Archive for category R.I.P.

Ciao Jo

Caro Jo mi mancherai tantissimo. Grazie a te ho avuto la possibilità di vedere  film che non avrei mai visto (in pellicole di tutti i formati). Mi ritengo molto fortunato ad averti conosciuto e di avere avuto la possibilità di vedere e sonorizzare dal vivo decine e decine di capolavori del muto, titoli come “Nosferatu” di Murnau, “Haxan” di Christensen, “Il gabinetto del dottor Caligari”, i film delle avanguardie artistiche dei primi del novecento, e la lista è lunghissima. Le ultime sonorizzazioni che abbiamo organizzato insieme erano per i film di Ėjzenštejn “Ottobre ” e “La corazzata Potemkin”, per il centenario della rivoluzione di ottobre in Russia, i corti di Maya Deren e “Rapacità” di Von Stroheim. Capolavori immortali. Mi hai insegnato tanto. Grazie
THX

Cito da un articolo di Pralina Tuttifrutti che secondo me riassume con grazia ed esattezza la filosofia di Jo:

Frame Produzioni e Officine Cinematografiche hanno presentato in anteprima al CPA Firenze sud “L’uomo con la testa piena di film” un documentario di Massimo Fallai. Il documentario narra attraverso gli aneddoti e le immagini di Jo La Face (Giovanni Valerio), proiezionista di professione e per passione, compagno anarchico calabrese trapiantato a Firenze, “uomo con la testa piena di film”.
La storia quasi trentennale di proiezioni cinematografiche ininterrotte e militanti, negli spazi liberati dei centri sociali (Ex Emerson, vicolo del Panico ecc.) e nei luoghi del vero cinema. Il cinema resistente che si oppone all’omologazione dilagante delle multisale, fast food dell’immagine, e alla dittatura del video e digitale, affermando l’esistenza nuda e cruda della pellicola, quella che per usare le parole di Jo “è una cosa viva” graffiata e fragile, carnale e vissuta, vulnerabile e perciò vitale.
Proiettore, pizze, motore. I soliti gesti ripetuti da anni con capacità certosina, attenzione maniacale, e da sempre tante incognite. Ma anche tante bellissime sorprese, esaltanti. Come la visita di qualche illustre personaggio, che esce dal recinto della notorietà per annusare il mondo.
Massimo Fallai, il regista, è stato colpito da Jo quando gli ha detto “nella mia testa ci sono 15.000 film”, e così ha deciso di raccontare questa storia, e lo ha fatto al meglio, usando una telecamera professionale e una capacità fantastica nel cogliere particolari, piccole quotidianità, sensibilità persino quasi femminili (e del resto Jo che non a caso preferisce chiamarsi con il cognome della madre, proviene da un mondo matriarcale) che raccontano una storia grande. Jo è soltanto un cantastorie d’un mondo immenso, che potrebbe scomparire sommerso dalla tecnologia digitale e soprattutto dall’invadenza del cinema commerciale “che macina titoli su titoli continuamente, come una fabbrica che deve sfornare prodotti”.
Si accalora, Jo, nel ribadire che il cinema vero non sono i film di cassetta e non è nemmeno arido collezionismo borghese, ma è sangue, è vita, sono storie di uomini e donne, degne di uscire alla luce dal buio degli archivi e di essere proiettate, tutte, perché “dietro ogni film ci sono delle persone che hanno dato la vita per raccontarsi”. E che persone, quando si parla di Luis Bunuel, di Orson Welles, di Pier Paolo Pasolini, di Francois Truffaut, di Pietro Germi, dei Fratelli Marx e di tanti altri ai quali sono state dedicate strabilianti rassegne nei centri sociali e nei cinema d’essai fiorentini, costruite ogni volta giocando su felici abbinamenti con cibo, alcool, performance teatrali, proiezioni di diapo, mostre fotografiche, banchini di libri e controinformazione. Ma anche in modo assolutamente imprevedibile, uscendo persino dallo spazio preposto all’interno di un edificio, e riproponendosi all’esterno, sui muri dei palazzi o in spiaggia, su un telone installato in mezzo all’acqua del mare. E così il cinema autentico, fuori dalle mega multisale dei centri commerciali e dalla triste consuetudine di vedersi una videocassetta in solitudine (i due lati dello stesso aspetto), assolve al suo originario compito di raccontare storie e insieme di riunire le persone in spazi umanizzati, di farle respirare, parlare e mangiare insieme. E magari aspettarsi che qualcuno esca fuori dalla cabina di proiezione dicendo “scusate se la pellicola si è rotta negli ultimi cinque minuti, non riesco a ripararla, vi racconto il finale del film”.
“C’è gente che ci schiacciava intere giornate al cinema” dice Jo a proposito dello Spazio Uno, rammaricato per non poter più continuare questa esperienza. Negli ultimi tempi il progetto del cinema

al Centro Popolare Autogestito, ha preso vita con rassegne di altissimo livello, a prezzi super popolari, a cadenza settimanale.
Il documentario “L’uomo con la testa piena di film” potrebbe essere un veicolo fantastico per proporre questo modo di viversi il cinema.
Spero che sia nelle intenzioni del regista l’idea che penso io, cioè di proiettarlo in ogni occasione possibile.

Patrizia “Pralina” Diamante

qui sotto c’è la registrazione della sonorizzazione di Greed (Rapacità) di Eric Von Stroheim

e qui ci sono i fim delle avanguardie sonorizzati da me e La Came ( https://procrastinationiseverything.tumblr.com/https://www.mammaiuto.it/author/la-came/ )

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Virna Lisi R.I.P.

Virna Lisi
Ancona, 8 novembre 1936 – Roma, 18 dicembre 2014

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Ken Russell R.I.P. (1927-2011)


Ken Russell con la modella Twiggy

Il famoso regista britannico Ken Russell è morto all’età di 84 anni. Lo ha indicato il figlio a The Telegraph, che lo rende noto su Twitter. Nato a Southampton nel 1927, Russell è diventato famoso internazionalmente nel 1969 con il suo “Women in Love” (Donne in Amore), adattato dall’omonimo romanzo di D. H. Lawrence, con Glenda Jackson e Oliver Reed. Il film, che a suo tempo fece scandalo (tra l’altro per una famosa scena di lotta tra due uomini nudi) ottenne una serie di nomination gli Oscar, tra cui quella per il miglior regista. Ma ad ottenere la statuetta fu soltanto la Jackson in quanto miglior attrice protagonista.

Altri film di Russell sono tra l’altro “The Music Lovers” (L’altra faccia dell’amore) dedicato alla vita di Piotr Ilic Cajkovskij, “Tommy”, ispirato all’opera rock di The Who, Lisztomania, un’altra opera rock.

fonte http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=171371&sez=HOME_CINEMA

I diavoli (download torrent file)

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rassegna dedicata a Corso Salani

Al CPA FI-Sud tutti i film di Corso Salani

L’Associazione Corso Salani e le Officine Cinematografiche presentano al CPAFiSud una rassegna di tutti i film di Corso Salani.
Le proiezioni sono previste dal 7 novembre al 21 dicembre, ogni lunedì e mercoledì.

LE VOCI
di Corso Salani (Firenze, 9 settembre 1961 – Ostia, 16 giugno 2010)

7 novembre 2011 ore 22,30
MIRNA (2009)
CESENA ITALIA (2010)

9 novembre 2011 ore 21,30
LE VITE POSSIBILI (2008)
CEUTA E GIBILTERRA (2006)
VERCELLI ITALIA (2010)

14 novembre 2011 ore 22,30
RIO DE ONOR (2006)
IMATRA (2007)
BRINDISI ITALIA (2010)

16 novembre 2011 ore 21,30
TALSI (2007)
CHISANU (2007)
LA SPEZIA (2010)

21 novembre 2011 ore 22,30
YOTVATA (2007)
DEVA ROMANIA (2010)
CONAKOVO RUSSIA (2010)

23 novembre 2011 ore 21,30
IL PEGGIO DI NOI (2006)
BOMUNICE SLOVACCHIA (2010)

28 novembre 2011 ore 22,30
C’È UN POSTO IN ITALIA (2005)
TRE DONNE IN EUROPA (2004)
TRACCE (2007)

30 novembre 2011 ore 21,30
PALABRAS (2005)
DANILO (1989)

5 dicembre 2011 ore 22,30
CORRISPONDENZE PRIVATE (2002)
EUGEN SI RAMONA (1989)

7 dicembre 2011 ore 21,30
OCCIDENTE (2000)

12 dicembre ore 22,30
CONOSUR (1998)

14 dicembre 2011 ore 21,30
GLI OCCHI STANCHI (1995)

19 dicembre 2011 ore 22,30
GLI ULTIMI GIORNI (1991)
ZELDA (1984)

21 dicembre 2011 ore 21,30
VOCI D’EUROPA (1989)
GUERRA (1984)

ingresso con sottoscrizione di 2 euro

scheda critica e piatto a tema

presso la sala cinema Enrico Signori del CPA Firenze Sud
via Villamagna 27a – Firenze

info
https://secure.wikimedia.org/wikipedia/it/wiki/Corso_Salani
http://www.cpafisud.org/

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Je Suis Fou De Dalí!

in attesa delle proiezioni di stasera al giardino dell’Emerson eccovi un po’ di documentazione a proposito del genio indiscusso del Surrealismo:

Salvador Dalí (1904-1989)

fonte Je Suis Fou De Dalí! (1975) — http://www.ubu.com/sound/dali.html

Le Cinéma

La Méthode Paranoïaque Critique

A year after the release of his Cathar audiovisual opera-poem Etre Dieu, with music composed by Igor Wakhevitch, Salvador Dalí released Je Suis Fou de Dalí, a collection of well-chosen excerpts from an interview with three French journalists: François Deguelt, Jean-Pierre Mottier and Simon Wajntrob. If truth be told, most of it is pure joke and self-promotion, and the difference is tenuous at times between surrealism and senility. But if we set aside the many scatological jokes, some excerpts are simply mindblowing, genuine audio equivalents of a Dalí Surrealist painting.

links
http://continuo.wordpress.com/
http://www.ubu.com/film/dali.html
https://secure.wikimedia.org/wikipedia/it/wiki/Metodo_paranoico-critico

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Peter Falk RIP

Peter Michael Falk
New York, 16 settembre 1927 – Beverly Hills, 23 giugno 2011


Peter Falk in un fotogramma tratto da Mariti di John Cassavetes, 1970

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Liz Taylor RIP

Elizabeth Taylor è scomparsa oggi all’età di 79 anni a causa di una insufficienza cardiaca. Hanno detto di lei (Larry King) che il suo talento è stato offuscato dalla sua stessa bellezza.
Senza dubbio una delle più grandi dive hollywoodiane di tutti i tempi.

info — http://it.wikipedia.org/wiki/Elizabeth_Taylor

Se non sbaglio è stata sposata anche con Michael jackson…

ciao Liz, riposa in pace.

link
http://www.ballardian.com/rip-elizabeth-taylor-a-ballardian-primer

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ciao Annie

Annie Girardot R.I.P.

È scomparsa oggi all’età di 79 anni una delle più grandi interpreti del cinema francese.

Già da tempo colpita dal morbo di Alzheimer aveva rinunciato dal 2008 alla sua carriera di attrice perchè la malattia non le consentiva più di ricordare le battute.

fonte http://www.repubblica.it/persone/2011/02/28/news/annie_girardot-13008914/

CINEMA

Addio Annie Girardot
icona del cinema, francese e mondiale

L’attrice si è spenta a Parigi a 79 anni. Da tempo affetta da morbo di Alzheimer, era stata una delle più prestigiose interpreti fra gli anni Sessanta e Settanta. Il primo grande successo con il ruolo della prostituta in “Rocco e i suoi fratelli”
di ANNA ZIPPEL

Addio Annie Girardot icona del cinema, francese e mondiale
Annie Girardot a Cannes nel ’72

PARIGI – Jean Cocteau l’aveva definita “il più bel temperamento drammatico del dopoguerra”. E pensare che Annie Girardot, nata a Parigi nel 1931, prima di cominciare a frequentare il conservatorio per poi passare alla Comédie Francaise avrebbe dovuto fare l’infermiera. Se n’è andata a 79 anni nella città in cui aveva visto la luce, dopo che i suoi ricordi di una vita erano già stati spazzati via dal morbo di Alzheimer che l’aveva colpita qualche anno fa.

FOTO 1/ VIDEO 2/ SCHEDA 3

Dopo diverse apparizioni nei cabaret e nelle riviste, la Girardot debutta nel cinema nel 1956, ma la celebrità internazionale arriva nel ’60, quando Luchino Visconti le affida il ruolo della prostituta Nadia in “Rocco e i suoi fratelli”, accanto ad Alain Delon e Renato Salvatori, l’attore italiano che sarebbe poi diventato suo marito e padre della figlia Giulia.

Durante la sua lunga carriera, la Girardot lavora con registi come Roger Vadim (“Il vizio e la virtù” del ’63), Mario Monicelli (“I compagni”, dello stesso anno), Claude Lelouch (“Vivere per vivere” del 1967) e Marco Ferreri, con il quale dipinge per ‘La donna scimmia’ (1964) uno dei personaggi femminili più grotteschi, ma al tempo stesso commoventi e delicati del cinema, accanto a un Ugo Tognazzi cinico e crudele come mai; poi – ancora con Ferreri ma insieme a Michel Piccoli – il celebre “Dillinger è morto”, del 1969.

Nel ’65 riceve alla Mostra di Venezia la Coppa Volpi come migliore interprete femminile per il film ‘Tre camere a Manhattan’ di Marcel Carné; nel 1977 ottiene il César come miglior attrice per la sua interpretazione nel film “Il caso del dottor Gailland”, premio che le verrà riconosciuto anche nel 2002 per il suo ruolo nel film ‘La pianista’ di Michael Haneke, dove duetta con Isabelle Huppert in un morboso rapporto sadomaso madre-figlia.

Ancora con Haneke, realizza nel 2005 il suo ultimo film, ‘Niente da nascondere’, girato poco dopo la pubblicazione della sua autobiografia intitolata ‘Partir, revenir’ (Partire, tornare), scritta nel 2003 forse anche con la consapevolezza che l’Alzheimer avrebbe presto cancellato ogni ricordo. Sarà poi Giulia, la figlia nata dall’amore con Renato Salvatori, a rivelare il dramma della malattia nel libro ‘La Memoire de ma mere’, la memoria di mia madre, e a raccontarne anche gli aspetti più crudeli in un documentario andato in onda nel 2008, in occasione della 15ª giornata mondiale dell’Alzheimer.

links

http://it.wikipedia.org/wiki/Annie_Girardot
http://blog.cinema.it/post/6553/annie-girardot-la-memoria-smarrita
http://www.repubblica.it/persone/2011/02/28/news/annie_girardot-13008914/

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ciao Dorian

Dorian Gray R.I.P.

fonte http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=138775&sez=HOME_CINEMA

Nata a Bolzano, Dorian Gray aveva debuttato nella rivista Votate per Venere (1950), appena quattordicenne, con Erminio Macario e Gino Bramieri, esibendosi poi al fianco di Wanda Osiris (Gran baldoria di Garinei e Giovannini), Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Al cinema avva partecipato a numerosi film negli anni Cinquanta. Per Federico Fellini fu Jessy, l’amante di Amedeo Nazzari in Le notti di Cabiria e ne Il grido di Michelangelo Antonioni fu la benzinaia Virginia. Nel 1958 vene premiata con un Nastro d’argento come miglior attrice per Mogli pericolose di Luigi Comencini. Poi lavora con Dino Risi (Il mattatore, 1960) e Mario Camerini (Crimen, 1960). L’ultimo suo film è stato Fango sulla metropoli, del 1965. Poi, a soli 30 anni, rimasta incinta, si ritira dalle scene, trasferendosi a Torcegno dove fa costruire una villa e cresce il figlio, lontana dai riflettori del mondo dello spettacolo.

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links:

http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=62244

http://it.wikipedia.org/wiki/Dorian_Gray

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Blake Edwards R.I.P. 1922-2010

Lutto nel mondo del cinema. Muore il grande maestro della commedia Blake Edwards, regista del celeberrimo film “La Pantera Rosa” e del meno celebre ma altrettanto esilarante “S.O.B.”

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Addio-a-Blake-Edwards-il-regista-di-Colazione-da-Tiffany-e-La-pantera-rosa_311414355418.html

Addio a Blake Edwards, il regista di ‘Colazione da Tiffany’ e ‘La Pantera Rosa’

La Hepburn in 'Colazione da Tiffany'
La Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’
ultimo aggiornamento: 16 dicembre, ore 20:10
Los Angeles – (Adnkronos) – E’ morto a 88 anni. Era nato a Tulsa nel 1922. L’esordio alla regia è datato 1955 con ‘Quando una ragazza è bella’. Tra i suoi capolavori ‘Victor Victoria’

Los Angeles, 16 dic. (Adnkronos) – E’ morto a 88 anni, il regista e sceneggiatore Blake Edwards. Tra le sue pellicole, celebri ‘Colazione da Tiffany’, ‘La pantera rosa’ e ‘Victor Victoria’. Considerato tra i maestri della commedia americana al pari di Leo McCarey, Preston Sturges e Frank Tashlin. Il suo gusto per lo slapstick, combinato alla comicità di situazione e a una sensibilità post-freudiana, ha fatto scuola. “Non sarei capace di cogliere la vita se non riuscissi a vedere l’ironia del suo dolore”, ha detto una volta in un’intervista.

Nato a Tulsa nel 1922, Edwards è figlio d’arte: suo nonno, J. Gordon Edwards, era un regista del muto e il padre, Jack McEdwards, un regista teatrale e produttore. Ha iniziato la carriera come comparsa in un grande studio hollywoodiano, per debuttare nella recitazione ne ‘I cavalieri azzurri’ (1942) di Henry Hathaway. Grazie all’amicizia col regista Richard Quine, inizia a scrivere sceneggiature per lui tra il 1952 e il 1962. Nel 1953 sposa Patricia Walker, dalla quale ha avuto due figli, Jennifer, ora attrice, e Geoffrey, che ha intrapreso la carriera di regista. Si separa dalla moglie nel 1967.

L’esordio alla regia è datato 1955 con ‘Quando una ragazza è bella’. E’ però con Tony Curtis che il regista si fa notare, raggiungendo fama internazionale, con i film: ‘Le avventure di Mister Cory’ (1957), ‘In licenza a Parigi’ (1959) e ‘Operazione sottoveste’ (1959). La sua fama però resta legata al fortunato serial della ‘Pantera Rosa’, con Peter Sellers, che inizia nel 1964, portando sullo schermo le imprese del goffo ispettore di polizia Clouseau.

Il suo nome è legato a grandi attori come Audrey Hepburn diretta da lui nel film ‘Colazione da Tiffany’ (1961), Jack Lemmon in ‘La grande corsa’ (1965) e Bo Derek in ’10’ (1979). Edwards ha diretto anche ‘Victor Victoria’ (1982), un film a metà tra la commedia e il musical che gli procura un grande successo di pubblico e di critica, ottenendo una nomination all’Oscar per la sceneggiatura, e ‘S.O.B.’ (1981), una spietata satira contro lo star system hollywoodiano.

Entrambi i film sono interpretati dall’attrice Julie Andrews, sua moglie dal 1969. Il regista ha ottenuto in tutta la sua lunga attività una sola nomination e numerosi premi alla carriera: nel 1988 l’American Comedy Award, nel 1990 quello dei critici di Los Angeles e, nel 1993, il premio Preston Sturges dalla Directors Guild of America, infine l’Oscar alla carriera nel 2004.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Addio-a-Blake-Edwards-il-regista-di-Colazione-da-Tiffany-e-La-pantera-rosa_311414355418.htmlAddio a Blake Edwards, il regista di ‘Colazione da Tiffany’ e ‘La pantera rosa’La Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’ La Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’ultimo aggiornamento: 16 dicembre, ore 20:10Los Angeles – (Adnkronos) – E’ morto a 88 anni. Era nato a Tulsa nel 1922. L’esordio alla regia è datato 1955 con ‘Quando una ragazza è bella’. Tra i suoi capolavori ‘Victor Victoria’condividi questa notizia su Facebookcommenta commenta 0     vota vota 0    invia     stampaFacebook  Viadeo  OkNotizie  Segnalo  Wikio FriendfeedLos Angeles, 16 dic. (Adnkronos) – E’ morto a 88 anni, il regista e sceneggiatore Blake Edwards. Tra le sue pellicole, celebri ‘Colazione da Tiffany’, ‘La pantera rosa’ e ‘Victor Victoria’. Considerato tra i maestri della commedia americana al pari di Leo McCarey, Preston Sturges e Frank Tashlin. Il suo gusto per lo slapstick, combinato alla comicità di situazione e a una sensibilità post-freudiana, ha fatto scuola. “Non sarei capace di cogliere la vita se non riuscissi a vedere l’ironia del suo dolore”, ha detto una volta in un’intervista.Nato a Tulsa nel 1922, Edwards è figlio d’arte: suo nonno, J. Gordon Edwards, era un regista del muto e il padre, Jack McEdwards, un regista teatrale e produttore. Ha iniziato la carriera come comparsa in un grande studio hollywoodiano, per debuttare nella recitazione ne ‘I cavalieri azzurri’ (1942) di Henry Hathaway. Grazie all’amicizia col regista Richard Quine, inizia a scrivere sceneggiature per lui tra il 1952 e il 1962. Nel 1953 sposa Patricia Walker, dalla quale ha avuto due figli, Jennifer, ora attrice, e Geoffrey, che ha intrapreso la carriera di regista. Si separa dalla moglie nel 1967.L’esordio alla regia è datato 1955 con ‘Quando una ragazza è bella’. E’ però con Tony Curtis che il regista si fa notare, raggiungendo fama internazionale, con i film: ‘Le avventure di Mister Cory’ (1957), ‘In licenza a Parigi’ (1959) e ‘Operazione sottoveste’ (1959). La sua fama però resta legata al fortunato serial della ‘Pantera Rosa’, con Peter Sellers, che inizia nel 1964, portando sullo schermo le imprese del goffo ispettore di polizia Clouseau.Il suo nome è legato a grandi attori come Audrey Hepburn diretta da lui nel film ‘Colazione da Tiffany’ (1961), Jack Lemmon in ‘La grande corsa’ (1965) e Bo Derek in ’10’ (1979). Edwards ha diretto anche ‘Victor Victoria’ (1982), un film a metà tra la commedia e il musical che gli procura un grande successo di pubblico e di critica, ottenendo una nomination all’Oscar per la sceneggiatura, e ‘S.O.B.’ (1981), una spietata satira contro lo star system hollywoodiano.Entrambi i film sono interpretati dall’attrice Julie Andrews, sua moglie dal 1969. Il regista ha ottenuto in tutta la sua lunga attività una sola nomination e numerosi premi alla carriera: nel 1988 l’American Comedy Award, nel 1990 quello dei critici di Los Angeles e, nel 1993, il premio Preston Sturges dalla Directors Guild of America, infine l’Oscar alla carriera nel 2004.

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