Archive for category vari altrove

scansioni flyer prossime proiezioni + professor Cemento postcard

scansioni nuovi flyer Officine Cinematografiche e Professor Adriano Cemento

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scheda critica per "L’amico americano" di W. Wenders

schede critiche

 

flyer programma rassegna Agatha Christie

 

scansione flyer rassegna "In treno al cinema"

flyer officine

 

flyer progetto film "Le avventure urbane del Professor Architetto Adriano Cemento" (info @ http://www.hulot.it)

 

Il vostro amichevole vicino… THX 1138

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Sci-Fi & Horror poster collection

L'immagine “http://officine-cinematografiche.noblogs.org/gallery/1524/ultimatum-alla-terra-postca.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
foto di scena da "Ultimatum alla Terra" (versione originale)

Le scansioni dei poster sono tratte da un calendario regalatomi da Jo La Face per Natale qualche anno fa.

clicca sulle immagini per ingrandirle

scans: THX 

 

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scansioni nuove schede e ocr

"Se volessi essere completamente onesto, dovrei dire che trovo l’arte, e non soltanto l’arte cinematografica, quasi priva di valore. Il cinema è rimasto per me il mezzo di espressione preferito. Con esso sono riuscito a farmi capire in una lingua senza parole (che mi mancavano), senza musica (che conoscevo pochissimo); e senza pittura (e di questa non sentivo affatto il bisogno).
D’improvviso ho avuto la possibilità di corrispondere con tutto il mondo trasmettendo pensieri della mia mente alle altre, con frasi che eludevano il controllo dell ‘intelletto, ricevendone un piacere quasi voluttuoso. Oggi la situazione è molto complicata, meno interessante, soprattutto meno affascinante. La letteratura, la pittura, il cinema e il teatro, procreano e si nutrono da soli.
Mutazioni nuove, combinazioni nuove crescono, vengono distrutte e rinascono, per lo splendido zelo degli artisti di proiettare per se stessi e per un pubblico sempre più distratto, immagini di un mondo che non si preoccupa affatto di ciò che essi pensano". (Ingmar Bergman)

"Ho visto molte cose strane accedere nei boschi, e mi è sempre sembrato che la gente dicesse solo il dieci percento di quello che sapeva, il resto toccava a te scoprirlo. Vedo i miei film come qualcosa di separato dalla realtà. Per me sono fiabe, o sogni. Non sono politici, non fanno commenti, non sono strumenti di insegnamento. Sono solo cose. Ma devono seguire certe regole. Una di esse è il contrasto. Non può esserci una linea retta di pura felicità. La gente si addormenta. Così ci sono conflitti, lotte per la vita e la morte. Mi piacciono i "mysteries" con delitti. Mi prendono completamente perché trattano di vita e morte. Se c’è dentro la parola hotel o fabbrica, mi coinvolgono ancora di più. I miei film significano cose diverse per persone diverse. Alcuni significano più o meno le stesse cose per molte persone. Mi sta bene, a patto che non ci sia un solo messaggio somministrato col cucchiaio. Sono riconoscente per i segreti e i misteri, perché offrono uno stimolo ad apprenderli, ti invitano in una galleria dove puoi volteggiare mentre attorno accadono cose meravigliose. Spero di non avere mai risposte complete." (David Lynch)

"L’angoscia l’ho conosciuta a Varsavia, quando ho visto i tedeschi costruire un muro attorno al quartiere dove ci avevano deportati. Quando ho capito che ci stavano murando. Era il 1942, avevo nove anni e ho capito tutto benissimo. La paura fisica l’ho conosciuta quando i tedeschi stavano liquidando il ghetto. Camminavo per la strada.  Loro stavano portando via una colonna di donne. C’era una vecchia più dietro delle altre, che non ce la faceva a tenere il passo e piangeva. Improvvisamente un ufficiale tedesco ha estratto la rivoltella e le ha sparato alla schiena. È sgorgato il sangue, come un geyser, e la vecchia è caduta. Sono corso verso un portone e mi sono nascosto sotto una scala. La paura, si, e nello stesso tempo l’incoscienza. Ricordo che facevo collezione di francobolli. Mi è capitato di uscire parecchie volte dal ghetto, attraverso un buco nei reticolati, per andare a comprare dei francobolli. Che follia! Rischiare la vita per un francobollo." (Roman Polanski)

"Io credo, pensando ai miei film, che siano imperniati non tanto sul conseguimento di qualcosa, ma piuttosto sulla ricerca. Se noi cerchiamo qualcosa, il labirinto è il luogo più adatto alla ricerca. Non so perché, ma i miei film sono tutti, in gran parte una ricerca fisica. (…) Io rifletto sui miei film mentre li preparo. Per ogni film faccio un enorme quantità di preparativi, che metto da parte solo nel cominciarli. Quel che è meraviglioso nel cinema, che lo rende di gran lunga superiore al teatro, è che possiede molti elementi che possono sovrastarci ma anche arricchirci, offrendo una strada che non troviamo altrove. Il cinema deve sempre essere la scoperta di qualcosa. Io credo che il cinema debba essere essenzialmente poetico. Per questo nel corso delle riprese, e non nella fase di preparazione, cerco di innescare un processo poetico che differisce dal processo narrativo o dal processo drammatico. (…) All’inizio ho una nozione base del film. Ma ogni giorno, ogni istante questa nozione è deviata dall’espressione degli occhi di un’attrice, dalla posizione del sole. Non ho l’abitudine di progettare un film e di mettermi a farlo. Quando preparo un film, non ho l’intenzione di fare questo film. La preparazione ha lo scopo di liberarmi perché possa lavorare a modo mio: per pensare a dei brani di film e al risultato che daranno." (Orson Welles, 1964)

nuove scansioni schede critiche – clicca sulle immagini per ingrandirle

dedicato ad Enrico:

La Grande Abbuffata:

Il fischio al naso:

"Voi vi chiamate anarchici? Voi mi fate incazzare!" – di Paul Mavrides e Jay Kinney

bonus scans:

"Adoro il sogno, anche se si tratta di un incubo, come quasi tutti i miei sogni. Perennemente disseminati di ostacoli, che conosco e riconosco. Ma la cosa mi è indifferente. Questa mia folle passione per il sogno, per il piacere di sognare, assolutamente privo di qualsiasi tentativo di spiegazione, è uno dei gusti profondi che mi hanno avvicinato al surrealismo. "Un chien andalou" è nato dall’incontro fra due sogni, uno mio e uno di Dalì. Più tardi,  ho inserito dei sogni nei miei film,  cercando  di evitare  l’aspetto razionale ed esplicativo che hanno nella maggior parte dei casi." (Luis Bunuel)

""El" è uno dei miei film preferiti. A dire il vero non ha niente di messicano. L’azione potrebbe svolgersi in qualsiasi posto, dato che presenta il ritratto di un paranoico. "El" comportava un certo numero di particolari veri, presi dall’osservazione quotidiana, e anche buona parte d’invenzione. All’inizio per esempio, nella scena del mandatum, del lavacro dei piedi in chiesa, il paranoico individua subito la sua vittima come un falco che vede un’allodola." (Luis Bunuel)

IL FANTASMA DELLA LIBERTÀ’ (Le Fantome de la liberté)
"Il titolo, già presente in una frase de "La via lattea" (la sua libertà è solo un fantasma), voleva essere un omaggio discreto a Karl Marx, a quello "spettro" che percorre l’Europa e che si chiama comunismo, all’inizio del Manifesto. La libertà, che nella prima scena del film è una libertà politica e sociale (quella scena si ispira a avvenimenti veri, il popolo spagnolo gridava realmente "Viva le catene!" al ritorno dei Borboni, in odio alle idee liberali introdotte da Napoleone), quella libertà assumeva ben presto un altro significato, la libertà dell’artista e del  creatore,  illusoria quanto  l’altra". (Luis Bunuel)

"Buster non cercherà mai di farci piangere perché sa che le lacrime facili sono superate. Non è tuttavia il clown che ci farà sbellicare. (…) Al cinema preferiremo sempre l’espressione monocorde di un Keaton a quella infinitamente sfaccettata di un Jennings. (…) In Keaton l’espressione è semplice come quella di una bottiglia, ad esempio; sebbene sulla pista rotonda e chiara delle sue pupille piroetti la sua anima asettica. Ma la bottiglia e il viso di Keaton possiedono punti di vista infiniti. Sono elementi rari cui è affidato il compimento della missione nell’ingranaggio ritmico e architettonico del film. Il montaggio, chiave di volta del film, combina commenta e unifica tutti questi elementi. Ci si può attendere una maggior capacità cinematografica? Si è voluto credere all’inferiorità di Buster, "l’antivirtuoso", rispetto a Chaplin; farne una specie di stigmate. Riteniamo un pregio la capacità di Keaton di giungere al comico mediante l’armonizzazione delle situazioni, degli oggetti e degli altri mezzi di realizzazione. Keaton è carico d’umanità, di più: d’una recente e increata umanità, di una umanità alla moda se vogliamo." (Luìs Bunuel, 1927)

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San Domenici Incatenato Martire

Sto ascoltando la diretta del consiglio comunale di Firenze su novaradio e sono allibito da questa situazione allucinante, da una parte il sindaco che dopo essersi incatenato a Roma in un parcheggio (vedi santino) ha dichiarato di non voler andare più in assemblea del consiglio comunale fino a marzo 2009 (!!!), dall’altra le polemiche e le strumentalizzazioni della destra (e della sinistra anche) che non aspettavano altro che una occasione come questa. Francamente tutto ciò mi sembra ridicolo e va oltre ogni immaginazione. Gli interventi degli assessori del PDL all’assemblea  della giunta comunale sono agghiaccianti e il sindaco con le sue mosse non fa altro che gettare benzina sul fuoco e dare spago ai fascisti che a Firenze prendono sempre più piede… Caliamo un velo pietoso sulla situazione di questa città ormai sull’orlo del baratro.

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Semplicemente… Ugo – Sala Cinema “Enrico Signori” @ CPA (FI)

La sala cinema del CPA Firenze Sud è stata dedicata al nostro amico
e compagno Enrico deceduto lo scorso 30 ottobre a causa di un tumore. Quindi la
sala cinema si chiamerà da ora in avanti sala cinema "Enrico Signori".
Ciao Enrico!

THX

—————————————-

testo del flyer della rassegna Semplicemente… Ugo:

Officine Cinematografiche & CPA Fi-Sud

presentano

SEMPLICEMENTE… UGO – rassegna di film di e con Ugo Tognazzi

24 novembre 2008 – Il fischio al naso – It.1967 – Ugo Tognazzi – col. 111′

1 dicembre 2008 – Omaggio a Marco FerreriLa grande abbuffata – Fr./It. 1973 – Marco Ferreri – col. 125′

8 dicembre 2008 – Amici miei – It. 1975 – Mario Monicelli – col. 109′

Tutti i lunedì alle 22.30

Alla sala cinema "Enrico Signori" del CPA Fi-Sud via villamagna 27/a

tel 055 6580479 – bus 3-8-23-31-32-33 – info: http://www.cpafisud.org/

FILM IN PELLICOLA SCHEDA CRITICA E PIATTO A TEMA

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE DI 2€

BUONA VISIONE

—————————————-

dal sito del CPA ( http://www.cpafisud.org/modules.php?name=News&file=article&sid=929 ):

Semplicemente… Ugo


PHP-Nuke
Le
Officine Cinematografiche proseguono la stagione autunno-inverno con
una rassegna dedicata ad Ugo Tognazzi. Dal 17 novembre all’8 dicembre
si proiettano Il commissario Pepe, Il fischio al naso, La grande abbuffata ed Amici miei, sempre in pellicola, sempre di lunedi e sempre
nella sala cinema, che dall’inizio di novembre è diventata la Sala
cinema Enrico Signori.

Nel 1978 Il Male, un periodico che già
così com’era le sparava talmente grosse da incorrere nel sequestro
almeno una volta al mese, ebbe l’idea di pubblicare false "prime
pagine" di quotidiano che facevano il verso agli originali, facendo
imbestialire orde di redattori che ci tenevano un sacco alla obitoriale
serietà delle loro gazzette.
Ad una di queste operazioni si prestò
Ugo Tognazzi, che si fece fotografare ammanettato da due falsi
carabinieri, e finì in prima pagina sulla finta "La Stampa" qui
riprodotta. Disse di aver agito per rivendicare il diritto alla
cazzata
. Riccardo Venturi ricorda così quell’episodio.

…Con un
mio amico si uscì di nascosto di classe per andare a comprare il "Male"
all’edicola davanti a scuola; poi, usciti alla fine delle lezioni, si
montò sul primo autobus (neanche quello per casa, ce ne importava una
sega) e si srotolarono i giornali sulle pagine finte, prima stando in
silenzio e poi commentando indignati.
Scene dell’altro mondo, dopo
un po’. Gente che berciava cose tipo: "Al muro! Bisognerebbe metterlo
al muro!", oppure "Voleva fà tutto, i’ cuoco, i’ finocchio….alla
forca, brutto merdoso!"; un tizio si vide uscire dall’autobus e
mettersi a correre perché voleva arrivare in tempo per il telegiornale,
una signora scese tre fermate prima perché aveva visto una cabina del
telefono (si era nella lontana era pre-cellulare) e voleva chiamare a
casa.
Il clou: persino l’autista, a una fermata, uscì dal posto di
guida per venire a vedere. Quando finalmente si scese dall’autobus,
credo che si sia stati per una mezz’ora a piangere dalle risate…

Postato da Administrator il Monday, 17 November @ 14:01:56 CET

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I burattini del potere – video e dossier

Visto che a Firenze sta prendendo sempre più piede -specialmente fra i piu’ giovani- sia il movimento Casa Pound che Forza Nuova che Azione Giovani evviadicendo tutte queste nazi/fascistaggini varie ho deciso di pubbicare questo articolo tratto dal Nodo d’informazione sulla mobilitazione contro la legge 133 (Decreto Gelmini) a Scienze Politiche di Bologna scipolMOVE. Spero che serva a chiarire chi sono in realtà gli aderenti ai vari movimenti di estrema destra: provocatori e picchiatori amici della polizia.

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–>

Piazza Navona: dossier di contro-informazione

Inviato da scipolbo | 18 Nov, 2008

I Burattini del Potere

Questo è la videoinchiesta prodotta dai compagni della RAM (Rete
Antifascista Metropolitana) di Roma in merito a quanto avvenuto a
Piazza Navona lo scorso 29 ottobre. Torniamo sulla questione, non per
feticismo, ma perché il video oltre ad essere esauriente e ben fatto
mostra (verso la fine) un ulteriore indizio circa il coinvolgimento di
Forza Nuova.

scarica in diversi formati il video I burattini del potere


Dossier cartaceo

Per approfondire dinamiche e ruoli dei protagonisti in negativo del
29 ottobre 2008, è disponibile un dossier degli antifascisti e delle
antifasciste di Roma.

[a cura di tmcrew]

Questo dossier è stato pensato per essere stampato e diffuso in formato opuscolo.

Per permettere una maggiore diffusione abbiamo pensato anche ad
altri formati che possano essere stampati più facilmente con la propria
stampante

Clicca qui per la versione leggera da visualizzare sullo schermo Dossier [1.1 Mb PDF]

 

Grazie anche a MilitantBlog

This entry was posted on 18 Novembre, 2008 12:20
and filed under
Documenti, Scienze Politiche, Ateneo, Bolo-city, Nazionale.

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Profondo Rosso – di D. Argento – colonna sonora e fotogrammi dal film

Il film è stato rimosso dall’internet archive ( http://www.archive.org/index.php ) in questi ultimi giorni credo per motivi di copyright.

http://www.youtube.com/watch?v=-vPG4L_3sMs

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Profondo_rosso_(film_1975) 


Una scena del film

Profondo rosso è un film del 1975, diretto da Dario Argento.

Rappresenta, secondo molti critici cinematografici e molti
appassionati, il miglior film di Argento. L’opera segna il passaggio
fondamentale fra la fase thriller nell’itinerario del regista, della quale fanno parte L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio, e quella horror cominciata con Suspiria.
La pellicola ebbe fin dalla comparsa nelle sale un ottimo successo di
pubblico e col passare degli anni divenne un film di culto, grazie
anche ai terrificanti effetti speciali, cui mise mano anche Carlo Rambaldi, e alla musica, composta dal pianista jazz Giorgio Gaslini con l’ausilio del gruppo rock progressive dei Goblin.

Indice

[nascondi]

Trama [modifica]

Nella trama la storia si svolge interamente, ma fittiziamente, a Roma (in realtà, vedi infra, tutte le scene esterne sono state girate a Torino).
La storia ha inizio in un piccolo teatro della capitale dove si tiene
un congresso di parapsicologia tenuto da una sensitiva tedesca, Helga
Ulmann (Macha Méril).
Dopo aver dato dimostrazione delle sue facoltà medianiche rivelando il
nome di un signore seduto in platea senza averlo mai conosciuto la
medium lancia un urlo. Dopo essersi calmata dice di aver avuto la
sensazione che una lama invisibile attraversasse il suo corpo ma
tranquillizza subito i suoi assistenti e decide di continuare con il
congresso. Dopo pochi secondi quella terribile sensazione la raggiunge
nuovamente, ma questa volta in maniera estrememente violenta e molto
più chiara. La Ulmann afferma di essere senza volerlo entrata in
contatto con una mente perversa, probabilmente presente tra il
pubblico. Dice anche che questa persona ha già ucciso e che ucciderà
ancora. Infine parla di una villa e di una strana nenia infantile.

Tornata a casa, la sensitiva mentre parla al telefono comincia a
sentire una strana musica, molto simile ad una canzoncina per bambini.
Dopo un po’ suonano alla porta e mentre sta per andare ad aprire la
terribile sensazione avuta in teatro si ripresenta. La donna non ha il
tempo di riordinare le idee che la porta viene sfondata e una mano
contenente una mannaia da macellaio sferza violenti colpi sul corpo
della donna che cade al suolo. Si rialza e cerca di scappare, raggiunge
una finestra per gridare aiuto, ma prima che la apra l’assassino la
colpisce a morte.

In quel momento il pianista inglese Marc Daly (David Hemmings), arrivato a Roma per insegnare jazz,
assiste dalla strada all’epilogo del delitto. Il suo appartamento è
nello stesso stabile in cui si svolge l’assassinio. Con lui c’è Carlo (Gabriele Lavia), un altro pianista amico di vecchia data nonché amante di un travestito, completamente ubriaco. Mentre Carlo rimane in strada, Marc sale subito dentro l’abitazione della medium, venendo poi raggiunto poco dopo dalla polizia, guidata dall’irruente commissario Calcabrini (Eros Pagni). Appare improvvisamente sulla scena anche una giovane giornalista, Gianna Brezzi (Daria Nicolodi, all’epoca compagna di Dario Argento). Gianna attratta da Marc e intrigata dal possibile scoop decide di non lasciarlo solo nelle indagini.

Un parapsicologo che era stato presente alla conferenza dice che la
nenia infantile è contenuta in un vecchio libretto di leggende
popolari. Marc riesce a trovarlo in una biblioteca. Il libro contiene
una fotografia di una villa. Con la sola fotografia in mano, Marc cerca
di capire dove si trovi la villa. L’unico elemento è una grande pianta
nel giardino, molto rara per la zona di Roma. In giornata Marc si reca
anche a casa di Carlo, per sincerarsi che abbia smaltito la sbronza.
Conosce la madre, Marta, ex attrice a riposo (Clara Calamai).

Mentre indaga, Daly s’accorge di essere diventato il bersaglio
numero uno del killer, che intanto continua con i delitti, arrivando
sempre più vicino a lui e uccidendo tutte le persone che gli stanno
vicino oppure che arrivano alla verità. Muoiono infatti, uno dopo
l’altro, la scrittrice Amanda Righetti (Giuliana Calandra), autrice del libro in cui si parla della villa e lo psichiatra Giordani (Glauco Mauri),
già presente alla seduta della medium e collaboratore di Marc alle
indagini, che scopre il nome del killer lasciato da quest’ultima sullo
specchio del bagno di casa.

Proseguendo nelle sue indagini, Marc Daly mostra la foto a diversi
vivaisti; uno di questi riconosce la pianta venduta anni prima e gli
fornisce l’indirizzo della villa. Questa è disabitata, ma custodita. Il
musicista rintraccia il custode, che ha una figlia in età scolare, Olga
(Nicoletta Elmi),
e si fa prestare le chiavi. Quando entra nella villa, scopre subito
qualcosa d’interessante: sotto l’intonaco di una parete c’è un affresco
raccapricciante che raffigura un bambino con un lungo coltello in mano
e un uomo gigantesco con il petto inondato di sangue.

Tornato a casa, però, Daly decide di abbandonare le sue ricerche e
decide di partire da Roma: chiede a Gianna se vuole andare con lui in
Spagna. La giornalista accetta entusiasta e i due si danno appuntamento
per la sera stessa. Ma a Daly torna in mente una cosa: la villa che ha
appena visitato ha quattro finestre, mentre nella foto ce ne sono
cinque. Decide allora di tornare a vedere. Scopre che c’è una stanza
murata all’interno della villa. Con un piccone abbatte il muro
divisorio e con sua grande sorpresa trova un corpo mummificato
all’interno. Subito dopo riceve un colpo sulla testa e sviene.

Quando si sveglia vede il volto di Gianna: la giornalista lo ha
seguito e lo ha portato fuori della villa, cui qualcuno ha appiccato il
fuoco. Poco dopo Marc e Gianna sono nella casa del custode e il
musicista ha un sussulto quando scopre un disegno nella cameretta della
bambina che è uguale a quello che ha trovato dentro la villa, scavando
sotto l’intonaco. Marcus interroga la bimba, che confessa di aver
copiato il disegno a scuola: l’ha trovato in una vecchia raccolta
mentre era stata messa in punizione in archivio. Marc e Gianna si
recano subito nella scuola di Olga e si mettono a cercare insieme il
disegno. Mentre Gianna si allontana per chiamare la polizia, Marc trova
il disegno e ne legge la firma. Cerca immediatamente Gianna, ma la
trova con un coltello piantato nel fianco. La giornalista però è ancora
viva. Il killer, dunque, è già dentro la scuola. Marc dichiara al
killer ancora nascosto di aver riconosciuto la sua identità. Alle sue
spalle appare l’amico e collega Carlo che gli punta la pistola. Ma
prima che prema il grilletto, viene messo in fuga dalla polizia. Carlo
però non fa molta strada: viene prima investito e trascinato da un
camion e poi ucciso da una macchina, che gli schiaccia la testa.

Tutto risolto? Mentre Gianna viene portata in ospedale, Marc torna
verso il suo appartamento e ripensa agli episodi che gli sono accaduti.
Si rende conto che Carlo non può essere il killer perché era con lui
mentre accadeva il primo delitto e quindi decide di entrare nella casa
della medium per cercare nuovi indizi. Appena entra si rende conto di
aver già visto il misterioso assassino, il cui volto era riflesso in
uno specchio.
Si ripete la scena già vista nella scuola: Marc si volta e vede in
faccia il killer, questa volta quello vero: il suo volto è quello di
Marta (Clara Calamai),
la pazza madre di Carlo, che quando quest’ultimo era piccolo aveva
assassinato sotto i suoi occhi il padre, che voleva ricoverarla in
clinica perché malata. Carlo, da bambino, aveva quindi dipinto a scuola
l’orrenda scena del delitto. La villa era stata la prima abitazione di
Carlo e il corpo mummificato era quello di suo padre.
Marta cerca di colpire Marc con una mannaia, finendo però incastrata
per colpa di un ciondolo di metallo con grossi elementi nelle
inferriate dell’ascensore. Il pianista preme allora il tasto per far
scendere l’ascensore, e la donna si decapita con la sua stessa collana.
I titoli, accompagnati dall’angosciante tema musicale, scorrono su una
macchia rosso sangue, in cui si vede riflesso il volto del protagonista.

Luoghi dove è stato girato il film [modifica]

  • Il film è stato girato prevalentemente a Torino, ma anche a Roma e Perugia.
  • La lugubre villa "del bambino urlante" dove Marc rinviene il cadavere è sita a Torino in Corso Giovanni Lanza 57, ed è nota come Villa Scott, dal nome del committente della sua costruzione, progettata da Pietro Fenoglio nel 1902 ed esempio di stile liberty dell’epoca. Attualmente ristrutturata ed abitata da privati, all’epoca del film ospitava un convitto femminile gestito da suore. Per girare le scene, la produzione pagò un periodo di villeggiatura alle suore ed alle ragazze del convitto ivi dimoranti.
  • Il locale dove suona Carlo in realtà non è mai esistito. La
    scenografia fu costruita di fronte all’abitazione di Marc, ed è un
    chiaro omaggio al quadro Nighthawks di Edward Hopper; il palazzo dove si trova l’abitazione è a Torino in Piazza C.L.N. 236bis, dove avviene anche l’assassinio della sensitiva e la scena finale in cui muore Marta. Nel palazzo abitava il co-sceneggiatore del film Bernardino Zapponi. L’ascensore utilizzato nella scena è tutt’ora funzionante e viene utilizzato dagli inquilini del palazzo.
  • La fontana dove ha luogo il colloquio tra Carlo ubriaco e Marc, è la Fontana del Po, sempre in Piazza C.L.N. Negli stessi paraggi (il parcheggio sotterraneo sotto la suddetta piazza, tutt’ora attivo) furono girate alcune scene dell’inseguimento tra la Porsche 356 e la Fiat 125 che appaiono in un altro film di Dario Argento, Il gatto a nove code.
  • La scena del congresso di parapsicologia è stata girata all’interno del famoso Teatro Carignano di Torino, in Piazza Carignano 6, attualmente riaperto dopo un accurato restauro.
  • La scena iniziale del film, con le prove del gruppo jazz di Marc, è stata girata al Tempio di Sant’Angelo a Perugia.
  • Sempre a Perugia, nel Cimitero monumentale, è stata girata la scena del funerale della medium Helga.
  • La scuola Leonardo da Vinci, dove Marc entra di notte per cercare il disegno, è in realtà il Liceo Classico Mamiani di Roma.

Automobili degli attori [modifica]

Nel film i mezzi utilizzati nelle scene hanno un ruolo importante. Tra essi si ricordano la Fiat 500, in precarie condizioni, di Gianna Brezzi, teatro delle discussioni tra la stessa e Marc, la Lancia Beta noleggiata da Marc, la Lancia Beta Coupé che uccide Carlo schiacciandogli il capo e l’autocarro Fiat 642
che lo travolge e trascina. Come detto, il film è ambientato a Roma ma
è stato quasi interamente girato a Torino. Ciò spiega perché,
nonostante vi siano molte scene ambientate per strada e in automobile,
in nessuna di esse vengono inquadrate le targhe dei veicoli.

Note [modifica]

In Giappone il film uscì solo alcuni anni dopo l’uscita italiana, con il titolo Suspiria – Parte II, ed è sempre presente ai primissimi posti nelle classifiche dei film preferiti dalle adolescenti, insieme a Vacanze romane di William Wyler [senza fonte].

Collegamenti esterni [modifica]

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Lavori in corso

A causa dello spostamento del sito http://www.autistici.org/2000-maniax/ dal server ftp5.autistici.org al server ftp3.autistici.org alcuni file di questo e degli altri blog  che ho sulla piattaforma Noblogs non saranno accassibili per qualche ora (forse fino a domani).

qui sotto c’è il messaggio che ho ricevuto oggi dal collettivo autistici/inventati:

This is an automated notice from Autistici/Inventati. Your web site has been moved to a different server, along with the following FTP accounts: 2000-maniax You should now use "ftp3.autistici.org" as the new FTP server. Bye!

Autistici/Inventati Collective
http://www.autistici.org
http://www.inventati.org

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F(r)asi Lunatiche, schede critiche e flyer – nuove scansioni

F(r)asi Lunatiche – testi: Alessio Gnot, disegni e lettering: Michele Ballini 

schede critiche 

flyer

altre scansioni: 

schede critiche

flyer officine

dynamik der gross-stadt

blade runner

new wave

aran islands 1991

altri album:

cinema txt

cineshock mp3

immagini

betty page

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Come funziona l’antispam reCAPTCHA

Ho trovato questo interessante articolo che spiega – in italiano – come funziona il plug in antispam reCAPTCHA (usato in questo ed altri blog sulla piattaforma noblogs per arginare le tonnellate di spam che infestano il network) e visto che magari la gente che legge questo blog non lascia i commenti perchè non ha capito come funziona ecco delle delucidazioni sul meccanismo informatico del plug in…

THX


fonte: http://www.levysoft.it/archivio/2007/05/29/recaptcha-il-primo-sistema-captcha-antispam-collaborativo-per-salvare-migliaia-di-libri-antichi-sfruttando-le-150000-ore-che-ogni-giorno-luomo-passa-ad-interpretare-gli-antispam/

reCaptcha:
il primo sistema captcha antispam collaborativo per salvare migliaia di
libri antichi sfruttando le 150.000 ore che ogni giorno l’uomo passa ad
interpretare gli antispam

reCAPTCHAEcco un sistema davvero geniale di fare captcha collaborativo: si chiama reCAPTCHA e sfrutta con maggiore produttività le 150.000 ore che ogni giorno l’uomo passa ad interpretare gli antispam!
Innanzitutto, però, occorre brevemente spiegare cosa sia un captcha: prendendo spunto dalle teorie di Turing,
il test captcha richiede ad un utente di scrivere quali siano le
lettere o numeri presenti in una immagine che appare distorta o
offuscata, in modo da discriminare se l’utente sia un umano o un
computer (più precisamente un bot di spam). Di solito, li troviamo nei form dei commenti dei blog o nelle pagine di registrazione di servizi web.
Pensate che, ogni giorno, 60 MILIONI di CAPTCHA sono risolti da esseri umani in tutto il mondo; considerando che ogni utente spende circa 10 secondi per leggere, interpretare e scrivere il captcha, abbiamo 150.000 ore di lavoro uomo che andrebbero inutilmente sprecate!

Ebbene, grazie a Daniele, ho scoperto che una società ha realizzato reCAPTCHA, un sistema captcha che sfrutta il lavoro collettivo, reindirizzando produttivamente le 150.000 ore al giorno, per digitalizzare libri antichi della Internet Archive!

reCAPTCHA
Pare, infatti, che quando si scansiona un libro antico in maniera automatica, molto spesso il programma OCR incaricato di convertire le immagini digitalizzate in testo, non riesce nel suo lavoro, sia a causa dell’età del libro sia a causa della qualità della scansione.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che si potrebbe benissimo lasciare
il libro nel formato immagine (come il TIF che è adatto per la
conservazione di più immagini in un solo file): in realtà ciò è
sconsigliato perché, oltre ad occupare molto più spazio di un semplice
testo in ascii, il contenuto non può essere ricercato e analizzato
completamente, rendendo di fatto poco utilizzabile la scansione.

reCAPTCHA Quelli di reCAPTCHA, quindi, hanno pensato bene di sfruttare il sistema antispam per decifrare quelle parole che risultano incomprensibili ad un sistema computerizzato. Ovviamente, la domanda nasce spontanea:
“Ma se il computer non sa a che parola corrisponde l’immagine
(visto che non è riuscito a digitalizzarla) come fa a capire se la
corrispondenza è giusta?”

Ebbene, anche a questo, vi è una soluzione che, almeno a mio parere, ha una buona valenza statistica: reCAPTCHA invia all’utente due parole:
una è quella che non riesce a leggere mentre l’altra è una parola
conosciuta. Ad entrambe vengono aggiunte linee e sono distorte alla
stessa maniera, per cui, se l’utente riesce a leggere con esattezza la parola conosciuta (che è possibile verificare) possiamo essere certi (con un minimo margine di errore) che anche quella sconosciuta sia esatta!

In questo modo, oltre a proteggere il proprio sito dallo SPAM è
possibile contribuire alla digitalizzazione di migliaia di libri
antichi che altrimenti andrebbero persi! In pratica, si mette in condivisione l’enorme archivio di conoscenze umane per digitalizzare i libri scritti prima dell’avvento del computer.

Ma i vantaggi non finiscono qui: oltre a lasciare il carico (seppur
minimo) per la creazione delle immagini ai server di reCAPTCHA, questo
servizio web presenta anche un filtro attivo sugli indirizzi IP e sono pronti a garantire il costante aggiornamento della sicurezza del loro sistema,
cosicché se qualche programmatore dovesse riuscire a creare uno spam
bot in grado di leggere le loro immagini distorte (e qui il filtro
sugli indirizzi IP svolge un ruolo determinante), sono pronti in
brevissimo tempo, ad aggiungere ulteriori linee, distorsioni o rumori di fondo, senza dover reinstallare nulla!
Ovviamente, questi aggiornamenti nella protezione del sistema, oltre a
difendere l’utente che si affiderebbe in toto a loro, serve anche a
dare maggiore valenza alle traduzioni:
cosa succederebbe se uno spam bot senza scrupoli, riuscendo a leggere
senza problemi uno delle due parole di reCaptcha (probabilmente quella
conosciuta da reCaptcha, visto che inevitabilmente è la più chiara),
inviasse parole casuali per le traduzioni dei libri antichi?
Si rischierebbe di avere migliaia di libri senza senso per un danno economico, oltre che di immagine e di tempo, enorme!

Il sistema di reCaptcha si presenta, quindi, molto affascinate e un
po’ sulla scia collaborativa di Wikipedia o altri sistemi di social network,
oltre ai vantaggi, può presentare svantaggi se non venisse monitorato
attentamente. In effetti, credo che, se il sistema della registrazione
degli IP con le parole risolte, funziona correttamente, credo che l’unico problema sia la minima percentuale (anche se forse non trascurabile) di errore umano.

Un’altro problema che riscontro è che il servizio prevede solo la visualizzazione di parole inglesi!
Se magari riuscissero a digitalizzare libri antichi italiani, forse
reCaptcha sarebbe benissimo utilizzabile nei blog italiani. E’ anche
vero, però, che molti sistemi captcha sono soliti usare la visualizzazione distorta di lettere scelte casualmente, per cui la presenza della lingua inglese nei captcha potrebbe essere meno dolorosa di quello che si potrebbe pensare.

Per rendere più usabile il sistema è stato previsto anche l’inserimento, per chi non riuscisse a leggere il testo, di un file audio disturbato da dei rumori di fondo, in cui si possono ascoltare 8 numeri da digitare poi nell’apposito campo.
Certo, in questo modo non si aiuta il progetto di digitalizzazione dei
libri antichi, ma si rende veramente universale il servizio!

Se volete usare reCaptcha, basta andare nella pagina delle risorse, e potete trovare 3 soluzioni di implementazione:

Application Plugins

Programming Environment Plugins

API Documentation

[…]


 

Semplice, no? Lasciate dei commenti su questo blog e contribuirete a preservare i libri antichi

😀

saluti dal vostro amichevole vicino….

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