistra la muove bene); nell’Atto III il Necchi, che
    racconta la storia, lascia il suo bar per entrare nella casa di cura.
  • In Amici miei atto II vi è un errore nel famoso concerto del
    "vaffanzum". Infatti nella scena precedente uno dei protagonisti dice:"mi
    ero scordato della gara canora ad Arezzo"invece nella scena seguente su
    un cartello si vede il nome di gara canora Città di Pistoia.

Note [modifica]

  1. ^ Biografia di Pietro Germi
     
  2. ^ "Amici miei: la filosofia della zingarata"
     
  3. ^ Voci dei doppiatori
     
  4. ^ Bloopers – scheda "Amici miei" nota n. 749
     

Voci correlate [modifica]

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Collegamenti esterni [modifica]

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LA GRANDE ABBUFFATA di M. Ferreri @ CPA (FI) 1 dicembre 2008

Stasera alla Sala Cinema Enrico Signori, al CPA Firenze sud in via Villamagna 27/a, sarà proiettato il film di Marco Ferreri "La grande abbuffata"

Noiret e Tognazzi
Philippe e Ugo in una scena del film

proiezione in pellicola cinematografica 35mm – inizio film ore 22,30 dopo la intro di Jo – ingresso sottoscrizione 2€

nel corso della serata verrà servita una torta bavarese a tema.

scheda critica a cura di Alessio il Poeta.

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alcune info sulla pellicola:

fonte:  http://it.wikipedia.org/wiki/La_grande_abbuffata

La grande abbuffata (La grande bouffe) è un film francoitaliano del 1973 diretto da Marco Ferreri.

Il film contiene una feroce critica alla società dei consumi, intesa
come facilità ed abitudine alla soddisfazione delle proprie necessità.
I bisogni e gli istinti primordiali, filtrati e normalizzati nel loro
raggiungimento, divengono "noiosi" ed abbisognano di continue unicità
per essere graditi. Ma la ricerca della difficoltà fine a se stessa
comporta l’abbandono dell’utilità e sfocia inevitabilmente nella
depressione e nel senso di inutilità. L’unica salvezza è rappresentata
dal genere femminile, legato alla vita per missione biologica.

A dispetto dell’altissimo livello intellettuale, interpretativo e
realizzativo, il film venne stroncato dalla maggioranza dei critici,
platealmente fischiato al festival di Cannes
e pesantemente tagliato dalla censura. Fu inoltre criticato per l’
abbondante presenza di scene di sesso, oltre che di alcune scene da
molti definite volgari, come quelle in cui si manifesta il meteorismo
di Michel o quella in cui esplode il WC di uno dei bagni della casa.
Ciò nonostante riscosse un successo di pubblico immediato ed enorme.

Trama [modifica]

Il film narra di quattro uomini che, stanchi della vita noiosa e
inappagante che conducono, decidono di suicidarsi, chiudendosi in una
casa nei dintorni di Parigi, e mangiando fino alla morte. Il primo
protagonista presentato è Ugo, proprietario del ristorante "Le Bisquit
a Soup" e grande chef, deciso a suicidarsi probabilmente anche a causa
delle numerose incomprensioni con la moglie. Successivamente viene
presentato il personaggio di Philippe, importante magistrato che
tuttavia vive ancora insieme alla sua balia d’infanzia Nicole, che è
iperprotettiva con lui a tal punto da cercare di impedirglidi avere
rapporti con altre donne, arrivando ad adempiere lei stessa ai bisogni
sessuali del giudice. Il terzo personaggio presentato è Marcello,
pilota dell’Alitalia, che essendo un vero e proprio maniaco sessuale, è
distrutto dal fatto di essere diventato impotente.Nella prima scena in
cui compare, è intento a fare scaricare dalle hostess dell’ aereo delle
forme di Parmigiano destinate alla villa in cui dovrà ritrovarsi con
gli altri tre. Il quarto ed ultimo protagonista presentato è Michel,
produttore televisivo divorziato e stanco della vita monotona che
conduce. I quattro si recano insieme in macchina alla villa, di
proprietà di Philippe, nella quale il vecchio guardiano Ettore ha gia
predisposto tutto per la grande abbuffata, senza sapere tuttavia, che
l’ intento del suo padrone e dei suoi amici è quello di uccidersi.Ad
aspettare Philippe, inoltre,vi è un esponente dell’ ambasciata
cinese,che vorrebbe offrire al magistrato un lavoro nella lontana Cina
che ovviamente Philippe garbatamente rifiuta con la frase Timeo Danaos et dona ferentes,
"temo i greci e i loro doni", citazione virgiliana. Una volta rimasti
soli, i quattro cominciano la loro abbuffata (famosa la scena in cui
Marcello e Ugo fanno a gara per vedere chi mangia piu velocemente le
ostriche), ma vengono interrotti il giorno dopo dall’ arrivo di una
scolaresca che vorrebbe visitare il giardino della villa per vedere il
famoso tiglio di Boileau, albero sotto il quale il poeta francese era
solito sedersi per cercare l’ ispirazione.I quattro accettano
volentieri e offrono da mangiare a tutta la scolaresca, e soprattutto
conoscono Andrea, la giovane maestra, che viene anche invitata da loro
a cena per quella sera.Infatti, sentendosi soli, i quattro si
organizzano per avere un po’ di presenza femminile, invitando, oltre ad
Andrea, tre prostitute. Andrea, intuendo quale fosse il loro scopo
decide di aiutarli nel loro intento, stabilendo un tacito accordo e
rimanendo con loro fino alla morte di tutti e quattro.Memorabili alcuni
dei piatti preparati da Ugo, come il maiale arrostito con infilzati gli
spiedi di pollo, o la gigantesca torta che prepara, senza dimenticare
la pasta e la pizza provenzale.

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Titolo originale:     La grande bouffe   
Paese:     Francia/Italia
Anno:     1973
Durata:     130′
Colore:     colore
Audio:     sonoro
Genere:     grottesco
Regia:     Marco Ferreri
Soggetto:     Francis Blanche
Sceneggiatura:     Marco Ferreri, Rafael Azcona

Interpreti e personaggi

    * Marcello Mastroianni: Marcello
    * Michel Piccoli: Michel
    * Philippe Noiret: Philippe
    * Ugo Tognazzi: Ugo
    * Andréa Ferréol: Andrea

Fotografia:     Mario Vulpiani
Montaggio:     Claudine Merlin, Gina Pignier
Effetti speciali:     Paul Trielli
Musiche:     Philippe Sarde
Scenografia:     Roger Jumeau, Michel Suné

Premi:

    * Premio FIPRESCI al Festival di Cannes 1973

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estratti video: 


Pousse Michel, Pousse
video lang: fr
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:1 anno fa

Visualizzazioni:17910

4.5
03:15
 
[TRADOTTO]
La grande bouffe
[TRADOTTO]
La grande bouffe

Bande-Annonce
video lang: fr
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:2 mesi fa
Da:BeNs1912

Visualizzazioni:871

nessun voto
02:15
 

http://www.anitel.it/petizione/index.php http://qcinema.blogspot.com Regia: Marco Ferreri Anno: 1973 Nazione: Italia
(altro)

http://www.anitel.it/petizione/index.php
http://qcinema.blogspot.com
Regia: Marco Ferreri
Anno: 1973
Nazione: Italia/Francia
Durata: 132′
Cast: Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andréa Ferréol

(meno dettagli)
video lang: it
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:1 anno fa
Da:qcinema

Visualizzazioni:19419

4.5
04:10
 

Un piccolo omaggio a Marco Ferreri, un estratto de "La Grande Bouffe": due dei momenti più significativi del film.
video lang: it
(Traduzione disabilitata)
Aggiunto:9 mesi fa
Da:luigipesce

Visualizzazioni:7804

5.0
04:28
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flyer programmazione

nuove scansioni flyer 1996-2008

clicca sulle anteprime per ingrandire  

scheda critica per il film "Il commissario Pepe" (novembre 2008):


flyer vari:

Mondo Cane Zero + Test Department (1996? 1995? CPA viale Giannotti 79)

figurine con fotogrammi da "Chien Andalou" di  Luis Buñuel e Salvador Dalì (novembre 2008)

flyer rassegna "Estate calda… piombo fuso" (estate 2008)

flyer rassegna "Semplicemente…Ugo" (tuttora in corso)

flyer Andy Warhol Night a Settignano (2002? 2001?)

 

Il vostro amichevole vicino… THX 1138 

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flyer programmazione

LAS HURDES + VIRIDIANA di L. Buñuel @ DEA borgo pinti (FI) 25 nov 2008

Cineforum 16mm D.E.A. (presso associazione D.E.A. Borgo Pinti 42r, Firenze)

CINEFORUM IN 16MM (clicca per ingrandire)

Messico e… nuvole – Luis Buñuel messicano   con tapas, tacos e tequila

25 novembre – ore 21.30: Terra senza pane (Las Hurdes) – Luis Buñuel – ore 22.00: Viridiana – Luis Buñuel

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fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Terra_senza_pane

Terra senza pane (più noto in Italia col titolo originale Las Hurdes) è un documentario surrealista diretto da Luis Buñuel nel 1933 e l’unico nella filmografia del regista spagnolo.

Il film è ambientato in una regione contadina poverissima della Spagna, formata da una serie di villaggi al confine col Portogallo e non lontana da Madrid. Las Hurdes mostra le disagiate condizioni della popolazione indigena, che contrastano con la vistosa ricchezza dell’unica chiesa presente. Buñuel denuncia l’arretratezza di una regione priva di strade ed elettricità e la preoccupante diffusione di malattie come il gozzo e la malaria.

Las Hurdes in origine era muto,venne insonorizzato solamente nel
1937.La musica di commento ha un elevato livello di sublimità,che si
contrappone ad una voce dello speaker fredda e distaccata :quest’ultima
accompagna lo spettatore alla progressiva scoperta dell’estrema povertà
della popolazione.Casi di nanismo e dissenteria sono la triste prova
delle precarie condizioni igieniche della regione. Il documentario è
una testimonianza autentica, anche se influenzata da un certo
sentimento antireligioso. Non gradita alla giovane Repubblica spagnola che lo censurò immediatamente, venne poi messo per breve tempo in circolazione dalla Repubblica stessa all’inizio della guerra civile come strumento di propaganda contro Franco.

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prossimi appuntamenti DEA:

2 dicembre – L’angelo sterminatore – Luis Buñuel

La signora in giallo – Agatha Christie   con piatti a tema misteriosi

9 dicembre – Assassinio a bordo – George Pollock

16 dicembre – Assassinio sul palcoscenico – George Pollock

23 dicembre – Assassinio sul treno – George Pollock

30 dicembre – Assassinio sull’Orient-Express – Sidney Lumet (ultimo aggiornamento del 23 luglio 2008)

CINEFORUM IN 16 MM
Borgo Pinti 42/r, Firenze – info: http://www.deapress.com/

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TUTTI I FILM SONO PROIETTATI RIGOROSAMENTE IN PELLICOLA16mm

AD OGNI FILM VIENE ABBINATO UN PIATTO A TEMA ED UNA SCHEDA CRITICA

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE DI 2 EURO per
coprire le spese di spedizione e noleggio delle pellicole proiettate